Rallenta la crescita della spesa mondiale per i servizi di telecomunicazione e di pay Tv: secondo le previsioni di Idc, aumenterà solo dell’1,6% quest’anno, raggiungendo un totale di 1.535 miliardi di dollari. In confronto, il valore era di 1.510 miliardi nel 2024, ma pari a un aumento del 2,2% rispetto al 2023, come si legge nel report “Worldwide semiannual telecom services tracker”.
La nuova previsione di Idc per il mercato dei servizi telecom è leggermente meno ottimistica rispetto alla versione pubblicata a novembre dello scorso anno: ora la società di ricerche stima per il 2025 una crescita più lenta di 0,9 punti percentuali.
A pesare è il cambiamento in atto nell’industria delle telecomunicazioni, ovvero la trasformazione epocale da Telco a TechCo, accanto alla forte incertezza dello scenario globale, dominato dalle guerre commerciali innescate dalla politica dei dazi perseguita dall’amministrazione Usa di Donald Trump.
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Servizi telecom, la crescita frena nel 2025
Nel 2024 il mercato globale dei servizi di telecomunicazione ha registrato una crescita accelerata, invertendo la tendenza mostrata nel 2023. Questo incremento è stato dovuto principalmente all’inflazione, che ha innescato l’aumento delle tariffe e ha costretto sia i clienti residenziali che quelli aziendali a destinare quote di spesa più alte ai servizi di telecomunicazione.
L’impatto dell’inflazione è stato particolarmente pronunciato in Europa e Nord America, dove un maggiore potere d’acquisto ha comportato una minore elasticità dei prezzi, ovvero un minor numero di clienti in queste regioni ha scelto di passare a pacchetti più convenienti o di interrompere i servizi che ritenevano non essenziali.
Al contrario, la regione Asia-Pacifico ha visto un tasso di crescita più lento rispetto all’anno precedente, in gran parte a causa della robusta ripresa post-Covid osservata nel 2022 e nel 2023.
Da Telco a TechCo, la sfida incide sul mercato
Nel 2025 l’impatto dell’inflazione sulla spesa per i servizi di telecomunicazione dovrebbe diminuire, perché l’aumento dei prezzi si sta gradualmente indebolendo nella maggior parte dei paesi. Allo stesso tempo, l’industria delle telecomunicazioni sta subendo una significativa trasformazione tecnologica, volta ad aumentare la produttività e una maggiore concorrenza.
L’intelligenza artificiale sta migliorando l’esperienza del cliente e l’efficienza operativa per i fornitori di servizi.
Gli investimenti nell’infrastruttura 5G stanno accelerando, con particolare attenzione alla densificazione della rete e alle partnership strategiche per espandere la copertura.
Il lancio di reti in fibra ottica e servizi satellitari Low Earth Orbit (Leo) sta favorendo la concorrenza e guidando i progressi nella connettività.
Inoltre, gli operatori di telecomunicazioni stanno sempre più spostando la loro attenzione dai servizi di connettività tradizionali ai servizi digitali, sfruttando tecnologie cloud-native, Ai e edge computing per offrire soluzioni innovative.
Effetto dazi sui servizi telecom, 5G a rischio?
Un fattore significativo che potrebbe influenzare il panorama del mercato include i dazi annunciati dalla nuova amministrazione degli Stati Uniti e parzialmente già entrati in vigore. Mentre l’impatto diretto sul mercato dei servizi di telecomunicazione dovrebbe essere minimo, dato che questi servizi sono spese nazionali, essenziali e ricorrenti, gli effetti indiretti potrebbero essere più pronunciati.
Secondo Mark Walker, vicepresident, Worldwide telecoms data and analytics di Idc, “i dazi sulle apparecchiature di telecomunicazione potrebbero portare ad un aumento dei costi per gli operatori di telecomunicazioni, ritardando potenzialmente il lancio del 5G e dei progetti di intelligenza artificiale. A lungo termine, i potenziali aspetti negativi possono includere un ulteriore deterioramento economico e una riduzione del potere d’acquisto a causa di una nuova ondata di inflazione”.
Già uno studio separato, condotto da Abi Research, ha stimato che negli Stati Uniti le implementazioni iniziali di reti 5G private nel settore manifatturiero sono scese dell’11% rispetto all’anno precedente, affermando che la battuta d’arresto nasce da un clima di profonda incertezza economica e politica, alimentato dai dazi Usa imposti su componenti tecnologici chiave e da una strategia commerciale nazionale percepita come volatile.
Tuttavia, poiché lo scenario di base di Idc include solo i dazi che erano in vigore ad aprile ed esclude quelli che sono stati sospesi, gli esiti rimangono da definire. Idc ritiene un dato di fatto l’incertezza globale, che si riflette nelle prospettive più basse per il Pil, ma ritiene che si eviterà una vera e propria recessione globale.
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