Ieri si è chiusa definitivamente un’era: il ticker Facebook ha lasciato in borsa il posto al nuovo simbolo Meta. Dopo un decennio di trading sotto l’egida del social network che le ha dato fama e ricchezza, la società di Mark Zuckerberg ora si presenta ai mercati sventolando il vessillo della prossima scommessa di Menlo Park, il metaverso.
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Un passaggio formale (fino a un certo punto)
La mossa, un passo obbligato e sulla carta una pura formalità dopo la decisione di cambiare il marchio e il nome del gruppo nell’ottobre 2021, rappresenta di fatto una grossa discontinuità non solo per l’azienda, ma anche per il mercato e gli investitori, che ora non potranno più ignorare il fatto che i denari puntati sulla piattaforma serviranno prima di ogni altra cosa ad alimentare il sogno di Zuckerberg di dar vita al nuovo ambiente virtuale e interattivo.
Certo, rimarranno le attività dedicate ai quasi tre miliardi di utenti mensili di Facebook, senza contare il business basato su social media di larghissima diffusione come Instagram e Whatsapp. Ma ora è stato messo nero su bianco che il focus del gruppo, la destinazione dei miliardi di dollari pompati mensilmente in ricerca e sviluppo, sarà l’idea – al momento ancora acerba – di creare spazi virtuali in cui gli utenti possano lavorare, socializzare e giocare grazie a dispositivi – anch’essi ancora da realizzare – dotati di funzionalità innovative che fungeranno da punti di accesso al famigerato metaverso.
L’andamento dei titoli che seguono il metaverso
Il timore di alcuni osservatori è che la nuova denominazione del gruppo in borsa subisca l’effetto traino di un comparto – quello appunto a cui fanno capo le varie imprese impegnate sul fronte del metaverso – che per il momento non sta brillando. Anzi. Il Roundhill Ball Metaverse Etf, il principale tra i fondi negoziati sul mercato che puntano a cavalcare il trend, registra da inizio anno perdite del 39%. Si possono citare pure le performance di Nvidia e Roblox, entrambe attive sostenitrici dello sviluppo del metaverso, che hanno subito tracolli rispettivamente del 44 e del 76% rispetto ai loro picchi. Senza naturalmente dimenticare il fatto che il valore delle stesse azioni di Meta, a ridosso del momento in cui è stato annunciato il nuovo corso e in concomitanza (ma anche a causa del primo calo di utenti di Facebook e delle battaglie legali su cui è impegnato il gruppo), stia perdendo nella prima metà del 2022 il 42%.
C’è però, tra gli analisti, chi non si scompone affatto. “Le aziende che cambiano nome ufficiale e ticker di solito cercano di segnalare che c’è stato un cambiamento fondamentale nel modello di business sottostante”, ha commentato parlando con Reuters Art Hogan, chief market strategist di National Securities a New York. “In questo caso non sono sicuro che il cambio di nome comporti davvero una grande differenza. Io personalmente la chiamo ancora Facebook”.