INFRASTRUTTURA

Aut aut del Parlamento Uk a BT: investa di più o scorpori Openreach

Uno studio parlamentare attacca la gestione della società che gestisce la rete da parte dell’incumbent. E chiede a Ofcom una valutazione dell’impatto dei mancati investimenti sul servizio di banda larga nel paese. Openreach potrebbe diventare servizio pubblico?

Pubblicato il 20 Lug 2016

Patrizia Licata

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British Telecom è ancora sotto accusa, parlamentari e stampa britannica puntano il dito contro l’incumbent che terrebbe il paese “in ostaggio” col suo monopolio di fatto sulla rete in banda larga, detenuta tramite la divisione, benché autonoma, Openreach. BT non investe, la diffusione della banda larga avviene a macchia di leopardo con una qualità del servizio a volte scadente, dicono i detrattori. BT cambi registro o Openreach non può più far parte di British Telecom.

Lo ha scritto il Guardian in un editoriale, ma lo dicono anche i parlamentari britannici: il Comitato Cultura, media e sport, che ha presentato il suo studio “Establishing world-class connectivity throughout the Uk” definisce Openreach un monopolio che ha danneggiato il paese: “Offre un servizio scadente e non investe abbastanza nell’infrastruttura in banda larga del Regno Unito”, riporta il Financial Times. “Se BT non corregge il suo comportamento, le toglieranno il suo giocattolo: l’integrazione verticale”.

Il comitato parlamentare afferma che BT ha sfruttato a proprio pieno vantaggio la posizione di proprietaria di Openreach e di maggiore Internet service provider del paese. Questo ha permesso all’incumbent di prendere decisioni strategiche che favoriscono le priorità e gli interessi del gruppo a scapito dell’attività di accesso all’infrastruttura; ciò avrebbe determinato un gap di investimenti di centinaia di milioni di sterline. Lo studio accusa BT di aver investito in asset molto costosi o rischiosi, compresi i diritti TV del calcio, anziché in banda larga, e sostiene che gli utili di Openreach vengono dirottati verso altri business. Gli investimenti in Openreach sono rimasti piatti dal 2009; sono ripresi solo recentemente (BT riferisce gli investimenti sono oggi del 30% maggiori rispetto a due anni fa). Il comitato ha chiesto a Ofcom di valutare l’effetto economico prodotto dai mancati investimenti di BT in Openreach.

BT replica dicendo che la separazione definitiva di Openreach porterà a meno investimenti. E intanto la telco britannica si è impegnata col regolatore a investire 6 miliardi di sterline in miglioramenti della rete broadband nei prossimi tre anni e sta già cercando di migliorare il servizio. “Abbiamo già investito 1 miliardo di sterline, mentre i nostri rivali investivano pochissimo e la Gran Bretagna era in recessione”, osserva BT. “Sono i nostri investimenti che hanno fatto della Gran Bretagna uno dei leader europei della banda larga“.

E’ vero, il Regno Unito è uno dei paesi con la migliore rete broadband in Ue, con standard superiori alla media, sia sul mercato fisso che mobile, ammette il Guardian, ma questi standard non sono omogenei: ci sono parti del paese raggiunte dalla banda ultra-larga e altre con una copertura carente.

Ofcom pubblicherà la prossima settimana il suo report sul mercato digitale britannico. Nel precedente studio, il regolatore ha scelto di non imporre lo scorporo di Openreach, ma l’opzione resta sul tavolo. Per il Guardian è proprio Ofcom l’anello debole della catena: avrebbe dovuto imporre la separazione di Openreach già da tempo. “La responsabilità è del governo che fa finta che un monopolio naturale come l’infrastruttura Internet possa essere gestita come un’azienda commerciale, concorrenziale. Basta fingere: togliamo Openreach da BT e facciamone un servizio pubblico”.

Il FT osserva che i critici di BT sembrano pensare che l’incumbent non investa a sufficienza nell’upgrade della rete perché punta solo su progetti con ritorni immediati o finanzia altri progetti (come i diritti TV). Esiste tuttavia un’altra possibilità: BT non investe in progetti di lungo periodo che presentano scarse possibilità di remunerazione. E questo, scrive il FT, è perfettamente normale nella finanza corporate: si investe se c’è un minimo ritorno garantito. “Openreach è un monopolio regolato, nel senso che i suoi ritorni sono regolati dall’authority. Ma se l’authority decide anche quali progetti sono perseguibili, allora più che regolare gestisce Openreach”, scrive il quotidiano economico. “Se Openreach è un bene pubblico, allora va finanziata con soldi pubblici: così ci saranno molti più investimenti in infrastruttura”.

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