Dagli spagnoli di Telefonica ai francesi di Vivendi. Potrebbe
cambiare la composizione azionaria di Telco, la holding che
controlla Telecom Italia. Questa l’ipotesi messa nero su bianco
in un articolo di Pietro Romano pubblicato su Il Mondo. Secondo
quanto risulta al settimanale, Bernard Levy, presidente di Vivendi
starebbe lavorando, da circa un anno, ad un progetto che mira ad
acquisire la partecipazione della spagnola Telefonica detenuta in
Telco – la holding che possiede il 22,4% di Telecom Italia –
acquisendo di fatto il controllo della società. Telefonica, il
socio di maggioranza di Telco, con il 46,18% – seguita da Generali
(30,58%), Intesa SanPaolo e Mediobanca (con l’11,62% ciascuna)
– da tempo starebbe pensando a uscire di scena, scrive il
settimanale economico.
Se è vero che a ridosso dell’Assemblea di aprile scorso il
presidente Cesar Alierta ha confermato che Telefonica manterrà la
propria posizione fino ad aprile 2013 (data della scadenza del
patto di sindacato) e che continuerà a sostenere finanziariamente
l’azienda presieduta da Franco Bernabè, le cose potrebbero
cambiare. A fine estate – scrive Il Mondo – Levy avrebbe
presentato ad Alierta un’offerta vantaggiosa e il numero uno di
Telefonica pare che l’abbia considerata allettante.
A “bloccare” l’operazione, almeno per il momento, sarebbero
state le tensioni fra Francia e Italia a seguito dello scoppio
della seconda ondata della crisi economica: la Farnesina starebbe
portando avanti un’operazione di moral suasion nei confronti di
Telecom Italia e soprattutto di Telefonica in attesa che il governo
decida il da farsi sulla vendita a concorrenti stranieri di aziende
di settori strategici come quello delle Tlc (aeropsazio, difesa ed
energia gli altri ambiti coinvolti).
“Non credo che vi sia il rischio che il gruppo finisca in mani
estere”, ha dichiarato il direttore generale di Intesa SanPaolo
Gaetano Micciché, in un’intervista al Sole 24Ore. “Sono molto
fiducioso su Telecom Italia e sulle potenzialità del gruppo.
Bernabè sta facendo complessivamente un ottimo lavoro mantenendo
margini significativi e valorizzando al meglio gli asset
internazionali “.
Micciché si dice in parte d’accordo con l’Ad di Mediobanca
Alberto Nagel in merito però alla valorizzazione di Telecom Italia
attraverso operazioni straordinarie di fusioni e acquisizioni.
Un'esternazione, quella di Nagel, che di fatto rappresenta il
segnale che qualcosa stia bollendo in pentola. “Non credo sia
giusto parlare di necessità, quanto di opportunità – puntualizza
Micciché -. Telecom è capace di procedere sia attraverso crescita
interna sia, e sono d'accordo con Nagel, attraverso ipotesi di
join venture. Sarà comunque il management a valutare le
opportunità e sottoporle ai soci”.