I fatti al centro della causa risalivano agli anni 2010 e 2011. Secondo l’accusa la Onda avrebbe acquistato da società materiale di telefonia come chiavette Usb, schede e quant’altro e le avrebbe cedute a società di diritto estere comunitarie e non, pagando l’Iva soltanto per gli acquisti da società italiane ma facendo risultare l’Iva a credito globalmente: in ballo c’erano 25 milioni di euro.