LA RISTRUTTURAZIONE

Italtel: “Nessuna chiusura poli produttivi”

Fonti interne all’azienda chiariscono che il piano di ristrutturazione non prevede lo smantellamento degli stabilimenti come annunciato dai sindacati. 500 gli esuberi programmati. Ma Fim, Fiom e Uilm non ci stanno: “Inaccettabile”

Pubblicato il 06 Lug 2012

Federica Meta

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Nessuna chiusura degli stabilimenti produttivi Italtel di Castelletto (Milano) e Carini (Palermo). E’ quanto precisano al Corriere delle Comunicazioni fonti interne all’azienda che oggi ha presentato un piano di ristrutturazione da 500 esuberi. “Stiamo valutandio l’allocazione degli esuberi – chiariscono da Italtel – Ma non c’è nessuna intenzione di chiudere gli stabilimenti”.

Oggi l’amministratore delegato di Italtel Italia, Stefano Pileri, ha presentato il programma ai sindacati durante l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico. In una nota congiunta Fiom, Fim e Uilm ritengono il pian “inaccettabile”. “Si prevede – spiegano in una congiunta – un esubero di un dipendente ogni tre per il gruppo, che, tradotto in cifre, significa 500 esuberi su 1580 dipendenti”.
Per i tre segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm, Alberto Monticco, Sergio Bellavita ed Enrico Azzaro, il piano di riassetto proposto dall’azienda “è del tutto negativo, non presenta alcuna progettualità industriale né prospettiva, ma solo tagli del personale e delle sedi senza alcuna prospettiva per il futuro”.

Il prossimo incontro tra azienda e sindacti è previsto il prossimo 31 lugli, e in quell’occasione i sindacati chiederanno l’intervento del Governo sia per Italtel che per tutto il settore delle telecomunicazioni, un settore strategico per il Paese su cui bisogna intervenire subito per ricreare delle prospettive.

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