Nuovo capitolo nella guerra delle tlc argentine, descritto
dall’inviato a Buenos Aires de Il Sole 24 Ore, Roberto Da Rin.
Cristina Fernandez de Kirchner ha annunciato “l’esclusione dal
mercato televisivo delle grandi compagnie telefoniche che operano
nel Paese (Telecom Argentina e Telefonica). Il provvedimento è
stato inviato al Parlamento che in questi giorni dibatte la riforma
del settore delle telecomunicazioni”, spiega Da Rin. Se la legge
sarà approvata, “porrà fine alle ambizioni di Telecom Argentina
(controllata da Telecom Italia) e della spagnola Telefonica.
Entrambe erano infatti interessate a partecipare al triple play,
cioè l’utilizzazione delle loro reti per offrire un unico
abbonamento agli utenti: telefonia, internet e programmi televisivi
via cavo”.
Il dibattito sulle tlc è quanto mai acceso a Buenos Aires: la
riforma ha già suscitato la rivolta dell’opposizione e del
gruppo editoriale Clarin, danneggiato dalla nuova legge sulla
concentrazione. Ma la “presidenta” è convinta che il Paese
debba rinnovare l’ordinamento sulle tlc (quello attuale risale
alla dittatura militare degli Anni ’70-‘80) e decisa a
“scongiurare la nascita di un nuovo monopolio”, come sottolinea
Da Rin, “ovvero un’eccessiva concentrazione di potere politico
e mediatico”. Con le nuove disposizioni, sembra che “parte
delle frequenze verrà destinata a Ong e società civile ponendo
forti limitazioni alle quote di mercato detenute da un singolo
gruppo”. Ma secondo gli avversari, si tratterebbe di “un
tentativo di allargare il consenso del governo concedendo spazi a
realtà politicamente affini”.