La videocomunicazione? Una questione molto seria in casa Cisco. Al
punto da spingere l’azienda a mettere sul piatto 3 miliardi di
dollari per l’acquisizione di un colosso della videoconferenza:
la norvegese Tandberg.
“È un’operazione molto intelligente”, commenta l’analista
di Ovum, David Molony. “Nel suo portfolio Tandberg ha un
‘set’ completo di soluzioni per la videoconferenza. Cisco da
due anni a questa parte ha investito molto sullo sviluppo di
avanzati sistemi di videoconferencing, quelli che fanno leva sul
concetto di telepresenza. E l’integrazione con le tecnologie di
Tandberg consentirebbe all’azienda di dare un forte colpo di
acceleratore a questo segmento di business”.
Secondo Ovum il nascente colosso della videocomunicazione
Cisco-Tandberg non avrebbe rivali sul campo: le due aziende
insieme, dice la società di analisi, varrebbero – a merger fatto –
il 65% di marketshare nel comparto telepresenza e il 40% in quello
della videoconferenza.
Il condizionale è però d’obbigo: se è vero che il cda di
Tandberg ha già “raccomandato” agli azionisti di accettare
l’offerta (i 3 miliardi di dollari corrispondono ad un premio
dell’11% rispetto all’attuale valore di borsa di Tandberg) è
anche vero che prima della chiusura definitiva dell’operazione –
prevista per la prima metà del 2010 – qualcun altro potrebbe farsi
avanti con una proposta più conveniente (Hp e Microsoft le due
aziende in grado di controbattere).
Non solo: c’è già chi insinua dubbi sul valore reale
dell’operazione per Cisco.“È un’acquisizione che ha senso,
ma l’azienda paga un prezzo alto”, commenta Steve Blood, vice
presidente di Gartner. E la stessa Ovum che da un lato vede rosa
(sul fronte del portfolio hardware derivante dal merger),
dall’altro considera l’operazione troppo centrata sui prodotti
e poco sui servizi. “Cisco sta lavorando molto sullo sviluppo
della service architecture e delle attività di supporto, ma
l’acquisizione di Tandberg non va in questa direzione”,
puntualizza Molony. “E fra l’altro i servizi pesano per appena
il 16% sulle revenue di Tandberg”.
I dubbi, in sostanza, ruotano tutti attorno al Roi. E tra l’altro
bisognerà fare i conti con le contromosse dei concorrenti, che
certamente non staranno a guardare visto che ne va del loro
business. Secondo Catherine Trebnick della società di consulenza
IT Avian Securities “a questo punto cresce la possibilità di
un’alleanza, o merger che sia, fra Hp e Polycom”.
Quest’ultima detiene attualmente il 30% di quota nel mercato
mondiale della videoconferenza e secondo l’analista sarebbe la
più danneggiata dall’operazione Cisco-Tandberg soprattutto nel
lungo termine.
L’azienda però non potrebbe permettersi di andare avanti da sola
nella battaglia contro il “titano”. L’unica chance sarebbe
cercare un alleato o un acquirente.
Hp e Microsoft i due possibili candidati. Hp attualmente compete
con Cisco sul fronte delle soluzioni per la telepresenza, Microsoft
su quello della Unified Communication. Le soluzioni di Tandberg
erano considerate fra le più “appetibili” da integrare nella
piattaforma Uc di Microsoft con l’obiettivo di fornire servizi
integrati di videocomunicazione.
Ma il merger fra Tandberg e Cisco sposterebbe inevitabilmente
l’attenzione su quelle del concorrente Polycom, l’unico in
grado di fornire soluzioni high-level.
Un’altra illustre vittima, secondo gli analisti, sarà
l’israeliana Radvision provider di soluzioni per la
videoconferenza. Cisco è attualmente il maggior cliente della
società – pesa per il 39% sulle revenue – ma la liason con
Tandberg come primo effetto avrebbe inevitabilmente il consistente
ridimensionamento della fornitura, se non addirittura la totale
uscita di scena di Cisco dal portfolio clienti di Radvision,
considerato che le soluzioni della società israeliana, in diretta
concorrenza con quelle di Tandberg, risulterebbero “ridondanti”
(Cisco se ne troverebbe in casa di analoghe a seguito
dell’acquisizione). E non a caso la notizia del merger ha fatto
precipitare in poche ore il titolo Radvision del 32,8%.