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Droni come registi, ecco l’algoritmo per le inquadrature

Studiato a Zurigo dal ricercatore Tobias Nageli, il sistema consente di rendere indipendenti come veri e propri operatori di ripresa gli oggetti volanti. Una tecnologia che potrà essere utilizzata per girare film d’azione o per gli eventi sportivi

Pubblicato il 08 Ago 2017

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Un algoritmo consentirà ai droni dotati di telecamera impegnati nelle riprese di film o per la trasmissione di eventi sportivi di scegliere in autonomia la posizione e l’inquadratura per portare a compimento al meglio i propri compiti. Una tecnologia che in prospettiva può contribuire al contenimento dei costi di produzione, riducendo all’osso il numero dei tecnici destinati a controllare e guidare gli oggetti volanti senza pilota.

L’idea è stata sviluppata da Tobias Nageli, un giovane ricercatore del Politecnico federale di Zurigo (Eth), che spera così di rispondere alle nuove esigenze dei media, come quelle recentemente emerse dal progetto di ricerca europeo ‘Multidrone‘ sull’uso di squadre di droni per le riprese sportive, condotto nell’ambito del programma Horizon 2020 con la partecipazione della Rai.

Per la sua prima dimostrazione pratica, Nageli ha usato un semplice drone acquistato online per meno di 500 franchi svizzeri. L’algoritmo non è stato installato sul velivolo, bensì su un computer portatile, connesso al drone attraverso un’antenna radio che copre fino a 1,5 chilometri di distanza.

Nei primi test condotti con il Massachusetts Institute of Technology (Mit), il drone ‘regista’ ha dimostrato di saper evitare gli ostacoli e di fare inquadrature predefinite in maniera autonoma, tenendo conto del campo da riprendere, della posizione e dell’angolo rispetto all’attore. Il percorso del velivolo e i cambi di direzione sono stati continuamente ricalcolati in modo automatico ogni 50 secondi, tenendo conto delle informazioni raccolte dal Gps a bordo.

In un secondo esperimento, fatto con i film-maker dell’Università delle arti di Zurigo (ZHdK), Nageli ha ripreso una scena complessa grazie a due droni programmati per comunicare fra loro e non entrare l’uno nel campo di riprese dell’altro.

Secondo il ricercatore, i droni registi potranno sbarcare nel mondo del cinema tra un paio di anni: nel frattempo potranno essere impiegati per riprendere eventi sportivi come le gare di sci, per esaminare impianti produttivi (ad esempio pale eoliche) o per trasportare sangue e organi da donazione

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