Tim sarebbe in procinto di ricevere un prestito sindacato da 750 milioni di euro, garantito dall’agenzia italiana per il credito all’esportazione Sace. Il finanziamento, con durata quinquennale e concesso da un pool di banche, sarebbe destinato a supportare investimenti in infrastrutture, innovazione e transizione sostenibile. L’operazione, hanno riferito a Reuters due fonti anonime a conoscenza della questione, potrebbe chiudersi già entro luglio.
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Il finanziamento nell’ambito del programma Archimede
Secondo quanto emerso dalle indiscrezioni, la linea di credito beneficerà di una garanzia del 70% nell’ambito del programma Archimede di Sace, il cui scopo è quello di sostenere le aziende italiane che investono in settori strategici come la trasformazione digitale e la transizione verde.
Il piano prevede una esposizione massima di 60 miliardi di euro fino al 2029. Di queste risorse, 10 miliardi sono stati già assunti da Sace lo scorso anno, stando a quanto riportato dal piano di bilancio pluriennale pubblicato dal Mef lo scorso aprile.
Nonostante il graduale superamento dei programmi di aiuti di Stato varati dopo l’emergenza pandemica, l’Italia continua a sostenere le imprese nell’accesso al credito attraverso diversi schemi di garanzia, il cui valore complessivo supera il 13% del prodotto interno lordo, secondo gli ultimi dati governativi.
Le regole contabili dell’Unione Europea stabiliscono che le garanzie pubbliche non incrementano il debito nazionale fino a quando non vengono effettivamente escusse dalle banche beneficiarie.
In questo senso, Tim utilizzerà le risorse per finanziare l’aggiornamento delle infrastrutture in corso e potenziare i propri servizi digitali, in linea con gli obiettivi digitali nazionali e dell’Ue.
Il commento di Intermonte
Anche se si tratta di un’indiscrezione non confermata né da Tim né da Sace, gli analisti stanno già facendo le loro valutazioni sui possibili impatti dell’operazione. La banca d’investimento Intermonte sottolinea che “al 31 marzo, Tim aveva un debito netto di circa 7.5 miliardi di euro (leva di circa 2x, nostra stima 1.7x a fine anno) e un debito lordo pari a 11.9 miliardi, composto per l’82% da obbligazioni, per il 71% denominato in euro e per il 74% a tasso fisso. Le scadenze del debito sono coperte fino al 2028, con 3 miliardi in scadenza nel 2025 e un costo medio annuo del 5.5%. Nonostante le agenzie di rating continuino ad assegnare giudizi sub-investment grade (Moody’s Ba3 positivo, S&P BB stabile, Fitch BB stabile), i rendimenti dei bond Tim risultano in linea con quelli di emittenti investment grade, suggerendo aspettative di miglioramento del profilo creditizio da parte del mercato. A seguito del forte rally da inizio anno, il titolo evidenzia una valutazione ancora attrattiva rispetto al settore”.
I finanziamenti a supporto delle strategie di digitalizzazione attuate da Tim
Non si tratta del resto della prima volta che Sace interviene a garanzia di Tim. Nel 2023 la Banca europea per gli investimenti (Bei), aveva confermato l’impegno al fianco del gruppo nello sviluppo delle infrastrutture di rete di ultima generazione, attraverso un finanziamento da 360 milioni di euro dedicato al potenziamento della copertura 5G in Italia.
Il finanziamento concesso dalla Bei, garantito al 60% da Sace a conferma della strategicità degli investimenti, era finalizzato ad ampliare la copertura 5G della popolazione e del territorio nazionale entro fine 2025, anche grazie all’uso delle bande 700 MHz.
L’operazione era del resto in linea con gli obiettivi della ‘Bussola Digitale 2030’, il programma dell’Unione Europea che definisce le finalità della twin transition per il prossimo decennio, a partire dallo sviluppo di infrastrutture digitali sicure e sostenibili, dalla trasformazione digitale delle imprese e dalla digitalizzazione della PA.
Tra il 2019 e il 2023, la Bei ha finanziato per oltre un miliardo di euro i progetti di Tim orientati allo sviluppo e il supporto alle reti infrastrutturali di telecomunicazione, alla riduzione del digital divide, al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale europea e all’impegno per le aree meno avvantaggiate dell’Unione. Nel 2022 Sace, nell’ambito di Garanzia Italia e assieme a un pool di istituzioni finanziarie, aveva invece supportato Tim garantendo un finanziamento da 2 miliardi di euro a sostegno degli investimenti previsti in Italia dal piano industriale del gruppo.