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Rete nazionale Netco-Open Fiber: la vision dei politici



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Necessario approfondire il “modello” a garanzia dell’operatività e c’è anche una questione di governance. Ma al netto delle “tifoserie” la vera sfida sarà garantire la banda ultralarga a tutti i cittadini

Pubblicato il 26 giu 2024



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Con lo spin off della rete Tim torna protagonista anche il dossier rete unica nazionale. La rete unica può davvero essere driver di sviluppo economico e sociale? Maurizio Gasparri, Senatore Forza Italia, sposta i riflettori su un quesito decisamente più ampio, che a suo dire rappresenta il vero problema del domani: “In che mondo vivremo? La separazione della rete è qualcosa cui ormai siamo arrivati: ora si tratta di vedere cosa accadrà nell’operatività”, non nascondendo un riferimento in particolare al fronte occupazionale. Anche per Antonino Iaria, Deputato Movimento 5 Stelle, la risposta al quesito sta in un’altra domanda: “Chi controllerà questo asset? Non scordiamo – fa notare intervenendo a Telco per l’Italia 2024 – che chi controlla le connessioni controllerà gran parte della nostra società”.

Decisamente più “laica”, invece, la posizione di Giulia Pastorella, Deputata Azione: “Il tema è semmai la differenza tra aree nere, bianche e grigie: la rete unica è la miglior soluzione alle varie problematiche o è più vantaggiosa la presenza di diversi player? Ogni situazione ha le sue peculiarità e la politica deve guardare soprattutto allo scopo, evitando prese di posizione preventive. La copertura totale deve essere l’obiettivo”.

Gasparri: “Necessario coniugare economia digitale ed equità sociale”

La rete – chiarisce Gasparri – ha una “valenza certamente strategica, ma anche occupazionale e questo non può essere trascurato. Anche la politica deve vedere quel che succede: quello dell’economia digitale è un mondo con molte incognite, ma anche con grandi prospettive, come dimostra il paragone rispetto al passato”.

Gasparri fa anche riferimento a un tema a lui caro, che mette sul piatto – afferma – da “osservatore attento”: “A volte la possibilità di agire usando le reti altrui ha consentito guerra tariffaria che ha messo in difficoltà operatori più grandi, causa gli alti costi che questi devono sostenere: ne consegue che il costo troppo basso del servizio dati e telefonia ha determinato concorrenza osservata dalle Autorità. Ultimo riferimento ai Giganti della Rete, che stanno “svolgendo un’azione devastante sul mercato”: “Io non sono contro il progresso di un’economia digitale, ma se c’è un mondo che paga tasse di un certo peso e un altro mondo che paga l’1 o il 2 %, è ovvio che questo crea problemi, soprattutto quando poi la Global minimum tax fatica ad essere applicata. Questo è un tema che la organizzazioni sindacali si devono porre: è necessario coniugare l’economia digitale con principio di equità sociale”.

Iaria: “L’AI chiuderà molte porte, ma ne aprirà anche molte altre”

Antonino Iaria, Deputato Movimento 5 Stelle, fa notare che “se spostiamo possibilità che la gestione pubblica della rete diventi marginale, questo diventa un enorme problema, anche di politico”. Sulla rete unica, Iaria sottolinea la distanza che separa il movimento di Conte dalle politiche del Governo: “Siamo in pieno dissenso – chiarisce -, su questo così come sull’atteggiamento verso l’AI. Si parla in maniera distorta di intelligenza artificiale basandosi solo sui suoi aspetti ludici: in realtà è fondamentale considerare che questa aprirà nuove possibilità di lavoro e ne chiuderà moltissime altre. Ci saranno persone che perderanno lavoro, con impoverimento del potere di acquisto, ma anche aziende che decuplicheranno i loro introiti. Bisogna quindi pensare, a livello europeo, a un qualche tipo di redistribuzione, per far sì che il meccanismo diventi virtuoso. Non si tratta di fare assistenzialismo, ma di creare condizioni per far sì che l’AI possa creare nuove opportunità di lavoro”.

In questa fase – prosegue – i cambiamenti sono velocissimi: la politica deve individuare linee guida basata sulla consapevolezza che il mondo sta cambiando, e il cambiamento va governato. Parte di questo cambiamento è anche la banda ultralarga via satellite, che sta diventando sempre più protagonista nel settore, non solo come strumento anti digital gap. Che ruolo può svolgere l’Italia in questo settore?

“Nel Pnrr – ricorda Iaria – sono previsti investimenti su queste connessioni, ma certo è che un attore così dirompente come Elon Musk scompiglia le carte in tavola. Il tema è interessante perché i costi delle connessioni satellitari stanno diventando sempre più concorrenziali rispetto ai costi della fibra. Dobbiamo quindi chiederci se non sia necessario rivedere il tema delle connessioni e delle regolamentazioni delle nuove antenne: abbiamo in atto un dibattito complesso con amministrazioni locali e cittadini, e poi magari fra un anno tutto questo sarà superato da una connessione satellitare che potrebbe essere ben più concorrenziale ed efficace. Siamo in tempo per rivedere queste programmazioni, per riuscire a capire come le novità di mercato stiano cambiando lo scenario: vedo invece che il Governo ha un atteggiamento troppo legato a una concezione del passato. Va bene tassare meno le grandi multinazionali che fanno profitto, ma è la classica pagliuzza: la partita non si gioca con il protezionismo, ma a livello europeo, con azioni per contrastare anche questo tipo di minacce”.

Pastorella: “Diversificare è la chiave per garantire resilienza”

Forte della sua posizione “laica” sul tema rete unica, Giulia Pastorella si dice convinta che “la vendita della rete Tim era fondamentale per Tim stessa, in quanto era ormai una società ‘zavorrata’: grazie a questo passaggio – puntualizza -, mi auguro che ci saranno attori più competitivi nel mercato della telefonia”.

Sulla banda ultralarga via sat, Pastorella afferma che “l’investimento, che non deve essere una scusa per non investire più in infrastrutture di rete, va attenzionato” perché aiuta a “colmare il gap digitale ed è una componente chiave del puzzle che mira a migliorare la connettività del Paese”.
“In contesti come la guerra in Ucraina – ha fatto ancora notare la Deputata – Starlink è diventato un’arma a doppio taglio: senza voler fare allarmismi, sono convinta che diversificazione e presenza di più player e più tecnologie siano fondamentali per essere meno vulnerabili. Diversificare nella connettività è la chiave per assicurare la resilienza al nostro Paese”.

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