POST-DIMISSIONI

Cloud Italia, l’ad D’Avanzo promette continuità

Dopo le dimissioni di Mark De Simone l’azienda assicura: “Manterremo accordi su investimenti e reintegro personale”

Pubblicato il 25 Feb 2013

Luciana Maci

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La strategia aziendale non cambierà: lo assicura Cloud Italia Eutelia Communications in una nota diffusa nei giorni scorsi dopo le dimissioni, il 20 febbraio, del presidente Mark De Simone, a cui è seguita la designazione a presidente del cda dell’amministratore delegato Bruno D’Avanzo, che mantiene l’incarico di ad.

“La società – si legge nel comunicato – ha mantenuto tutti gli accordi presi al momento dell’acquisizione, sia per quanto riguarda gli investimenti, sia per il reintegro di personale dipendente e per la centralità di Arezzo, e c’è la volontà di continuare a lavorare in questa direzione”.

L’azienda specializzata in telecomunicazioni tiene a ribadire che la strategia “non è stata assolutamente cambiata rispetto al piano industriale pianificato nei mesi precedenti l’acquisizione, come risulta da tutte le decisioni del cda nel corso del 2012, assunte tutte all’unanimità anche quindi con il consenso di Mark De Simone”.

Secondo l’attuale dirigenza, la migliore testimonianza che le cose stanno andando come previsto “sono proprio gli ottimi segnali di fiducia da parte del mercato dopo il lancio dei nuovi prodotti cloud in un’ottica di integrazione tra cloud computing e telecomunicazioni”.

La nota prosegue sottolineando che “i soci continuano a credere fortemente nel progetto, come risulta dal recente aumento di capitale. Lo sviluppo dei canali commerciali, sia diretti che indiretti, è in piena attività e registriamo grandissimo interesse attorno all’offerta di Clouditalia: siamo felici di ricordare che tutti i nostri eventi registrano il tutto esaurito e Clouditalia è oggi di fatto l’interlocutore più autorevole in Italia quando si parla di soluzioni integrate cloud e tlc con un orientamento alla semplificazione dei processi aziendali”.

Nel comunicato si specifica inoltre che “Mark De Simone ha dato le dimissioni volontariamente da amministratore delegato a settembre 2012” e “la recente decisione di dimettersi da presidente del Consiglio di amministrazione è stata assunta in piena e totale autonomia da De Simone stesso e non è stata in alcun modo sollecitata né dagli altri membri del cda né tantomeno dai soci”.

Contestualmente D’Avanzo ha incontrato il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai, incontro a cui hanno partecipato anche il direttore generale Paolo Bottura e i membri del consiglio di amministrazione.

L’attuale amministratore delegato ha assicurato la volontà di mantenere ad Arezzo la sede legale, la centralità dell’azienda e una parte rilevante dello sviluppo tecnologico senza venire meno agli impegni presi in chiave occupazionale (un centinaio di dipendenti su oltre 300 sono attualmente in cassa integrazione in attesa di reintegro).

L’azienda è stata rilevata da Cloud Italia e dalla cordata “Piero della Francesca” guidata da De Simone circa un anno fa dopo oltre due anni di commissariamento dovuto alle vicende giudiziarie legate ai precedenti proprietari, i Landi.

Al momento dell’acquisizione di Eutelia, il top manager italo-americano aveva annunciato 60 milioni di investimenti e assicurato un piano di rilancio che, partendo dalla telefonia, avrebbe puntato soprattutto sui servizi a piccole medie imprese. Nell’arco di tre anni De Simone intendeva triplicare il fatturato della nuova società, che ha assunto il nome di Cloud Italia Eutelia Communications ed è partecipata al 90% dal fondo internazionale Hirsch e per il 10% da Cloud Italia.

De Simone ha spiegato le motivazioni per la sua uscita di scena in una lettera diretta all’amministratore delegato, ai vertici dell’azienda e per conoscenza ai lavoratori. Secondo indiscrezioni alla base ci sarebbero divergenze sul piano industriale della società.

Il sindacato Fistel Cisl si era detto “molto preoccupato per l’uscita di De Simone dal cda di Cloud Italia. L’azienda sta navigando a vista a causa di uno scontro tra azionisti all’interno del consiglio mentre il fatturato e i ricavi diminuiscono”.

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