BANDA ULTRALARGA

La rete in fibra di Terna: l’Enel ci farà un pensierino?

La società di Del Fante dispone di una rete ottica di 12.000 chilometri, diffusa in tutte le regioni. E la sta implementando. Potrebbe venire utile a Enel Open Fiber per accelerare il cablaggio

Pubblicato il 30 Giu 2016

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Cercare nei documenti ufficiali, sarebbe fatica sprecata e tempo perso: non c’è nulla. E sarebbe altrettanto inutile andare a scovare fra quei piani che a volte le aziende tengono nascosti nei cassetti per tirarli fuori al momento giusto, nel caso vengano buoni: zero assoluto.

Eppure, da qualche tempo è una cosa di cui si comincia a parlare. Negli uffici di Terna, ma anche in quelli dell’Enel. E questo qualcosa di così misterioso è la rete di telecomunicazioni in fibra ottica di Terna. La società, specializzata nella trasmissione di energia elettrica, possiede oltre alle linee ad alta tensione anche una rete di cavi ottici che attraversa tutta l’Italia in maniera ramificata. Basta guardare la cartina che correda questo articolo per coglierne capillarità e importanza.

Non molti lo sanno, ma l’azienda guidata da Matteo Del Fante ha infatti a disposizione Enet, una rete di telecomunicazioni in fibra lunga oltre 12.000 chilometri. Iniziò a posarla l’Enel nel lontano 1997 quando dentro le “funi di guardia” aeree (qualcosa di interrato c’è solo a Milano e Torino) vennero collocati fasci di 12 coppie di fibre ottiche utilizzate da Wind (allora apparteneva all’Enel) come infrastruttura portante della propria rete trasmissiva di telecomunicazioni. Tommaso Pompei, ora a capo di Enel Open Fiber, probabilmente se la ricorda ancora, visto che allora era alla guida di Wind.

Separatasi da Enel a fine 2005, Terna, a seguito del catastrofico black-out del settembre 2003 e al fine di avere una infrastruttura di telecomunicazione più “robusta” si dotò di una propria rete separandosi di fatto dai provider. Undici coppie ottiche della rete Enet rimasero di proprietà di Wind, mentre Terna si limita a curarne la manutenzione. Una coppia di fibre lunga quanto l’intera rete è invece stata comprata da Terna ed illuminata con propri apparati attivi.

I due cavi ottici divenuti di sua proprietà sono utilizzati da Terna per funzioni delicate come controllo e teleconduzione della più importante rete italiana di trasmissione elettrica. Ma servono anche ad offrire servizi di videosorveglianza delle 175 stazioni Terna collegate ad essa e a fornire una rete intranet a banda ultralarga su tali impianti. Memoria di tutto ciò potrebbe averla un altro protagonista delle tlc attuali: Flavio Cattaneo, oggi amministratore delegato di Telecom Italia ma allora numero uno proprio di Terna.

La società oggi guidata da Del Fante, dopo l’acquisizione della coppia ottica e la messa in servizio della sua infrastruttura tlc, dal 2009 ha messo a punto un piano per collegare in fibra le restanti 300 stazioni elettriche sinora non servite. Tale piano prevede ulteriori 6.000 chilometri di fibra a 24 coppie totalmente di proprietà Terna. Gli impegni finanziari non appaiono particolarmente esorbitanti visto che il costo si aggira sui 10.000 euro a chilometro: un piano di ampio respiro potrebbe inoltre consentire significative economie di scala.

Il risultato sarebbe una rete di telecomunicazioni ottica capillare, presente nelle aree ricche ma anche in quelle a fallimento di mercato. Oltre ad essere particolarmente performante visto che oggi, a differenza del passato, si posano fasci di 48 fibre, tutte di proprietà di Terna e non anche di Wind come all’inizio.

Per di più, essendo ormai giunta, o quasi, al limite fisico di tenuta la vecchia rete a 24 fibre di Enet, quando si presenta una necessità manutentiva essa viene automaticamente sostituita con una nuova infrastruttura a fasci di 48 fibre, di cui 22 restano a Wind e le altre sono tutte di Terna.

Insomma, in Italia esiste una rete di telecomunicazioni in fibra ottica nascosta, diffusa a macchia di leopardo in tutte le regioni, collegata a quella elettrica Enel nei punti in cui Terna fornisce l’elettricità alle cabine della società guidata da Francesco Starace. Non è dunque un caso che di questo si cominci a parlare dopo la discesa in campo di Enel Open Fiber. Perché non fare un matrimonio, almeno commerciale, fra due reti che tecnicamente potrebbero integrarsi benissimo? Un dossier che Starace, Pompei e Del Fante potrebbero presto trovarsi sui loro tavoli

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