Viaggia veloce la Gran Bretagna di Gordon Brown con la Banda larga
ad almeno 2Megabit entro il 2012 per tutti i sudditi, anche quelli
che abitano le aree più nascoste del Paese, secondo quanto
promette l’atteso piano “Digital Britain” presentato dal
Ministro delle Comunicazioni Lord Carter. (Scarica il testo
integrale del rapporto)
In linea con il piano italiano di Paolo Romani che prevede,
appunto, un minimo di 2Megabits per tutti entro tre anni, il
Rapporto inglese indica due step: “Il primo – si legge – è
quello del diritto alla Rete di oggi, il secondo il diritto alla
Rete di domani”. Assicurare il primo significa colmare quel
rimanente 15% di digital divide portando in tre anni la Banda larga
in tutte le abitazioni con collegamenti sia fissi che wireless,
obiettivo “confermato” del “Universal Service Broadband
Commitment”. Il Secondo: “Supporto pubblico alla rete di
domani, in modo che i consumatori di domani che non sono raggiunti
dal mercato possano usufruire delle reti di prossima generazione.
Un progetto che si estende a tutto ciò che concerne
l’installazione di queste Reti. L’impegno al servizio
universale e quello delle reti di Nuova generazione sono due
progetti distinti – si legge nel Digital Britain – e vanno
sviluppati in successione”.
200 milioni di sterline è il prezzo stimato per iniziare la
definitiva copertura della Banda larga, per un mix di tecnologie
che vanno dalla Dsl al Wirless al satellitare. I fondi verranno
reperiti in parte da finanziamenti pubblici diretti, tramite il
canone di abbonamento alla Tv pubblica Bbc – i cui introiti sono
pari a 3,6 miliardi di sterile l’anno – , in parte da contributi
di partner privati o provenienti da altre organizzazioni del
settore pubblico, dalle regioni che beneficiano della
connettività, mentre il resto lo pagheranno i consumatori
attraverso una tassa su ogni linea telefonica fissa di 50 pence al
mese.
Attualmente in Uk sono connesse l’80-85% delle famiglie. Il nuovo
piano prevede che i due maggiori operatori – British Telecom e
Virgin Media – portino la fibra ottica anche nelle campagne
inglesi. Resta però la problematica legata al rapporto
costi/benefici che sconsiglierebbe – dicono gli operatori – di
portare la banda larga nelle zone periferiche della Gran Bretagna.
Problemi facilmente superabili: “Già quest’estate – si legge
infatti nel Rapporto – per il 50% delle famiglie, servite dal
cavo nazionale di rete della Virgin Media Ltd, dovrebbe essere
disponibile una velocità di connessione di più di 50Mbps. In
più, secondo Lord Carter – “in seguito alle decisioni da parte
del regolatore Ofcom che hanno fornito una maggiore certezza
normativa, BT Group è stato incoraggiato – da una prima indennità
di budget nel capitale 2009 e dalla necessità di rispondere
competitivamente – ad accelerare i propri piani per la fibra
ottica. La rete di BT coprirà così il primo milione di case”.
Poi c’è anche “lo stanziamento di 100 milioni di sterline
approvato nel bilancio 2009 per il programma “Yorkshire Digital
Region” che fornirà un’utile prova regionale per la prossima
generazione di reti digitali”.
Il progetto di Lord Carter tocca però l’intero sviluppo dei
servizi che accompagnerà quello della copertura Internet, e cioè
lo sviluppo entro il 2015 dei servizi radiofonici in digitale e con
le tecnologie più avanzate. Entro quella data, infatti, il
rapporto stabilisce la fine delle trasmissioni radio Am e Fm
sostituite interamente da quelle digitali. Cambiamento questo che
rischia però di abbattersi pesantemente sul gettito pubblicitario
delle emittenti pubbliche come Channel4. È per questo che nascerà
una partnership tra Bbc e C4 che consentirà alla seconda di avere
parte dei fondi del canone. A fare compagnia al quarto canale sarà
anche il network regionale Itv che godrebbe dei finanziamenti in
quanto garantisce la copertura dei servizi digitali. Al capitolo
operatori mobili, invece, vengono inglobati nella licenza del
canone anche gli operatori mobili 3G, di terza generazione, con lo
scopo di aiutare lo sviluppo delle infrastrutture della banda larga
mobile.
Non ultimo viene il capitolo sulla pirateria informatica, definita
“furto a scopo di lucro” e per questo “perseguita come tale
attraverso il diritto penale”. Linea morbida però quella di Lord
Carter e Gordon Brown che parte dal presupposto che – si legge
nel Rapporto – “il Governo ritiene che ci siano evidenti prove
che la maggior parte delle persone preferirebbe non violare la
legge” . Per questo il primo impegno per l’Uk è “fornire un
quadro che favorisca la crescita del diritto dei mercati per il
download a basso costo, convenienti e di facilmente accessibili per
i consumatori”. Per quanto riguarda le restrizioni vere e
proprie, invece, Lord Carter prevede di delegare al regolatore
Ofcom la responsabilità di notificare le violazioni del copyright,
segnalare i nomi dei “pirati” per consentire ai proprietari dei
diritti di rivolgersi al Tribunale, e, in caso estremo, solo di
rallentare e non staccare la connessione ai recidivi.
Prossimo appuntamento per il Digital Britain la discussione per
integrarlo nella legge che regola l’intero settore.