RINNOVO AI VERTICI

Infratel, si cambia: Tudini Ad e Dècina presidente

Secondo quanto risulta a CorCom l’attuale presidente della in-house del Mise assumerà l’incarico di amministratore delegato. Alla presidenza designato l’ex commissario Agcom. Lombardo resta in azienda con il ruolo di direttore generale

Pubblicato il 06 Ott 2016

Mila Fiordalisi

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Stretta finale sul rinnovo dei vertici di Infratel. Secondo quanto risulta a CorCom l’incarico di amministratore delegato sarà affidato a Domenico Tudini, che succederà dunque a Salvatore Lombardo, che resta in azienda come direttore generale. Alla presidenza sarà nominato Maurizio Decina, ex commissario Agcom e professore emerito del Politenico di Milano. L’assemblea per il rinnovo degli incarica è fissata a lunedi 10 ottobre. Ingegnere elettronico, Tudini gioca in casa: il manager fino al nuovo incarico ricopre quello di presidente della in-house del Mise oltre ad essere presidente al Poligrafico e Zecca dello Stato.

L’era Tudini-Decina si aprirà con una gatta da pelare, quella dei ricorsi presentati da Fastweb e Telecom Italia per contestare le regole dei bandi di gara per la realizzazione della rete in fibra nelle aree a fallimento di mercato, rete di proprietà pubblica. Ieri (5 ottobre) si è tenuta al tar del Lazio l’udienza Fastweb: il tribunale amministrativo ha fissato al 14 dicembre l’udienza di merito ma non ha accolto la richiesta di sospensiva . Dopodiché sarà il turno di Telecom Italia che secondo quanto risulta al nostro sito ha arricchito il proprio dossier con una memoria aggiuntiva.

In dettaglio, la società capitanata da Alberto Calcagno ha impugnato il divieto -previsto dal bando di prequalifica – di modifiche all’assetto con cui ci si è prequalificati ai fini della partecipazione alla gara. Assetto che solo in un secondo momento è stato chiarito dalla in-house del Mise. La società di Tlc, prima di presentare ricorso al tribunale amministrativo, aveva già segnalato la questione a Infratel con una istanza di revoca in autotutela a cui Infratel non avrebbe dato seguito. Di qui la decisione di appellarsi al Tar. Ma il Tar si è espresso a sfavore in merito alla richiesta di sospensione dei tempi legati alla presentazione dell’offerta tecnica (quella che fa seguito alla pre-qaulifica) i cui termini sono fissati al 17 ottobre.

Anche la società guidata da Flavio Cattaneo ha deciso di appellarsi al Tar, evidenziando questioni differenti da quelle di Fastweb, ma i destini potrebbero incrociarsi. Telecom contesta in particolare la delibera Agcom 120 del 2016 che regola la vendita wholesale indicando che i prezzi devono essere applicati a condizioni eque e non discriminatorie per scongiurare fenomeni anticoncorrenziali come il dumping.

Secondo Telecom Italia anche Infratel dovrebbe passare per i cosiddetti “test di prezzo” per fissare le tariffe, ma la norma attuale non lo prevede. Una situazione che verrebbe a minare la parità di trattamento tra gli operatori e che è stata sollevata anche alla Commissione europea. Non solo: se è vero che Telecom Italia non ha richiesto la sospensione dei tempi in realtà non è escluso che lo faccia.

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