Conto alla rovescia per il deal Vodafone-CK Hutchison (Ckh) in Gran Bretagna. Secondo Reuters l’annuncio ufficiale è previsto per venerdì 9 giugno o al massimo per l’inizio della prossima settimana.
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I termini dell’accordo
I punti chiave dell’accordo sono gli stessi resi noti lo scorso ottobre la creazione di una newco con il 51% in capo al Vodafone e il 49% di proprietà di Hutchison. La nuova società – secondo gli analisti – avrebbe un debito di circa 6 miliardi di sterline e un enterprise value complessivo di 15 miliardi di sterline (18,6 miliardi di dollari) e andrà a creare il più grande operatore di Tlc britannico con 27 milioni di utenti, superando BT e Vm O2, di proprietà della spagnola Telefonica, e Liberty Global.
L’accordo dovrà affrontare un intenso esame da parte delle Autorità della concorrenza che in passato si sono spesso opposte a operazioni che riducevano il numero di operatori da quattro a tre.
Il commento di Intermonte
Intermonte valuta positivamente l’operazione. “Diamo una lettura positiva di questa fusione nel caso in cui l’autorità antitrust locale dovesse dare l’approvazione senza rimedi significativi (come l’ingresso di nuovi operatori), ma piuttosto adottare una posizione più mite (ad esempio la cessione dello spettro in eccesso o accordi Mvno per gli operatori più piccoli sull’accesso alla rete) – spiegano gli analisti – Questo accordo nel Regno Unito sarà quindi un importante banco di prova per altre operazioni già annunciate in Europa ma non ancora concluse, come in Spagna (tra Orange e MàsMovìl) e in Portogallo (proposta di acquisizione da parte di Vodafone del quarto operatore Nowo). E anche per quelle future, come in Italia, dove Vodafone ha rifiutato l’offerta di Iliad per le sue attività (valutate 11,25 miliardi di euro) ma dove recentemente sono ripresi i contatti tre le due compagnie”.
L’effetto del deal Vodafone-Ckh su mercato Uk
Secondo Intermonte , in particolare nel mercato britannico, il consolidamento tra Vodafone e Ckh potrebbe portare alla creazione del più grande operatore mobile locale con una quota di mercato del 36% sul fatturato e del 34% sui clienti seguito da BT (29%) e Virgin Media/O2 (25%). “Per questo motivo – evidenziano gli analisti – non escludiamo l’imposizione di misure correttive da parte dell’antitrust britannico, compresa la riassegnazione dello spettro (l’entità combinata avrebbe circa il 46% dello spettro britannico, BT il 34%, VirginMedia/02 il 20%), a favore di nuovi operatori o di Mvno”.
Il mercato britannico ha già attraversato diverse fasi di consolidamento, con l’acquisizione da parte di BT nel 2016 di EE, l’operatore numero uno (quota di mercato del 29%) nato dalla fusione nel 2011 di T-Mobile UK e Orange. Più recentemente, l’operatore britannico via cavo Virgin Media ha costituito una joint venture al 50% con O2UK, la divisione mobile di Telefonica.
A Telco per l’Italia riflettori sul consolidamento
Il tema del consolidamento delle telco europee sarà uno dei temi affrontati a Telco per l’Italia il 15 giugno a Roma.