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Telecom: Opa “inammissibile”, governo a lavoro sulla rete

La commissione Bilancio del Senato ha dichiarato “improponibile per estraneità di materia” l’emendamento inserito nel decreto Salva-Roma. Intanto l’esecutivo sta valutando l’idea di una separazione del network sul modello della rete elettrica o del gas. L’allarme di Susanna Camusso: “Non vogliamo una succursale di Telefonica”

Pubblicato il 19 Dic 2013

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Il Governo starebbe valutando diverse ipotesi sul futuro della rete di Telecom Italia. Secondo quanto si legge sul Corriere della Sera, infatti, a Palazzo Chigi si fa strada l’idea di non escludere per le telecomunicazioni uno scenario come quello della rete elettrica o della rete del gas. In particolare, a interessare al Governo sono i piani di sviluppo e di investimenti sulla rete. Nel caso in cui questi non avvenissero o fossero insufficienti, conclude il quotidiano, il Governo potrebbe anche decidere di entrare direttamente in campo con l’imposizione a Telecom della separazione societaria o addirittura di vendita della rete.

Intanto il Senato fa saltare la “nuova Opa”. Secondo la commissione Bilancio la norma è “improponibile per estraneità di materia”. L’emendamento, che porta la prima firma di Massimo Mucchetti (Pd), era stato inserito nel decreto Salva-Roma.

Dopo tre mesi di battaglie in Parlamento e di dibattiti dentro e fuori il mondo politico e industriale, sembra dunque saltare la riforma che avrebbe potuto avere effetti ancghe sull’operazione Telefonica-Telecom.

L’emendamento prevedeva l’obbligo di offerta pubblica di acquisto anche per “chiunque acquisisca il controllo di fatto della società”, qualora “la partecipazione acquisita dia diritti di voto inferiori al 30% del capitale ordinario, purché superiore al 15%”. Per controllo di fatto “si intende il potere di nomina, con voto determinante in almeno due assemblee ordinarie consecutive, di un numero di amministratori in grado di esprimere la maggioranza deliberante per le materie di gestione ordinaria”. Si stabiliva quindi una seconda soglia al 15%.

La sorte della nuova Opa ha messo in allarme i sindacati. “L’intervento del Governo per far ritirare prima l’emendamento di modifica della legge sull’Opa e dichiararlo poi inammissibile, dimostra la non estraneità dello stesso su quanto sta accadendo a Telecom Italia e autorizza a pensare che l’accordo raggiunto tra i soci di Telco il 24 settembre era conosciuto e condiviso da parte dell’esecutivo – afferma una nota della Slc-Cgil – La reticenza nel commentare gli avvenimenti di questi giorni, non certo lusinghieri per il Paese e le sue istituzioni, rende verosimile che il Governo italiano abbia dato il suo consenso ad un percorso con gli spagnoli che terminerà con la fusione per incorporazione del gruppo italiano dentro Telefonica” continua la nota secondo cui “se così fosse saremmo di fronte ad un atto gravissimo perché il Governo si assumerebbe la responsabilità di determinare la fine di Telecom Italia a favore della costituzione di un gruppo di Tlc europeo che partirebbe con oltre 100 miliardi di debiti ed un interesse nullo ad investire in un mercato saturo come quello italiano”.

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha ribadito: ”Non è possibile che la nostra azienda diventi una succursale di Telefonica”. ”Come possiamo pensare di fare la banda larga – ha aggiunto – se poi nel nostro Paese non abbiamo piu’ un’azienda di telecomunicazioni. E questo e’ bene dirlo con franchezza al nostro Presidente del Consiglio”. ”Le privatizzazioni – ha concluso Camusso – in alcuni casi sono andate male ed hanno provocato problemi”.

Intanto sulla questione Telecom interviene anche Pippo Civati, deputato Pd. “Dove sono le Autorita’ di controllo italiane Consob e Antitrust? Cosa dice il governo? – si chiede civati – Può il Partito democratico restare in silenzio sul futuro di un grande gruppo industriale come Telecom, fondamentale per la realizzazione dell’Agenda digitale italiana e la modernizzazione del nostro sistema produttivo?”.

“Sulle sorti di Telecom Italia – aggiunge – in queste ultime settimane si sono espressi in molti. L’Antitrust brasiliano ha riconosciuto il conflitto di interessi di Telefonica in Telecom Italia. Ieri Deutsche Bank in un lungo report riconosce che le minoranze capitanate da Fossati hanno comunque raggiunto l’obiettivo di far venire alla luce il conflitto di interesse. I principali Proxy advisor (ISS e Glass Lewis) hanno riconosciuto l’esistenza del conflitto di interesse e indicato ai Fondi internazionali azionisti di TI di votare per la revoca dell’attuale Cda nell’assemblea di domani. Tutti in giro per il mondo si sono espressi, tranne le Autorita’ e la Politica italiana”.

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