Telecom Italia, Niel scopre la carte davanti alla Consob

Due ore di colloquio tra il manager francese e l’Autorità: sul tavolo l’acquisto delle azioni del gruppo italiano e i rapporti con Vivendi. Lanzillotta (Pd): “Subito audizione vertici Telecom e nuovi azionisti”. Intanto si complica la partita Ngn: Vodafone e Wind rinnovano gli accordi con F2i

Pubblicato il 03 Nov 2015

F.Me

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Sta per alzarsi il velo sulle reali intenzioni di Xavier Niel mentre ieri il presidente di Telecom Italia, Giusepe Recchi, si è recato al Ministero dell’Economia e ha incontrato il ministro Pier Carlo Padoan per relazionare sugli ultimi eventi che hanno riguardato il gruppo.

Il finanziere francese, numero uno di Free, che con una mossa a sorpresa ha acquisito una partecipazione potenziale del 15% in Telecom, ha visto questa mattina i vertici Consob per spiegare la sua operazione e i rapporti con l’altro socio francese, Vivendi. Il colloqui è durato due ore ma all’uscita Niel non ha rilasciato dichiarazioni.

Nel corso della riunione i commissari della Consob avrebbero chiesto chiarimenti in merito alle recenti mosse del finanziere francese che detiene una partecipazione potenziale del 15,1% in Telecom Italia, mediante contratti derivati. Infatti, la lente di ingrandimento della Consob e’ posta sul tipo di contratti sottoscritti da Niel, se cioé sono di matrice europea o americana. Il finanziere, infatti, non ha acquistato azioni Telecom, ma solo opzioni call. La modalità con la quale sono strutturate queste opzioni potrebbe svelare il suo vero obiettivo. Se fossero americane, gli darebbero la possibilità di entrare sin da subito in possesso delle azioni Telecom Italia. In questo modo, per esempio, Niel potrebbe richiedere la convocazione di un’assemblea per eleggere un nuovo Consiglio di amministrazione. Inoltre, se le opzioni fossero di tipo americano, Niel avrebbe anche la possibilita’ di rivendere subito le azioni Telecom, magari in un’eventuale Opa lanciata da terzi sin da subito.

Il finanziere ha dichiarato di avere sei differenti opzioni call che equivalgono al 10,03% del capitale di Telecom. Queste opzioni hanno scadenze comprese tra il giugno 2016 e il novembre 2017. Se la matrice dei derivati fosse europea, Niel dovrà necessariamente aspettare quelle date per entrare fisicamente in possesso delle azioni Telecom.

Cruciale sarà per la Consob capire se Niel abbia acquisito la sua quota in Telecom Italia di concerto con Vincent Bolloré, presidente di Vivendi che detiene circa il 20,03% di Telecom Italia. Nel caso in cui tra i due finanzieri ci fosse stato un accordo, infatti, Vivendi e Iliad, avrebbero di fatto ampiamente superato in Telecom I. la soglia del possesso del 25%, rilevante ai fini della normativa sull’Opa. Sarà poi compito della Commissione andare a studiare l’andamento del titolo Telecom e verificare se si sia mosso in modo anomalo in termini di prezzi e di volumi nel periodo in cui sono stati acquisite le opzioni sui titoli e subito dopo le prime indiscrezioni di stampa sull’ingresso del finanziere francese. Dopo l’incontro alla Consob, Niel non avrà alcun incontro con i vertici di Cassa depositi e prestiti che, tra l’altro, non hanno in programma incontri neanche con Vivendi.

Recchi ha relazionato il titolare di via XX Settembre sugli ultimi sviluppi relativi a Telecom Italia ma già sulle pagine del Corriere della Sera il manager ha raccontato di aver incontrato nel fine settimana Niel e aver avuto l’impressione di ”un imprenditore competente con un focus sulle tlc”, un ingresso nel capitale dunque definito ”amichevole” che intende ”offrire stimoli sia per il business model sia per l’efficienza operativa, in Brasile e in Italia”.

”Appena il dottor Niel verrà in Italia potremo esplorare eventuali suggerimenti che dovessimo ricevere” ha detto Recchi al Corriere e Niel è atteso a Roma già domani mentre il cda di Telecom è in agenda per giovedì 5 novembre. Il board deve esaminare i conti del terzo trimestre ma non è da escludere il tema finirà sul tavolo della discussione, insieme agli altri dossier aperti: quello della possibile integrazione con Oi e quello Metroweb. La partita sulla banda ultralarga si complica, ora che Vodafone e Wind hanno firmato una proroga alla lettera d’intenti con i fondi F2i e Fsi per possibili investimenti nella banda ultra larga mentre Telecom vorrebbe l’esclusiva.

La comunità finanziaria guarda anche alle possibili mosse di Vivendi ma per ora da Parigi non arrivano commenti e neppure indicazioni. Secondo Le Figaro il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré sta seriamente valutando di aumentare la sua quota in Telecom Italia a ridosso della soglia dell’opa, al 24,9%. Ma l’eventuale operazione non sarà facile dato che la media compagny ha passato gli ultimi anni a smantellare le partecipazioni nelle Tlc e a tenere sotto controllo il suo debito. Difficile, dunque, che possa caricarsi sulle spalle un debito ingente- seppur in miglioramento – come quello di TI.

Sulla vicenda Telecom la senatrice Pd, Linda Lanzillotta, chiede un’audizione in Parlamento dei vertici della compagnia e dei nuovi azionisti della società. La richiesta è arrivata durante i lavori della X Commissione Industria, Commercio e Turismo.

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