IL PIANO

Industria 4.0, in manovra bonus al 40% per le skill

Nel testo bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato credito di imposta per le imprese che investono in formazione nel 2018 per un importo massimo di 300mila euro: sul piatto 250 milioni. Sviluppo istituti tecnici superiori: stanziati 50 milioni in tre anni. Confermati super e iperammortamento. 330 milioni per la Sabatini ter

Pubblicato il 30 Ott 2017

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Credito d’imposta per la formazione 4.0 al 40%. Lo prevede il testo della legge di Bilancio bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato. Come anticipato da CorCom, la norma stabilisce un credito di imposta del 40% delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato nelle attività di formazione 4.0. L’importo massimo riconoscibile ammonta a 300mila euro l’anno. Sono ammesse al beneficio tutte le imprese che effettuino spese in attività di formazione dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2017.

Sono ammesse all’incentivo, le attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale impresa 4.0. In particolare, vengono ammesse le spese per attività di formazione su big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali. Per la misura sono stanziati 250 milioni di euro.

Confermato l’iperammortamento nella stessa misura del 2017, il 250%, mentre il super si abbassa al 130%. La norma, che riprende quanto già previsto dalla legge di Stabilità 2017, stabilisce l’ammortamento al 130% per i beni strumentali nuovi acquistati entro il 1° gennaio del prossimo anno. L’incentivo è esteso al 30 giugno 2019 a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. La misura, il cosiddetto superammortamento, risulta così tagliato rispetto all’anno in corso (ad oggi è riconosciuto al 140%). Anche nel caso dell’iperammortamento il beneficio è riconosciuto per acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2018, ovvero entro il 31 dicembre 2019, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.

Il governo rifinanzia anche la nuova Sabatini con 330 milioni: nel 2018 sono stanziati 33 milioni, dal 2019 al 2022 66 milioni annui mentre nel 2023 si torna a 33 milioni Nell’ambito della dotazione finanziaria complessiva della misura è costituita una riserva del 30% destinata agli investimenti Industria 4.0. Grazie alla misura di stima un volume di investimenti in macchine e impianti pari a 4 miliardi.

La legge di Bilancio 2018 proroga, inoltre, il periodo di operatività del meccanismo agevolativo al fine di non privare le Pmi italiane del principale strumento contributivo di sostegno agli investimenti.

La nuova dotazione finanziaria è stanziata per assicurare continuità operativa allo strumento agevolativo. Secondo le stime del Governo sulla base del trend registrato, tenuto conto delle disponibilità residue e del tasso di conversione delle risorse prenotate in impegni effettivi, il completo esaurimento delle risorse sarebbe potuto avvenire entro gennaio 2018.

L’agevolazione è aperta alle micro, piccole e medie imprese che operano sul territorio nazionale in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca ed esclusi industria carboniera, attività finanziarie e assicurative, produzione di imitazioni o sostituzione del latte o di prodotti lattiero-caseari.

Possono presentare la domanda di agevolazione le imprese classificate di dimensione micro, piccola e media che sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese ovvero nel Registro delle imprese di pesca; sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali; non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea; non si trovano in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà così come individuata nel Regolamento UE n. 651/2014.

Previsti anche fondi per lo sviluppo istituti tecnici superiori. Le risorse sono stanziate per incrementare quelli già previsti, per consentire agli istituti e alle scuole per le tecnologie applicate del sistema di istruzione nazionale di incrementare l’offerta formativa e il possesso di competenze abilitanti a strumenti avanzati di innovazione tecnologica. Arrivano per questo 5 milioni nel 2018, 15 nel 2019, 30 dal 2020.

La legge di bilancio mette sul piatto 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2033 per finanziare progetti sperimentali e innovativi di mobilità sostenibile previsti dai Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (Pums). I progetti devono favorire l’introduzione di mezzi su gomma ad alimentazione alternativa e devono essere presentati da comuni e città metropolitane.

Resta fuori dal testo del governo la web tax. Il governo ha lasciato al Parlamento il compito di intervenire su alcuni temi fiscali, motivoper cui il provvedimento non è presente nel testo base. Con tutta probabilità la norma entrerà in manovra con un emendamento parlamentare. Il presidente della commissione della Camera, il deputato Pd Francesco Boccia ne ha parlato ieri dal palco della Conferenza programmatica del Partito democratico: “E’ una battaglia di equità e una delle proposte, a nome di Fronte democratico, che è un’area culturale nel Partito, è esattamente la nostra proposta di questi anni adattata alle esperienze che insieme abbiamo fatto. Parlare di web tax non significava tassare il mondo, significava raccontare per tempo che il mondo online non puo’ essere diverso da quello offline. Significava non consentire di fare ad altri quello che i nostri piccoli commercianti non possono fare”. Boccia preme per superare il concetto tributario di stabile organizzazione “per superare le intollerabili asimmetrie fiscali tra mondo online e offline, facendo pagare alle multinazionali le imposte indirette nei Paesi in cui fanno profitti”.

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