CONSIGLIO UE

Letta: “Tlc, la nascita di campioni europei un bene per il mercato”

Il premier spinge sul Tlc single market: “Una maggiore integrazione facilita la nascita di compagnie in grado di competere con i grandi player extra Ue”

Pubblicato il 25 Ott 2013

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La nascita di “grandi campioni europei delle Tlc” è un bene per il mercato Ue. Lo ha detto il presidente Consiglio, Enrico Letta evidenziando che questo trend sarà facilitato dall’ulteriore integrazione del mercato Ue delle Tlc. Senza fare alcun riferimento a Telecom Italia, il premier ha spiegato in occasione del consiglio Ue che “la maggiore integrazione europea vuol dire la nascita potenziale di grandi campioni europei che siano in condizione di giocarsela con i loro competitors giapponesi, cinesi e americani principalmente. Questo rappresenta un punto positivo sul quale l’Italia si è battuta nei giorni scorsi”.

Ecco perché – secondo Letta – sul mercato unico delle tlc bisogna farcela entro la fine della legislatura europea. E’ molto importante la decisione di andare avanti speditamente sul mercato unico delle tlc”.

Dal Consiglio Europeo di Bruxelles arriva una “scossa al mondo delle telecomunicazioni in Europa, molto significativa e importante, una buona notizia per i consumatori e per il sistema delle imprese”, ha poi sottolineato.

Letta ha fatto l’esempio della volontà di “abbattere il roaming per introdurre un meccanismo funzionante” e meno costoso per cittadini e imprese. Il premier ha spiegato che c’è “la consapevolezza da parte di tutti che negli anni ’90 l’Europa era all’avanguardia nelle telecomunicazioni, ma in 15 anni ci siamo giocati il vantaggio che avevamo acquisito, perche’ il tema della dimensione di scala è diventato quello più rilevante. I grandi operatori americani, cinesi, giapponesi, hanno finito per battere gli operatori europei”. Ora, ha proseguito ancora Letta, si è presa una decisione “in controtendenza rispetto alle scelte di questi tempi, che portano a rinazionalizzare in tempo di crisi economica” di puntare verso una “maggiore integrazione europea, che vuol dire un’Europa più competitiva, la nascita potenziale di grandi campioni europei in grado di giocarsela con i loro competitor mondiali”.

L’Italia preme dunque affinché sull’Agenda digitale europea si agisca “prima della fine della legislatura del Parlamento europeo. “So che è un obiettivo ambizioso e non semplice – ha concluso – ma se non ce la facessimo sarebbe un pessimo segnale, perderemmo un sacco di tempo e sarebbe un messaggio negativo”.

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