La connettività digitale potrebbe aggiungere 2 trilioni di euro all’economia europea, ma per realizzare questa promessa occorre il Mercato unico digitale. Il Digital single market è stato avviato nel 1993, ma per le comunicazioni elettroniche il traguardo è ancora lontano, si legge in un’analisi realizzata da un pool di esperti interpellati dal gruppo Vodafone.
Gli Stati Uniti e la Cina oggi hanno grandi operatori su larga scala che hanno permesso la realizzazione di un mercato unificato. Al contrario, il mercato europeo delle telecomunicazioni resta un mosaico di tre o quattro operatori più piccoli in 27 Stati membri, mentre è assente un vero operatore paneuropeo.
Secondo l’analisi di Vodafone, ciò è dovuto principalmente al fatto che il settore delle telecomunicazioni è ancora governato da regole progettate molti decenni fa, basate sulla connettività fornita attraverso l’infrastruttura fisica tradizionale controllata da operatori di monopolio. Questo approccio frammentato non è adatto alle attuali realtà tecnologiche e di mercato del settore delle tlc.
“Siamo convinti che ci sia un enorme potenziale nel mercato unico che andrà a beneficio di ogni europeo”, si legge nell’analisi. “Ecco perché in un nuovo rapporto intitolato ‘Perché l’Europa ha bisogno di un vero mercato unico digitale’ Vodafone ha riunito una raccolta di sei prospettive di esperti per stimolare il dibattito e catalizzare un cambiamento significativo”.
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Mercato unico, traguardo lontano per le tlc europee
Lo studio sottolinea che due tendenze recenti hanno portato, in particolare, a un contesto disomogeneo in cui la regolamentazione viene applicata in modo incoerente in tutto l’ecosistema delle comunicazioni.
Il primo è la virtualizzazione, in cui l’infrastruttura fisica viene sostituita da software e applicazioni basate su cloud. Il secondo è che la virtualizzazione ha consentito il delayering, in cui i servizi di comunicazione non devono più essere direttamente accoppiati con le reti su cui sono gestiti.
L’attuale panorama normativo dell’Ue impedisce agli operatori europei di competere equamente con le piattaforme digitali globali a livello di servizio, riducendo così la loro capacità di innovare, diversificare e scalare le loro reti e servizi.
Ciò si traduce in un contesto di investimento sfavorevole, con operatori europei meno in grado di implementare infrastrutture e servizi digitali avanzati.
Digital networks act, la svolta è possibile
Tuttavia, qualcosa sta cambiando. Dopo i rapporti Draghi e Letta si è creato un crescente consenso politico sul fatto che lo status quo non è sostenibile. L’urgenza della sfida è chiara.
La svolta potrebbe arrivare con la strategia del mercato unico dell’Ue che dovrebbe essere lanciata alla fine di maggio e il Digital networks act disegnato per guidare una nuova era per le telecomunicazioni dell’Ue.
Già a inizio anno Gsma e Connect Europe, le due associazioni di settore che rappresentano gli operatori di telecomunicazioni europei, hanno accolto con favore la pubblicazione del programma di lavoro della Commissione europea, in particolare l‘impegno ad emanare una legislazione cruciale sotto forma del Digital networks act.
Gsma e Connect Europe hanno affermato che le reti di telecomunicazioni rimangono sottovalutate e sotto stress e la regolamentazione esistente vanifica ogni tentativo di incoraggiare gli investimenti essenziali. Semplificare questo quadro normativo, ridurre gli oneri e dare priorità alla velocità e all’agilità devono essere tra i principali obiettivi della Commissione europea.
Le due associazioni usano un linguaggio simile quello proposto da Vodafone: è urgente una legge sulle reti digitali “audace e a prova di futuro” e occorre “una revisione a tutto campo” dell’attuale quadro regolamentare.
I tre pilastri di un mercato unico che rilancia le telco
Gli esperti interpellati da Vodafone per il suo studio sfidano i responsabili politici a chiedersi come potrebbe essere un quadro normativo ideale e a prova di futuro se progettato da zero oggi, sulla base di tre principi tra loro interconnessi.
Il primo è la semplificazione: i regolamenti devono essere resi adatti allo scopo nel moderno ecosistema digitale e garantire un efficace riequilibrio del settore.
Il secondo è il principio “stesso servizio, stesse regole”: i servizi equivalenti devono essere regolati da regole equivalenti per evitare distorsioni competitive.
E, infine e non meno importante, c’è il mantra del mercato unico: un fornitore di servizi in un mercato dovrebbe essere in grado di implementare efficacemente reti e fornire servizi su base pan-Ue, creando opportunità di scalabilità.
Tra i suggerimenti dei vari esperti, gli analisti di Assembly Research propongono gli elementi fondamentali di un nuovo Digital communications act, mentre il professore Alexandre de Streel, dell’Università di Namur e del Cerre, immagina un sistema europeo di regolatori digitali.
Modernizzare la regolamentazione
Vodafone ritiene che la realizzazione di un vero mercato unico digitale richieda un vero ripensamento completo dell’architettura normativa europea. Occorre sostituire gli strumenti normativi frammentati con un quadro proporzionato, snello e a prova di futuro.
Le prossime iniziative legislative dell’Ue, come la proposta di legge sulle reti digitali, offrono l’opportunità di modernizzare la regolamentazione delle telecomunicazioni. Affrontando queste questioni in modo aperto e ambizioso, i responsabili politici europei possono sbloccare una nuova era di crescita, connettività e competitività.
“La nostra speranza è che le intuizioni qui offerte aiutino la nuova Commissione e i legislatori a muoversi rapidamente verso un quadro normativo veramente integrato e modernizzato”, conclude l’analisi. “Così facendo, l’Europa può mantenere la promessa originale del mercato unico e garantire la leadership della regione per l’era digitale”.
Il punto a Telco per l’Italia l’11 giugno
Di mercato unico digitale, consolidamento, 5G e altro ancora come temi strategici per l’industria delle telecomunicazioni europea si discuterà al prossimo Telco per l’Italia – “Oltre le reti: da TelCo a TechCo per costruire il futuro dell’Italia” – l’evento CorCom-Nextwork360 in programma a Roma il prossimo 11 giugno.
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