Mvno, la strategia low cost non basta più

La guerra dei prezzi con i big non è sostenibile: bisogna distinguersi per essere appetibili. E i “piccoli” dovranno reinventarsi puntando sull’innovazione dell’offerta

Pubblicato il 06 Feb 2014

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L’innovazione potrà sbocciare quest’anno anche dagli operatori mobili virtuali considerabili “minori” per quota di mercato. Anzi: loro più degli altri ne avranno bisogno per sostenersi in un settore dove ha sempre meno senso la guerra dei prezzi con i big e dove diventa sempre più importante avere una buona massa critica per stare in piedi.
Aspettiamoci che questi operatori punteranno tutto su servizi e tariffe originali basati su internet mobile; alcuni di loro proveranno a varare anche le prime applicazioni “internet delle cose”, come dicono da Tiscali e da Noverca al Corriere delle Comunicazioni.

I dati dicono che questi due siano tra i più piccoli in assoluto, sul mercato. Eppure, a conferma di quanto sia necessario guardare avanti se si è piccoli, Noverca è stato il primo Full Mvno italiano (su rete Tim). Lo è diventato prima ancora che questa evoluzione diventasse sinonimo di crescita opportuna per distinguersi dai big e stare sul mercato.
“Essendo Full Mvno, possiamo ospitare altri virtuali sui nostri sistemi. Ne abbiamo già due e altri tre contiamo di conquistarne nel 2014”, dice Davide Carnevale, responsabile marketing di Noverca Italia, che ha 110 mila utenti (circa il 2% di quota tra i virtuali). Vendere il servizio ad altri virtuali aiuterà Noverca sulla strada verso i primi profitti (non ancora raggiunti). Noverca inoltre può utilizzare questi operatori terzi per entrare indirettamente in altre nicchie di mercato (come quello etnico). Non basta, l’operatore è consapevole che serve più massa critica: “Puntiamo a un milione di clienti. La nostra strategia 2014 ci vedrà quindi aumentare i punti vendita e lanciare applicazioni innovative, come già Noverca Plus (crea una sim virtuale ed è rivolta soprattutto agli italiani che vivono all’estero)”. “Quest’anno lanceremo inoltre le offerte M2M, dove i margini di profitto sono altissimi. Avranno un canone fisso per gestire le varie sim che entreranno in apparecchi vari, dall’antifurto dell’auto alla macchinetta del caffè”.

Sta pensando a questo mercato anche Tiscali (che è su rete Tim): “Potremmo occuparci di servizi per i contatori elettrici. L’obiettivo è avere molte sim con poco traffico, grazie al M2M”, dice Luca Scano, il direttore generale. Per il resto “nel 2014 la strategia continuerà a essere quella di avere offerte economiche a pacchetto e di puntare a convertire, ai servizi mobili, i nostri utenti domestici”.

Nei dati dell’Osservatorio trimestrale Agcom, Tiscali e Noverca rientrano nella categoria “altri”, che fanno insieme un 13% di quota di mercato. Sono dati di settembre, però; quindi prima della caduta di Bip Mobile che, con i suoi (ex) 220mila clienti era il più grosso tra gli “altri”. Dopo i due big tra i virtuali – Poste Mobile e Fastweb -, Agcom riporta i nomi di Coop Italia (8,1%, circa la metà della quota Fastweb), Erg Mobile (6,5%), Daily Telecom (4,6%). Sono dati da misurare sul totale delle sim dei virtuali, 5,2 milioni. Coop (su Tim) ed Erg (Vodafone) fondano la strategia su offerte che fanno sinergia con i propri punti vendita tradizionali. Coop quindi fa ricaricare la sim con i punti della spesa. Erg ha un doppio sistema: dà sconti carburante agli utenti mobili e offre minuti gratis con la carta fedeltà che si alimenta a ogni rifornimento. Daily Telecom invece è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel mercato etnico cinese.

L’elenco dei minori sarebbe lunghissimo, visto che sono 26 i virtuali attivi (escluso Bip). Analoghi di Coop, quindi provenienti dalla grande distribuzione, sono A-Mobile (su Wind) di Auchan e Uno Mobile di Carrefour (su Vodafone). Il virtuale di Conad è scomparso nel 2009. Tra quelli che puntano sul mercato etnico si distingue anche Lycamobile (presente in 16 Paesi nel mondo, 8 milioni di utenti) e già Full Mvno in Italia (su rete Vodafone). Dà chiamate a basso costo verso molti Paesi in via di sviluppo, tra cui Romania, Marocco, Brasile, Albania, Cina, Russia e Ucraina (da un cent al minuto in su). Gratis, verso altri utenti Lycamobile di altri Paesi.

Operatori fissi che hanno un virtuale sono anche BT Italia (su Vodafone), che pure punta molto sulle tariffe internazionali da un cent in su; Noitel, Terre Cablate, Digitel, Icn, tra gli altri. È possibile che alcuni scompariranno nel 2014. Certo è che la strategia delle tariffe low cost, su cui si fonda la maggior parte di questi soggetti, sarà sostenibile solo per pochi: per chi presidia una nicchia (etnica) e per chi fa sinergia con il proprio business principale sulla grande distribuzione. Tutti gli altri dovranno accelerare sul sentiero dell’innovazione, per restare sul mercato.

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