È il momento “dell’orgoglio telco” italiano ed europeo: dopo anni di crisi la svolta è possibile, purché ci siano le strategie degli operatori e la volontà dei regolatori. Lo ha affermato Andrea Rangone, Professore di Digital Business Innovation & Entrepreneurship del Politecnico di Milano e Presidente di Nextwork360, nel suo intervento a Telco per l’Italia in cui ha fornito numeri e trend del settore.
Non tutti i numeri sono negativi: nel B2b e nell’Ict le telco crescono, e ciò evidenzia il loro ruolo ormai consolidato come fornitori di servizi, in particolare cloud e di cybersicurezza. Ma la filiera resta insostenibile, ha sottolineato Rangone, perché i margini sono striminziti e il ritorno sull’investimento, soprattutto in Italia, bassissimo. Le telco stanno mettendo in atto, con decisione, le loro strategie per sopravvivere in questo contesto – dalla diversificazione del business al consolidamento, finalmente avviato in Italia e in Europa.
Ma non basta. Rangone ha voluto soffermarsi sullo scenario futuro, che vede nella separazione tra network company e service company la vera chiave di volta, purché le autorità sostengano adeguatamente questa dinamica. E sarà l’inizio di una rinascita, che renderà obsoleta persino la contrapposizione tra telco e over-the-top.
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I ricavi delle telco in Italia: numeri e trend
Rangone è partito dai numeri che descrivono l’andamento degli operatori. Nel 2023 i ricavi retail delle telco crescono del 2%, con dinamiche in contrapposizione: continuano a diminuire i ricavi da rete mobile mentre crescono i ricavi da rete fissa (+4%), anche grazie alla componente Ict (che pesa circa il 60% della crescita).
Ma in 13 anni (2010-2023) i ricavi retail risultano in calo del 32%, con quelli da rete mobile che crollano (-40%) e quelli da rete fissa che contengono le perdite a – 23% grazie alla crescita del B2b e del segmento Ict.
Ruolo crescente nel mercato Ict
Rangone ha sottolineato come sia il B2B (ovvero i servizi rivolti a imprese e pubbliche amministrazioni) il segmento che brilla : dal 2014 al 2023 i ricavi retail B2b delle telco hanno un tasso di crescita annuale (Cagr) pari all’1,3%, di cui da rete mobile +0,5%, da rete fissa +1,7% (spinto dalla componente Ict).
“Si tratta di un indicatore del nuovo ruolo degli operatori telco nel settore tecnologico”, ha sottolineato.
In particolare nell’offerta di servizi cloud e cybersecurity, il peso delle telco è rispettivamente pari al 25% e 16%.
Margini e Roi: “Investimenti delle telco insostenibili”
L’Ebitda delle telco continua a diminuire – risulta più che dimezzato in dieci anni – mentre gli investimenti continuano ad aumentare: da questo punto di vista i trend continuano a penalizzare le telco.
Inoltre, nel corso del quinquennio 2018-22, il gap tra il RoI delle telco in Emea e quello delle telco in Italia si è enormemente ampliato e addirittura nel 2023 il Roi degli operatori in Italia ha sfiorato quota zero.
“Il Roi delle Tlc in Italia è costantemente inferiore al costo del capitale e questo nel lungo periodo disincentiva gli investimenti“, ha dichiarato Rangone. “Lo spread tra ritorno dell’investimento e ritorno del capitale è troppo basso, anche in Europa”.
Telco, strategie attuali e future. Rangone: “Serve la disruption”
Come agiscono gli operatori di fronte a queste sfide? Sicuramente tagliano i costi e continueranno a farlo, anche con l’aiuto dell’AI, che da questo punto di vista darà un grande contributo, ha sottolineato Rangone. Ma il professore si è concentrato soprattutto sulle strategie di attacco: si punta, ovviamente, sui mercati B2b e Ict che generano valore, sul consolidamento e sulla diversificazione nel mondo utility, dove i ricavi sono forse ristretti, ma l’impatto sui margini è importante.
“Ma non basta”, ha detto Rangone. “Ci deve essere anche la disruption”.
Lo scenario futuro potrebbe essere quello “dell’orgoglio telco italiano ed europeo” e potrà realizzarsi, se dobbiamo ascoltare i segnali del consolidamento di quest’anno e “se i regolatori opereranno da illuminati”, ha affermato Rangone.
Il futuro nella separazione tra NetworkCo e ServiceCo
La rinascita delle telco si leghertà alla separazione strategica tra NetworkCo e ServiceCo con cui “finalmente l’Europa trasforma un’industria diventata una debolezza in una forza“, ha affermato Rangone. Da un lato avremo le NetworkCo, attori che gestiscono infrastrutture di rete con un modello NaaS in uno scenario di consolidamento non più solo italiano ma europeo.
“Le autorità dovranno agevolare il processo sia di scorporo, prima, che di aggregazione dopo“, ha evidenziato Rangone.
Dall’altro lato ci saranno le ServiceCo, attori specializzati nell’offerta di servizi di connettività e servizi a valore aggiunto. Rangone prefigura la proliferazione delle aziende di servizio, molte specializzate su mercati verticali (Ict, media, retail, …), con la connettività che sarà inserita a integrazione di servizi a valore aggiunto.
“Ci sarà un’ampia competizione tra tanti player specializzati, ma questa concorrenza non si giocherà sul prezzo, bensì sulla value propostion“, ha detto Rangone: “Ci saranno le cloud telco, le media telco, le Ict telco, e così via, e non avrà più senso la contrapposizione telco-Ott”.
Con un quadro armonizzato legislativo-regolatorio “finalmente pro network e pro futuro“, ha concluso Rangone, “possiamo riprenderci la leadership nelle Tlc che avevamo”.