Telecom Italia, i sindacati “promuovono” Patuano: “Strategia ambiziosa”

L’Ad illustra il piano industriale 2016-2018: 12 miliardi di investimenti in Italia, di cui 6,7 per l’innovazione. Slc, Fistel e Uilcom: “Si aprono nuove prospettive anche per i lavoratori”

Pubblicato il 07 Mar 2016

A.S.

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“Un piano coerente, più aggressivo rispetto agli anni precedenti. Finalmente si è deciso di investire sulla banda larga e sulla banda ultra larga. Ora finalmente si aprono nuove prospettive”. Lo afferma Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, commentando il piano industriale 2016-2018 di Telecom Italia che l’Ad Marco patuano ha presentato oggi ai sindacati. “E’ un piano buono anche se non è sempre in sintonia con la macchina organizzativa. Secondo noi – prosegue Azzola – c’è la necessità di adeguare la macchina organizzativa alla molle di investimenti che il gruppo intende fare. C’è ancora personale in solidarietà mentre gli investimenti massicci che si appresta a fare il gruppo richiedono la piena operatività dell’azienda”. Inoltre “c’è anche preoccupazione per il quadro regolatorio dell’Agcom e dell’Antitrust che – sostiene il sindacalista – potrebbe mettere a rischio posti di lavoro”. “Tutti i soci, anche i francesi, ha sottolineato l’ad hanno approvato il piano. La volontà di Vivendi di appoggiarlo dimostra che il suo è un investimento di lunga durata e, come ha detto Patuano, non ci sono problemi con il management. L’ad di Telecom non ha fatto trapelare timori circa il suo futuro”, conclude il sindacalista.

Di un “piano aggressivo, importante, che prevede un ulteriore sforzo in un momento in cui c’è bisogno di un riposizionamento del sistema Italia” parla Vito Vitale, segretario della Fistel Cisl. “Il fatto che un’azienda privata preveda 12 miliardi di investimenti in Italia avrà un grande ritorno per i livelli economici e finanziari del Paese”, prosegue facendo poi riferimento alla richiesta di Telecom di finenziamenti al Governo per la solidarietà espansiva: “Se il governo farà la sua parte, ci sarà anche la possibilità di assumere”. Alle richieste dei sindacalisti sul ricambio del management e sulle voci di uscita di Patuano, già smentite dall’azienda, Vitale racconta che “si sono avute rassicurazioni”. Patuano stesso ha sottolineato che “il primo azionista di Telecom Italia, Vivendi, ha mostrato grande condivisione del piano industriale”. Sulla questione Agcom-Open Access, infine, e sul dialogo aperto tra Telecom e l’Authority per un nuovo assetto della rete di accesso che consenta di garantire condizioni di parità agli operatori alternativi, “Se l’Agcom non dovesse accettare il piano di Telecom – conclude VItale – nascerebbero serie preoccupazioni sulla tenuta dei livelli occupazionali del settore”.

“Questo piano ci conferma leader nello sviluppo infrastrutturale e nella digitalizzazione del Paese. Prevediamo, infatti, di raggiungere a fine 2018 l’84% della popolazione con la fibra ottica e il 98% con la rete mobile Lte (4G)“, aveva detto Marco Patuano illustrando alle organizzazioni sindacali il Piano industriale 2016-2018, che prevede un’ulteriore accelerazione nel programma di investimenti nell’arco di piano, in continuità con quanto già realizzato nell’ultimo anno. Nello specifico, si legge in una nota di Telecom Italia, il piano prevede investimenti in Italia che sfiorano i 12 mld di euro, di cui circa 6,7 dedicati esclusivamente alla componente innovativa (Ngn, Lte, Cloud e piattaforme, Sparkle e Trasformazione).

Nello specifico, gli investimenti innovativi saranno indirizzati allo sviluppo della rete in fibra ottica, a cui sono dedicati 3,6 miliardi, all’estensione della rete ultralarga mobile Lte, per la quale sono previsti 1,2 mld e allo sviluppo delle attività di Telecom Italia Sparkle, cui saranno destinati circa 400 molioni nel triennio.

Focus strategico del nuovo Piano sul multimedia entertainment che comprende, tra le altre, le attività nel campo Video, Music, Gaming e Publishing. Grazie ai propri servizi Ict e Cloud, Telecom Italia, sottolinea l’azienda, continuerà inoltre ad affiancare le imprese italiane nel loro percorso di trasformazione digitale, con un approccio differenziato a seconda delle caratteristiche della clientela.

“Per il nostro gruppo il 2016 rappresenta un anno importante nel passaggio da Telco tradizionale a Digital Telco & Platform Company abilitatrice della vita digitale del Paese: un modello di business basato su infrastrutture innovative e un eccellente servizio al cliente – prosegue Patuano – che punta sempre più sulla diffusione di servizi e contenuti digitali premium offerti all’interno di una piattaforma personalizzabile. Un percorso volto a consolidare la nostra leadership e a supportare la crescita futura della nostra azienda”.

Nel segmento Mobile Domestico, Tim punta sull’accelerazione della diffusione di dispositivi smart e sulla commercializzazione di offerte bundle in grado di generare un maggiore Arpu, supportate anche da accordi esclusivi con produttori di device. E’ previsto che nel 2018 i clienti Lte rappresentino il 70% circa dei clienti Mobile Broadband, grazie alla copertura pressoché totalitaria del Paese a 75 Mbps, con picchi di 300 Mbps nelle otto principali città grazie all’utilizzo di tecnologie di carrier aggregation.

Nel segmento Fisso Domestico il gruppo prevede di ridurre la contrazione del numero di clienti già dal 2016, tendendo a una situazione di parità nel 2018, grazie all’accelerazione nell’adozione della fibra da parte dei clienti, il cui numero complessivo – retail e wholesale – dovrebbe raggiungere quota 5 milioni nel 2018 (1 milione in più rispetto al precedente Piano per la componente retail), il 40% circa del totale clienti Broadband.

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