MERCATO

Rush per Sprint, con Dish non è detta l’ultima parola

I giapponesi di SoftBank sono in pole position per l’acquisizione del terzo principale carrier americano, ma le tattiche aggressive di Ergen potrebbero riservare sorprese

Pubblicato il 12 Giu 2013

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La nuova offerta presentata ieri da SoftBank per Sprint Nextel rappresenta una svolta nella gara per aggiudicarsi l’ambito operatore mobile americano. La pur aggressiva offerta concorrente di Dish Network sembra destinata a essere messa da parte. Ma l’esito finale del braccio di ferro tra le due contendenti non è poi scontato.

Quando il presidente di Dish, Charlie Ergen, ha messo sul piatto 25 miliardi di dollari per Sprint, lo scorso aprile, analisti e addetti ai lavori dell’industria mobile sono rimasti molto sorpresi – nonostante Dish sia nota in America per le sue mosse audaci. Ergen è anche famoso per il suo carattere litigioso che lo ha portato a entrare in un’accesa gara al rialzo senza esclusioni di colpi (e attacchi verbali) con il provider di telecomunicazioni giapponese e il suo patron, il miliardario Masayoshi Son.

La cospicua offerta di Dish e la sua visione di un nuovo provider che unisce la tv via satellite con i servizi di telefonia mobile e Internet sono però stati presi in seria considerazione da Sprint. Almeno finché Ergen non ha cominciato a confondere SoftBank, Sprint, analisti e i suoi propri advisor con una serie di manovre e tattiche.

Tanto per cominciare, Dish ha lanciato una campagna mediatica in cui ha messo in dubbio l’opportunità di legare Sprint al provider giapponese SoftBank a causa di timori sulla sicurezza delle comunicazioni nazionali. Poi è diventata concorrente della stessa Sprint cercando di soffiarle l’acquisizione di Clearwire, pochi giorni dopo che Sprint aveva dato a Dish autorizzazione a condurre la due diligence per l’eventuale acquisizione.

La nuova offerta di SoftBank (che offre adesso per Sprint 7,65 per share, anziché 7,30, premiando gli azionisti dell’operatore ma prendendosi il 78% della compagnia anziché il 70%) cerca proprio di mettere fine alle tattiche di Ergen. Gli analisti sono convinti che la nuova proposta sia quanto basta per convincere il carrier americano al matrimonio coi giapponesi.

“L’innalzamento della componente cash dell’accordo sarà vista molto favorevolmente dagli azionisti di Sprint; il deal potrebbe essere chiuso per la fine di giugno”, afferma James Moorman di S&P Capital IQ. Intanto Paulson & Co, l’hedge fund che possiede il 7,7% delle azioni di Sprint, ha fatto sapere che voterà per l’accordo con SoftBank.

Le possibilità di Dish appaiono affievolite anche dal fatto che la break fee per l’accordo SprintSoftBank è diventata più salata di 200 milioni di dollari e Dish ha solo una settimana per presentare la sua “best and final offer”.

C’è però un’ombra importante nella nuova offerta di SoftBank. Dando più denaro contante e al momento della chiusura dell’accordo, SoftBank potrà infondere meno capitali in seguito nella nuova società, che invece avrebbe bisogno di solide risorse per competere con Verizon ed At&t, le leader del mercato mobile statunitense. Fonti vicine alle trattative sentite dal Financial Times sostengono inoltre che il valore di 7,65 dollari per share promesso da SoftBank sia teorico, non reale.

Comunque non è ancora scontata l’uscita di scena di Ergen, che potrebbe trovare un nuovo partner che lo appoggi nella contesa per Sprint o alzare la posta con i propri mezzi, come ha indicato anche Jonathan Chaplin della New Street Research in una nota agli investitori. Insomma, SoftBank ha più probabilità, ma con Dish e il suo imprevedibile chairman l’ultima parola non è mai detta.

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