CYBERCRIME

Attacco a Yahoo!, Usa incriminano 4 russi. Mosca non ci sta: “Accuse fuori dalla realtà”

Secondo il Dipartimento di Giustizia due spie e due hacker sono responsabili della violazione dei dati avvenuta nel 2014. Le accuse vanno dalla pirateria informatica alla frode, dal furto di segreti commerciali fino allo spionaggio economico

Pubblicato il 15 Mar 2017

Federica Meta

yahoo-131024162727

Il dipartimento della Giustizia Usa ha annunciato le accuse contro due 007 dei servizi russi (Fsb) e due hacker ingaggiati da Mosca per il furto di 500 milioni di account personali ai danni di Yahoo! nel 2017. Gli hackeraggi hanno riguardato materiale legato alla sicurezza e a personale diplomatico e militare: lo ha detto la vice ministra della giustizia Usa Mary McCord in una conferenza stampa.

Durante una conferenza stampa, un funzionario del Dipartimento di Giustizia ha ricordato che Belan è l’hacker criminale “most wanted” dall’Fbi dal novembre 2013; era già stato accusato due volte dagli Usa di essersi intrufolato in aziende di ecommerce a danno di milioni di consumatori: nel giugno 2013 fu arrestato su richiesta di Washington in un paese europeo ma fu poi capace di fuggire in Russia prima della sua estradizione. Siccome tra gli Usa e la russia non c’è un trattato per l’estradizione, le autorità statunintensi sarebbero capaci di catturare i tre accusati ancora liberi solo se viaggiano in un paese che è poi disposto a consegnarli agli Usa. Dei due hacker arruolati dai russi, uno è stato arrestato ieri in Canada si tratta di Baratov, nato in Kazakhstan ma con cittadinanza canadese.

Quanto a Dmitry Dokuchaev e Igor Sushchin, entrambi lavoravano fino a dicembre alla divisione del Centro per la sicurezza delle informazioni dell’Fsb. Dokuchaev, ex hacker professionista con il soprannome di “Forb”, era stato arrestato lo scorso dicembre a Mosca per tradimento per aver passato informazioni alla Cia, così avevano riportato le agenzie russe, insieme al vicedirettore della divisione, Sergei Mikhailov e al responsabile del team di Cyber Incidents Investigations di Kaspersky Lab ed ex funzionario del ministero degli Interni Ruslan Stoyanov. Gli arresti in Russia, mai confermati dalle autorità, sarebbero stati legati a informazioni passate agli americani, tassello decisivo per la conclusione dell’intelligence sul ruolo di Mosca nei cyber attacchi durante il periodo delle elezioni (così aveva scritto Novaya Gazeta citando fonti non identificate: Mikhailov avrebbe fornito agli americani informazioni al servizio di host Kings Server usato dagli hacker che hanno colpito i server dei sistemi elettorali della Arizona e dell’Illinois).

L’Fsb – l’agenzia di intelligence succeduta al Kgb di sovietica memoria – è quella sanzionata, tra le altre, dall’amministrazione Obama alla fine dello scorso dicembre per l’interferenza nelle elezioni presidenziali americane. Come ricorda il Washington Post, i fatti risalgono a tre anni fa, ma sono stati resi noti dalla società solo lo scorso 22 settembre. A dicembre il gruppo aveva anche fatto sapere di avere subito nel 2013 un altro attacco, ancora più grave. Si tratta delle prime accuse penali negli Stati Uniti a carico di persone legate al governo di Mosca. In ogni caso non collegate ai cyberattacchi a danno della Democratic National Committe né alle indagini dell’Fbi su possibili interferenze russe nell’ultima campagna elettorale per la Casa Bianca.

Secondo Mosca le accuse mosse dagli Usa contro dipendenti dei servizi segreti russi (Fsb) in connessione con l’attacco hacker a Yahoo “non hanno nulla a che fare con la realta'”.
“Abbiamo piu’ volte chiesto alle autorita’ competenti, alle controparti in Usa, di cooperare per stabilire la verita’ ed evitare la possibilita’ di situazioni simili nel prossimo futuro – ha detto il presidente della Commissione Affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky, ha dichiarato Slutsky. “A quanto pare, i nostri collegi negli Stati Uniti sono interessati alla lotta non contro questo tipo di attacchi, ma ad attacchi finti, virtuali. – ha aggiunto – Situazioni simili si usano per marginalizzare l’immagine della Russia negli Usa e nel mondo”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2