PROGETTO SOCIALE

Fondazione Vodafone per i minori di Nisida

Un libro con foto e testi dei giovani detenuti e un laboratorio per insegnare l’arte dolciaria: è il progetto “Nisida, parole e immagini” realizzato dalla Fondazione. Saverio Tridico, direttore affari pubblici Vodafone Italia: “Investiamo con fiducia nel Paese”

Pubblicato il 26 Mag 2014

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Fondazione Vodafone aiuta i detenuti del carcere minorile di Nisida. Oggi la Fondazione e l’Istituto Penale per Minorenni dell’isola hanno presentato, alla presenza del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il progetto Nisida, parole e immagini, che si articola in tre parti. Innanzitutto un libro, che è una sorta di diario realizzato con le testimonianze e gli scatti dei ragazzi che hanno frequentato i laboratori di fotografia e scrittura creativa all’interno della struttura penitenziaria.

Alcune di queste foto – è la seconda iniziativa – sono state inoltre inserite a corredo iconografico del Bilancio di Sostenibilità di Vodafone Italia e del Fond of Life (il Bilancio di Missione della Fondazione Vodafone) 2012-2013.

La terza iniziativa riguarda il progetto La Dolce Isola, un laboratorio di pasticceria ancora in corso, per il quale sono stati ristrutturati alcuni locali per offrire ai giovani detenuti un’opportunità professionale e formativa e per lanciare un’impresa sociale che possa esportare la propria produzione al di fuori del carcere.

Presenti all’evento, oltre a Orlando, il direttore dell’Istituto Penale di Nisida Gianluca Guida, il direttore Affari Pubblici e Legali di Vodafone Italia e membro del cda Saverio Tridico (nella foto) ed altre personalità istituzionali.

“Gli spazi tra generazioni, i vuoti tra diritti e doveri, le distanze tra chi sta fuori e chi sta dentro si sono allargati – ha affermato Saverio Tridico – e colmare questa distanza è una responsabilità non solo delle istituzioni, ma anche di chi come Vodafone sta investendo con fiducia e con coraggio in questo Paese, nella convinzione che queste situazioni, soltanto se affrontate in una cornice di responsabilità collettiva possano restituire valore alla società”.

“Si sta realizzando un progetto importante che prende in carico i ragazzi che hanno sbagliato e non semplicemente infligge una pena – ha detto il Guardasigilli – ma è un’esperienza che deve indurre a una riflessione più ampia”. Attraverso i progetti “si recupera la vita dei ragazzi”, cosa che “non ha minor valore di quando i privati investono per il recupero di opere d’ arte”, anche perché “recuperare un giovane è recuperare un’opera d’arte. L’Italia che migliora fa meno notizia di quella che non ce la fa – ha aggiunto – ma credo che sia giusto raccontare le esperienza in cui lo Stato ce la fa”. Come le esperienze di recupero dei ragazzi, “che incontrano la disponibilità dei privati”.

Il direttore del carcere, Gianluca Guida, ha assicurato che “questi ragazzi hanno tante potenzialità da mettere in campo, che possono essere valorizzate con iniziative del genere”.

Impegnata da oltre 12 anni a fornire il proprio contributo per attutire le problematiche sociali, Fondazione Vodafone Italia ha dato vita nel corso del tempo a progetti di produzione partecipata a sostegno delle fasce sociali più svantaggiate. I risultati di tali progetti, da qualche anno, confluiscono nelle presentazioni dell’annuale attività di rendicontazione sociale della Fondazione e di Vodafone Italia. È con questo spirito che è nato il progetto Nisida, parole e immagini. Dalla produzione partecipata ai laboratori sul territorio.

L’iniziativa è stata finalizzata a diffondere tra i ragazzi, ospiti di Nisida, una serie di competenze in grado di attenuare la condizione di forte disagio sociale in cui vivono. Tale obiettivo è stato raggiunto attraverso l’attivazione di due laboratori – il primo di fotografia e video, il secondo di scrittura creativa – che hanno permesso ai ragazzi di apprendere le tecniche base della fotografia, delle riprese video, del montaggio e della scrittura creativa.

I laboratori, realizzati in collaborazione con Scuola Holden (la scuola di scrittura creativa fondata a Torino da Alessandro Baricco) e Imagine Factory (realtà non profit specializzata nell’attivazione di laboratori multimediali), hanno avuto una durata complessiva di due settimane. Molto più di un progetto di produzione partecipata, si sono rivelati un’esperienza umana fortissima di collaborazione e di crescita reciproca tra i ragazzi e i formatori.

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