MERCATO UNICO

Kroes: “Il roaming scomparirà, l’industria si arrenda”

Il commissario Ue difende il pacchetto sul mercato unico delle Tlc: “Le aziende trarranno grandi benefici. Basta guardare a modelli di business superati”. Ma per la Francia le nuove regole non incentivano gli investimenti. Il ministro dell’Economia digitale, Fleur Pellerin: “Ne parleremo al prossimo Consiglio Ue”

Pubblicato il 08 Ott 2013

Federica Meta

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Il pacchetto Ue per ridisegnare il settore delle Tlc europee presentato un mese fa ”è un pacchetto complessivo e non può essere spezzettato” in quanto ”ogni elemento sostiene gli altri” e l’industria ”non può scegliere solo quelli che vuole dal menu, non è un ristorante”. Così la commissaria Ue all’Agenda digitale Neelie Kroes nel suo intervento al Ft-Etno summit, sottolineando che il settore ”alla fine trarrà benefici” dal pacchetto e per questo non deve ”guardare indietro a vecchi servizi e modelli di business superati”.

”E’ forse inevitabile che ogni attore decida quali elementi trova buoni e quali cattivi”, ma ”abbattere le barriere alla fine fa bene al settore”, e questo, ha sottolineato la Kroes senza fare passi indietro sul suo pacchetto, ”non si può fare, non in modo credibile, senza rimuovere i sovraccosti del roaming, senza rimuovere gli alti costi arbitrari delle chiamate internazionali, e senza regole coerenti in ogni paese per la neutralità della rete”. La commissaria, consapevole della ”attività di lobby” che gli operatori Tlc stanno facendo contro le parti del pacchetto ritenute cattive per il settore, ha voluto sottolineare di aver lanciato queste nuove misure ”per la crescita e l’occupazione europea” dove un vero mercato interno europeo delle Tlc potrebbe portare a una crescita di un punto di pil, per le imprese e i cittadini.

Kroes, che ha riconosciuto che sarà una ”sfida” vedere adottato il pacchetto ”molto presto” entro la fine del mandato dell’Europarlamento, ha quindi espresso l’auspicio che arrivi un appello in questo senso da parte del vertice Ue del 24 e 25 ottobre che sarà dedicato proprio all’agenda digitale. E ”spero – ha aggiunto – che le aziende telecom più progressiste e orientate al futuro lo chiedano ugualmente”.

”Fondamentalmente il roaming è sulla via della scomparsa in un modo o nell’altro, è tempo di arrendersi all’insostenibile e far fronte alle grandi opportunità del futuro – ha concluso il commissario – Onestamente, chi di voi crede che ci saranno ancora i sovraccosti del roaming tra tre anni? So che molti analisti non lo credono, hanno eliminato questi introiti da tempo”.

Di tutt’altra opinione il ministro dell’Economia digitale, Fleur Pellerin, secondo cui il non contiene misure per aiutare realmente l’industria a fare investimenti e a riposizionarsi come leader del settore. “Serve – dice il ministro – quindi più tempo per rifletterci e intervenire con una strategia complessiva che permetta all’Europa, diventata un puntino sulla mappa mondiale dell’innovazione, di invertire la tendenza e risolvere questo ”bug nell’economia digital ora dominata da 5-10 giganti americani”. ”Sono assolutamente d’accordo con la commissaria Kroes sugli obiettivi” ma, ha messo in chiaro Pellerin ”non vedo cosa nel pacchetto possa aiutare le tlc a investire, francamente non vedo nessuna correlazione tra gli obiettivi e gli strumenti”.

”Spetta ai capi di stato e di governo decidere” al vertice Ue di fine ottobre dedicato all’Agenda digitale se rinviare il pacchetto che non deve essere visto come un ”discorso chiuso”, ma per Pellerin ”abbiamo bisogno di più tempo per pensarci, anche se so che il tempo non è dalla nostra”.

Il pacchetto presentato l’11 settembre prevede, nel dettaglio, la creazione di un regime unico di autorizzazioni per gli operatori votato ad agevolarne l’espansione delle proprie attività su altri mercati europei. Di fianco, il piano prevede una riduzione nel numero dei “mercati rilevanti” e regole più uniformi per l’accesso alle reti possedute da altri operatori. Il perno di tutte queste misure è un’iniezione di semplificazione nella giungla di regole e regolamenti che innerva i differenti mercati.

Altrettanto rilevante è l’ulteriore giro di vite sul roaming. A partire dal 1 luglio 2014 sarà soppresso per legge l’obolo pagato dagli utenti che ricevono chiamate all’estero all’interno dell’Ue. Al contempo, gli operatori mobili saranno incoraggiati a formare alleanze transazionali per offrire ai propri clienti piani tariffari paneuropei. Mentre, come già previsto dall’ultimo regolamento sul roaming, entrano definitivamente in scena gli obblighi sul “decoupling”: vale a dire quel meccanismo attraverso il quale il consumatore potrà avvalersi di fornitori di roaming internazionale diversi da quelli selezionati dal proprio operatore mobile. E non finisce qui. Per quel che riguarda le chiamate intracomunitarie da fisso, gli operatori non potranno più fatturare prezzi superiori alle tariffe per le telefonate domestiche interurbane.

Sul fronte net neutrality si proibirà a tutti gli effetti agli operatori di rete di bloccare o restringere il traffico. Ma resta aperta la possibilità di erogare “servizi speciali”, in pratica “prioritari”, fin tanto che questa pratica non interferisca con la velocità di connessione promessa al consumatore.

Ce n’è anche per lo spettro. La Commissione esige più coordinamento sulle tempistiche e modalità di assegnazione delle licenze.

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