PARLAMENTO UE

Riforma della net neutrality, passa emendamento che scontenta tutti

Con la votazione sul pacchetto mercato unico confermato il principio che autorizza gli operatori a fare accordi con gli over the top fuori dalla normale Internet. Ma la formulazione non piace né all’Etno né agli attivisti digitali

Pubblicato il 18 Mar 2014

Alessandro Longo

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Scontenta entrambe le barricate, Etno e gli attivisti dei diritti di internet, l’emendamento che oggi ha modificato le nuove regole sulla neutralità della rete.

L’emendamento è passato oggi con il voto odierno sul “pacchetto Kroes” per il nuovo mercato unico delle telecomunicazioni, alla Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento Ue. Ed è quello di Pilar de Castillo Vera (spagnola, del Partito popolare europeo), mentre i sostenitori della neutralità della rete (tra cui Quadrature du Net) e vari attivisti preferivano quello di Catherine Trautmann (Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici).

L’emendamento approvato, comunque, come quello di Trautmann introduce un esplicito riferimento alla neutralità della rete e quindi è considerabile un passo avanti rispetto alla proposta Kroes originaria, verso quanto richiesto dagli attivisti.

Si legge: “The principle of “net neutrality” in the open internet means that traffic should be treated equally, without discrimination, restriction or interference, independent of the sender, receiver, type, content, device, service or application”.

L’emendamento Trautmann (non passato) invece diceva: “The principle of “net neutrality” means that traffic should be treated equally, without discrimination, restriction or interference, independent of the sender, receiver, type, content, device, service or application”. La differenza è in quel “in the open internet”, presente solo nell’emendamento passato. Equivale a sottolineare che la neutralità va garantita solo sulla normale internet pubblica e a lasciare quindi carta bianca agli operatori e agli over the top per fare accordi su “servizi specializzati” (“specialized services”) che non siano equiparabili alla normale internet.

Molto critico anche Innocenzo Genna (esperto di policy tlc a Bruxelles), secondo cui il testo, così emendato, è migliore sì della proposta Kroes (che “avrebbe causato una catastrofe per l’ecosistema internet e i diritti dei cittadini”); ma continuerebbe a presentare lacune che gli operatori e gli over the top potrebbero sfruttare per distruggere gli equilibri di internet. Critica per esempio la vaghezza del concetto “open internet” e “specialized services”. Il rischio, denunciato, è che le due cose potrebbero sovrapporsi e quindi trasformare l’internet futura tutta in un sistema basato su accordi tra le parti, che stabiliscano a priori la qualità di contenuti e servizi.

Al tempo stesso, le il principio di anti discriminazione sulla open internet non piace nemmeno all’Etno. “Regole stringenti come quelle avanzate oggi dal Parlamento europeo sono una minaccia all’Internet”; “l’Internet europeo funzionerà in maniera completamente differente rispetto al resto del mondo”, ha detto il presidente dell’associazione delle telecom europee Etno, Luigi Gambardella. “Tutte quelle imprese e organizzazioni che si affidano ai servizi specializzati, come il video-on-demand o la telemedicina, saranno toccate da queste norme – ha spiegato Gambardella avvertendo delle ripercussioni sul web nell’Ue – E’ davvero quello che vogliamo?”

Adesso la sorte è incerta per la nuova regolamentazione, visto che anche i suoi principali sostenitori- gli operatori- ormai la disconoscono.

Il tutto potrebbe decadere anche per via degli stretti tempi di approvazione: la riforma del mercato unico deve passare il 3 aprile nella plenaria del Parlamento europeo, ultima occasione prima della fine della legislatura; e poi dovrà andare al Consiglio Ue, dopo le elezioni.

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