Agcom e Agcm potrebbero sollevare dubbi rispetto alle attività di commercializzazione di prodotti e servizi Tim attraverso la rete di uffici postali, una delle prerogative che derivano dall’acquisizione del 24,81% della telco da parte di Poste italiane, diventata primo azionista del gruppo. L’ipotesi è ventilata in un articolo di Repubblica, che ricorda come il 22 maggio il Garante della Concorrenza abbia già avviato un’istruttoria sull’operazione per esaminare il grado di concentrazione Tim-Poste da cui potrebbe scaturire una richiesta di integrazione informativa da parte delle due società.
In particolare pare possa essere l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ad affrontare la questione relativa alla possibilità per Poste Italiane di vendere prodotti e servizi Tim in maniera esclusiva: il punto da chiarire è se sia lecito limitare di fatto l’accesso ad altri competitor nel settore telco a una rete finanziata anche attraverso il servizio universale, e che garantisce disponibilità di servizi postali di base su tutto il territorio nazionale.
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Il commento di Intermonte: “Non ci aspettiamo impatti significativi”
“Non ci aspettiamo impatti da una potenziale iniziativa Agcom su questo tema”, commentano gli analisti della banca d’investimento Intermonte. “La stessa questione era stata sollevata in passato quando Poste ha lanciato i servizi legati alla vendita di energia elettrica e gas attraverso gli uffici postali o quando nel 2015 ha lanciato i servizi nella telefonia tramite Poste Mobile. In entrambi casi, l’autorità garante della privacy aveva dato ragione ai competitor di Poste, nei due casi citati, rispettivamente H3G e A2A/Iren che però per questioni strategiche non hanno mai ritenuto conveniente investire nella presenza fisica negli uffici postali”.
Intermonte puntualizza poi che nel 2024, il decreto Omnibus ha cancellato definitivamente l’obbligo per Poste di aprire ai competitor telco ed energia le porte degli uffici postali. “Crediamo quindi che, come accaduto in passato su questioni simili, e alla luce del decreto Omnibus 2024, gli impatti saranno alla fine irrilevanti”.
Gli effetti del caso Enav e del rimpallo con Tim
Ma i riflettori puntati sulle sinergie con Poste non rappresentano l’unica grana con cui deve confrontarsi Tim in questi giorni. Secondo alcune fonti, a seguito del blackout radar che ha bloccato i voli di sabato sera sulla Lombardia e il Nord Ovest, i legali di Enav formalizzeranno una contestazione a Tim attribuendole la responsabilità del disservizio. La tesi di Enav, emersa già a poche ore dall’incidente, è che la rete di trasmissione dati di Tim non abbia funzionato correttamente e che, inoltre, l’intervento dei tecnici di Tim non sia stato tempestivo a sufficienza.
Tim si era affrettata a rispondere di considerarsi estranea ai fatti. “Nel prendere atto del comunicato stampa di Enav”, l’azienda ha spiegato “che la trasmissione dei dati viene garantita da sistemi ridondanti per cui, ove non funzioni un canale, se ne attiva un altro di backup”. Il gruppo ha poi confermato “di essere stato costantemente operativo per monitorare la situazione e garantire i livelli di affidabilità richiesti dal sistema sia per la componente di propria responsabilità contrattuale sia a supporto di Enav. Nel rilevare, infine, che il funzionamento del radar dipende da diversi sistemi riferibili a differenti operatori e sulla base delle informazioni in nostro possesso, Tim si considera estranea ai fatti. Confidiamo che le analisi in corso stabiliranno la catena di responsabilità anche nell’ottica che l’accaduto non possa reiterarsi”.
Intermonte sottolinea che “le due società sono legate da una commessa della durata di cinque anni ormai in scadenza e in prospettiva, Enav vorrebbe affidare il servizio a due diversi operatori di telecomunicazioni in modo da avere una connessione dati principale ed una di riserva. Nel comunicato stampa”, continua la banca, “Enav aveva sottolineato come l’evento, pur avendo avuto origine da cause esterne, fosse stato gestito con efficacia e tempestività, limitando al minimo l’impatto operativo e garantendo la sicurezza del traffico aereo in ogni fase. Nonostante l’evento abbia avuto origine da cause esterne non escludiamo possa esserci un impatto sull’ammontare del potenziale bonus qualità (fino a circa 12 milioni di euro) che ricordiamo è comunque escluso dalla guidance del gruppo”.