Banda ultralaraga, Starace: “Piano Enel, cantiere aperto”

L’Ad della società rallenta sulla presentazione del programma per cablare l’Italia: “Quando avremo qualcosa di concreto lo faremo sapere”

Pubblicato il 30 Ott 2015

Il piano di Enel sulla banda ultra larga “non è pronto, quando avremo qualcosa di serio lo faremo sapere”. Lo ha detto Francesco Starace, Ad di Enel, in occasione di un convegno.

Secondo indiscrezioni Enel starebbe pensando a una newco con ogni operatore con cui collaborare per evitare qualsiasi possibilità di litigio. La collaborazione tra la energy company e gli operatori di telecomunicazioni sarebbe agevolata dal fatto che, dovendo comunque ottenere il via libera di Agcom e Antitrust, le condizioni relative a costi, governance e condizioni delle partnership non subirebbero grandi cambiamenti. La creazione di diverse newco potrebbe consentire ad Enel di avviare i lavori in diverse aree senza aspettare il lasciapassare di tutti gli operatori coinvolti nel piano generale.

Ma resta aperta la questione relativa ai costi. In sostanza Enel dovrà rendere chiari e trasparenti gli oneri per gli operatori, che dovranno essere inferiori a quelli che quest’ultimi sosterrebbero se operassero in proprio, a cui si aggiungerebbe anche la pretesa della compagnia energetica di mantenere la manutenzione delle nuove infrastrutture.

Particolari di non poco conto e tempi stretti per Enel. Per capire se questo risiko delle newco vedrà mai la luce, bisognerà dunque vedere se il lavoro dietro le quinte di Starace riuscirà davvero a mettere definitivamente d’accordo gli operatori.

Il piano di Enel è frutto di una serie di tavoli tra i tecnici del gruppo elettrico e quelli delle società telefoniche interessate (incluse Telecom Italia, Wind, Vodafone, Fastweb), si tratta di un’analisi concreta su 25 realtà italiane (incluse zone cosiddette a fallimento di mercato) che riguarda la fattibilità economica e le caratteristiche del progetto.

L’idea lanciata da Starace è quella di far passare la fibra nei cavi elettrici con la sostituzione dei contatori che, a partire dalla prima metà del 2016, interesserà 35 milioni di abitazioni. Oltre a garantire una totale parità di accesso ai gruppi di Tlc, con i quali si potranno stringere accordi, questa soluzione potrebbe arrivare ad abbatterebbe i costi in un rapporto di 4 a 1 rispetto alle altre modalità di posa della fibra.

Ovviamente Enel chiederà una remunerazione per i servizi offerti. Gli schemi di remunerazione dovranno essere stabiliti dall’Agcom e questa sarà anche, in parte, oggetto di negoziazione con gli operatori. L’Authority per l’Energia, invece, si sta occupando delle caratteristiche dei nuovi contatori.

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