BANDI INFRATEL

Firma conclusiva, Open fiber accelera sull’ultrabroadband

Siglato oggi a Roma il contratto di concessione relativo al primo bando Infratel per le aree bianche. Prezzo ribassato da 1,45 miliardi a 675 milioni di euro, entro l’estate i primi cantieri. Il presidente Bassasanini: “La nostra rete garantirà migliori condizioni di sviluppo”. Il sottosegretario del Mise Giacomelli: “Abbiamo acceso la competizione”

Pubblicato il 16 Giu 2017

Andrea Frollà

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Tutto pronto per i primi cantieri di Open Fiber nelle aree bianche. Si è chiusa formalmente oggi con la firma del contratto di concessione tra Infratel e la joint venture di Enel e Cdp la procedura di gara del primo bando pubblico ultrabroadband. Nella sede del Ministero dello Sviluppo economico gli amministratori delegati di Infratel e Open Fiber (OF), Domenico Tudini e Tommaso Pompei, hanno firmato i documenti che consentono di avviare ufficialmente i lavori nelle aree coperte dalla gara, cioè Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. Presenti anche il presidente di OF, Franco Bassanini, il presidente di Infratel, Maurizio Dècina, il sottosegretario del Mise, Antonello Giacomelli, e il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno presente in qualità di presidente del Cobul, Claudio De Vincenti. L’accelerazione decisiva è inziata.

Nelle cosiddette aree a fallimento di mercato di queste Regioni la jv costruirà la rete pubblica in fibra ottica, di cui otterrà la concessione per 20 anni e a cui potranno accedere gli operatori del mercato. Open Fiber, che è accreditata anche come prossima all’aggiudicazione del secondo bando, ha battuto la concorrenza aggiudicandosi tutti e 5 i lotti del bando e si appresta a mettere in piedi i cantieri già nelle prossime settimane.

“Ci siamo impegnati con un offerta importante economicamente e molto molto avanzata tecnicamente – ha commentato il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini -. Pompei e la sua squadra hanno costruito un offerta che è andata oltre i requisiti minimi previsti dal bando. Daremo copertura ultrabroadband che vuol dire non solo 100 megabit al secondo, ma fino a i gigabyte perché costruiremo una rete scalabile nel tempo”. Il progetto, ha aggiunto Bassanini, garantirà “meno guasti, meno interruzioni dei servizi, tempi di latenza più bassi e quindi più operazioni”. Gli operatori, a cui sarà garantito l’accesso wholesale secondo il tariffario stabilito dall’Agcom, “dovranno solo attaccarsi e sfruttare la nuova rete, che per le aree meno urbanizzate significherà avere condizioni di sviluppo migliori importanti e un alleato contro lo spopolamento”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il commento dell’Ad Tommaso Pompei: “Si stanno mettendo in moto degli investimenti decisivi in un settore trainante, innescando un processo virtuoso che garantirà più occupazione e sviluppo economico – ha sottolineato Pompei – Noi ci stiamo impegnando anche nelle aree che non sono a fallimento di mercato. Progetti come il nostro permetteranno al Paese non solo di abbandonare gli ultimi posti delle classifiche europei, ma di puntare ai vertici”.

A snocciolare i numeri del bando assegnato e a ripercorrere le modalità di gara predisposte è stato Domenico Tudini, Ad di Infratel: “La competizione si è basata su un modello di intervento diretto, a cui è stata accompagnata la novità della concessione ventennale della rete. L’obiettivo dichiarato è sempre stato incentivare la costruzione delle infrastrutture e favorire la competizione tra operatori retail. Sono stati stanziati 3 miliardi di investimenti, di cui 1,45 miliardi hanno costituito la base d’asta di questo primo bando. L’offerta di Open Fiber – ha spiegato Tudini – ha superato le aspettative tecniche ed economiche, garantendo risparmi a Stato e Regioni”.

Rispetto alla base d’asta, si legge in una nota informativa diffusa oggi, la jv di Enel e Cdp “si è aggiudicata i 5 lotti offrendo, a titolo di prezzo della concessione, un totale di circa 675 milioni di euro” e si prevede che “circa 4,2 milioni di unità immobiliari vengano coperte con tecnologia Ftth (Fiber to the home, ndr) e che la restante quota di unità immobiliari facoltative sia coperta con tecnologia Fttc (Fiber to the cabinet, ndr) di tipo fixed wireless garantendo servizi over 30 Mbps”. La copertura totale raggiunta “sarà del 99,3% delle unità immobiliari nelle aree bianche messe a gara”.

La corsa per il secondo bando, rispetto alla quale circola con insistenza la voce di una vittoria di Open Fiber, “è in corso di aggiudicazione – ha dichiarato Tudini di Infratel – e nei prossimi mesi, forse entro settembre, sarà avviata la terza gara, con l’obiettivo di arrivare a coprire complessivamente 14,7 milioni di abitanti e 10 milioni di unità immobiliari”.

Per spiegare l’importanza della firma odierna, Il sottosegretario alle Comunicazioni del Mise, Antonello Giacomelli ha scelto di partire dal passato: “Quando partono i cantieri si pensa solo al risultati, ma ricordiamoci pero da dove siamo partiti. In particolare dagli sforzi fatti assieme al ministro De Vicenti per centrare due obiettivi: imporre il ritardo digitale come una questione di governo e realizzare un piano nazionale sfidante -. Ho letto fin dall’inizio molte critiche sul governo dirigista e ho sentire dire che bastavano i doppini in rame. Ma non ci siamo fatti influenzare e ci siamo posti l’obiettivo di portare il Paese ai grandi livelli internazionali. Il governo ha stanziato risorse pubbliche e siamo riusciti ad accendere la competizione”. L’offerta di Open Fiber, ha commentato Giacomelli, “creerà una rete pubblica Stato-Regioni che garantirà prezzi inferiori a quelli attuali e una competizione alla pari sui servizi fra gli operatori. La rete in questo caso è pubblica ed essendo le risorse a fondo perduti i prezzi finali saranno inferiori. Sara un lungo percorso ma questo è un buon inizio”.

Alle parole del sottogretario hanno fatto eco quelle il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno presente e presidente del Cobul, Claudio De Vincenti, che ha ricambiato i complimenti di Giacomelli per po spiegare i punti di forza della strategia attuata finora: “Siamo al primo passaggio importante di un percorso che proseguirà con determinazione. Abbiamo avuto una forte interlocuzione con la Commissione europea, da cui abbiamo ricevuto il plauso per il modello che abbiamo scelto, fortemente aperto alla concorrenza e garante dell’accesso alla fibra – ha evidenziato De Vincenti -. Abbiamo concepito il piano Bul come uno strumento di coesione che interconnetta il Paese. Il governo Gentiloni e ancora primo il governo Renzi hanno puntato molto sulla consultazione continua con gli operatori e con Infratel. Grazie al terzo bando che riguarderà Puglia, Calabria e Sardegna si chiuderà il cerchio. Intanto si apriranno entro la pausa estiva i cantieri di questo primo bando, che è l’esempio dell’ispirazione di fondo che sta guidando il governo, basata sui concetti di coesione, visione e concretezza”. Sulla coesistenza fra rete pubblica e rete privata, ha concluso, “ci sarà contabilità regolatoria che sarà garantita dalla vigilanza dell’Agcom”.

L’attesa è ora tutta per il secondo bando. “Abbiamo aperto le buste economiche – ha dichiarato il presidente di Infratel, Maurizio Dècina – Entro fine luglio arriveremo all’assegnazione”.

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