Trarre vantaggio dagli investimenti infrastrutturali degli ultimi dieci e generare utili. Questi gli obiettivi di Retelit di qui ai prossimi cinque anni, messi nero su bianco nel nuovo piano industriale 2013-2017. Negli ultimi dieci anni la società non ha dato molte soddisfazioni agli azionisti, ma ha creato in Italia una rete di cavidotti e fibra di 7.500 Km, strategicamente vicina a 5.000 capoluoghi italiani e terminante, dal lato Sud, in Libia: ritenuta oggi la “porta D’Africa” per lo sviluppo telematico del continente nero.
“Non è un piano industriale che cambia il nostro Dna, è alla portata delle nostre risorse e dell’attuale business”, spiega Gabriele Pinosa, presidente e board chairman di Retelit. I punti chiave del piano riguardano il rafforzamento sul mercato wholesale (ossia della rivendita di connettività ai gestori) con più punti d’interconnessione verso nuovi operatori, a cui si aggiunge lo sviluppo di servizi a più alto valore aggiunto per imprese e PA. Retelit prolungherà la propria rete ad alta velocità fino a Francoforte, “Oggi più strategica di Londra e Amsterdam come nodo delle reti europee”, spiega Enrico Mondo, general manager della società. A Francoforte stanno arrivando le terminazioni di rete dei tre principali operatori telco cinesi, con cui Retelit è in trattativa. Altri investimenti riguarderano le tratte di Marsiglia e Chania (Creta) per il Medio Oriente e il Far East.
Se da un lato l’azienda scommette sulla sempre maggiore necessità di banda dei gestori mobili suoi clienti (in particolare Vodafone e Wind), dall’altro punta sulla connettività d’impresa e del settore pubblico per ottenere maggiore redditività (queste componenti contano pochi punti percentuali sulla composizione del fatturato). Nel mirino ci sono medie aziende (50-250 persone), ospedali, scuole, la Difesa, servizi di disaster recovery, broadcast, sicurezza gestita, a cui Retelit può offrire banda da 2Mbs a 2Gbs, nuovi servizi Vpn, capacità Noc e strutture data center proprie. La società non intende far concorrenza ai cloud provider “Alcuni Ott sono nostri clienti e non è il nostro mestiere – precisa Mondo -, ma vogliamo lavorare con gli abilitatori del cloud, Vad, e gli integratori di servizi alle imprese”.
“Abbiamo le risorse che servono per crescere”, ha precisato Pinosa riferendosi alla composizione tecnica e non speculativa dell’attuale board Retelit oltre ache alla forte motivazione industriale dell’azionista di maggioranza Lybian Post Telecommunication IT Company. L’obiettivo del piano è riportare Retelit in profitto entro il 2014, arrivare a un fatturato di circa 74 milioni di euro e a una posizione finanziaria netta di 49,4 milioni nel 2017 (oggi il fatturato è di 37 milioni). La società investirà nei prossimi cinque anni 75 milioni di euro, di cui 49,2 per la rete. Dalla prevista vendita della divisione WiMax conta invece di recuperare 29 milioni di euro.