AFFAIRE TELEFONICA

Il governo rimanda la nuova Opa

Dopo l’incontro con Alierta Letta prende tempo. Da Palazzo Chigi fanno sapere che “un intervento a breve non è previsto”

Pubblicato il 29 Ott 2013

F.Me.

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Il governo non ha intenzione di mettere mano a breve a una modifica delle norme che regolano l’obbligo di lanciare un’Offerta pubblica di acquisto, intervento che potrebbe rendere più difficile la strada di Telefonica verso il controllo di Telecom Italia. Lo rende noto una fonte di Palazzo Chigi dopo l’incontro tra il presidente del Consiglio Enrico Letta e il presidente di Telefonica Cesar Alierta. “A breve un intervento sull’Opa non è previsto”, ha detto la fonte a Reuters.

Questa mattina, Stefano Fassina, viceministro all’Economia aveva fatto sapere che “il provvedimento che cambierà le norme italiane sull’Opa non sarà all’esame del Consiglio dei ministri di oggi”.

Giovedì scorso il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta aveva annunciato l’arrivo in tempi rapidi di una norma per l’introduzione di una seconda soglia dell’Opa obbligatoria, oltre a quella attuale del 30% determinata dal controllo di fatto. Ma il vicemistro alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, aveva frenato. “Sono favorevole ad una riforma del settore come avevo detto da presidente dell’Antitrust – aveva spiegato- ma “il momento in cui viene fatta non mi convince e non posso cambiare idea su questo perché abbiamo l’immagine di un paese aperto al mercato da difendere”.

Lo stesso giorno il senatore Massimo Mucchetti, primo firmatario della mozione sulle modifica Opa, aveva trasformato l’emendamento – inserito e poi eliminato del decreto Imu – in un ordine del giorno in materia, approvato dall’assemblea di Palazzo Madama a larghissima maggioranza e con il parere favorevole di relatore e governo.

Nell’Odg e nelle mozioni precedenti si chiedeva di rivedere la normativa sull’Opa e di impegnare la Consob a fare “una fotografia tramite la sua banca dati – spiegava Mucchetti – di grandi imprese che detengono quote di controllo di minoranza”. “Tecnicamente ci vogliono 30 giorni – ha sottolineato il senatore Pd – e dato che il governo è composto da uomini e donne di parola ci aspettiamo che la norma venga varata al più presto, se non lo fanno si creerà un grosso problema”. Mucchetti non esclude che il provvedimento potrebbe essere adottato dal governo già nei prossimi giorni.

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