In un momento in cui il futuro delle telecomunicazioni si gioca sempre più sulla capacità di innovare nelle infrastrutture di rete, Ericsson sceglie il Giappone come hub strategico per la propria attività di ricerca e sviluppo su 5G e 6G. La società svedese ha annunciato un piano pluriennale di investimenti che punta a rafforzare significativamente la presenza tecnologica nel Paese asiatico, attraverso nuove assunzioni, sviluppo di talenti locali e consolidamento delle collaborazioni industriali e accademiche.
La decisione, ufficializzata attraverso un comunicato sul sito istituzionale, prevede il reclutamento di oltre 300 nuovi professionisti in Giappone nei prossimi anni, con l’obiettivo dichiarato di accelerare lo sviluppo di soluzioni di rete di nuova generazione. L’investimento si concentrerà in particolare su tecnologie avanzate come cloud-native, intelligenza artificiale, slicing, orchestration e sistemi per l’automazione delle reti. Tecnologie ritenute centrali per le evoluzioni del 5G e i primi standard emergenti del 6G.
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Giappone contesto unico per 5G e 6G
Il Giappone, come sottolineato dalla stessa Ericsson, rappresenta un contesto unico per la sperimentazione avanzata: un ecosistema ricco di operatori tecnologici d’avanguardia, una rete di università di eccellenza e una domanda interna sofisticata, che spinge verso l’adozione rapida di innovazioni. “Il Giappone è stato un pioniere nella tecnologia mobile fin dai primi anni ‘90. Oggi, con la sua spinta all’innovazione e alla digitalizzazione industriale, offre un terreno fertile per testare le capacità delle reti del futuro”, ha dichiarato Chris Houghton, Head of Market Area North East Asia di Ericsson.
Una risposta alla competizione geopolitica sul 6G
Non si tratta soltanto di un’espansione territoriale, ma di una scelta strategica che riflette una visione ben più ampia. Il Paese diventa così un vero e proprio “laboratorio di rete” dove mettere a punto le architetture intelligenti che saranno poi esportate e replicate a livello globale. E proprio su questo fronte, Ericsson conferma l’intenzione di collaborare attivamente con i principali operatori giapponesi, tra cui Ntt Docomo, Kddi e SoftBank, oltre a stringere nuove alleanze con istituti universitari e centri di ricerca.
Nel comunicato ufficiale, l’azienda sottolinea come l’R&D giapponese avrà un ruolo cruciale nello sviluppo di soluzioni carrier-grade che dovranno rispondere alle esigenze di performance, scalabilità e sicurezza richieste dal futuro scenario di connettività globale. In particolare, Ericsson guarda con attenzione all’evoluzione dell’industria 5.0, al ruolo delle reti private in ambito manifatturiero e ai nuovi modelli di business abilitati dalle reti intelligenti.
L’annuncio arriva in un momento in cui la competizione globale per il dominio tecnologico sul 6G si fa sempre più serrata. Mentre Europa e Stati Uniti accelerano su programmi come Hexa-X e NextG, e la Cina spinge su piani statali a forte componente industriale, la mossa di Ericsson appare come una risposta diretta alle dinamiche di geopolitica tecnologica che stanno ridefinendo le alleanze globali nel settore telco. Il rafforzamento dell’impegno in Giappone – uno dei Paesi più avanzati in termini di penetrazione 5G – può essere letto anche come una contromossa rispetto al predominio asiatico in materia di standard, supply chain e capacità di produzione.
Reti 5G e 6G: l’importanza delle competenze locali
Un altro aspetto non secondario è la valorizzazione delle competenze locali. Ericsson si impegna infatti a formare nuovi ingegneri e specialisti, integrandoli in team di sviluppo globale ma con un forte radicamento nazionale. Una logica che mira a coniugare centralità della ricerca con capacità di adattamento ai mercati locali, elemento sempre più richiesto per rispondere alle esigenze specifiche dei verticali industriali.
Il piano conferma la volontà di Ericsson di mantenere la leadership nella progettazione delle reti mobili di nuova generazione, ma anche di adattarsi a un mondo in cui la distribuzione della conoscenza e delle competenze è diventata parte dell’architettura strategica. La centralità delle reti nel tessuto produttivo e sociale contemporaneo richiede oggi approcci agili, modulari e profondamente localizzati. In quest’ottica, la scelta del Giappone non è solo geografica, ma profondamente culturale e industriale.
Un impegno a lungo termine
Come ha concluso il ceo Börje Ekholm in occasione dell’annuncio: “La nostra presenza rafforzata in Giappone rappresenta un impegno a lungo termine per l’innovazione aperta. Crediamo nel potenziale delle reti mobili come motore di trasformazione economica e sociale, e in Giappone vediamo il partner ideale per costruire insieme questo futuro”.