L’Italia digitale si costruisce anche attraverso la razionalizzazione. È quanto emerge dallo studio “Il valore di Inwit per l’Italia” presentato al Sustainability Day, evento annuale promosso da Inwit per misurare e raccontare l’impatto del proprio modello infrastrutturale condiviso sul sistema Paese.
La ricerca, curata da The European House – Ambrosetti (Teha Group), certifica un cambiamento radicale nei paradigmi di sviluppo del settore telecomunicazioni. Dal 2015 al 2024, il modello basato sulla separazione tra infrastrutture e servizi, e sulla condivisione delle torri tra più operatori mobili, ha permesso alla filiera telco italiana di evitare costi per 15,8 miliardi di euro.
Un effetto sistemico, favorito dalla capillarità della rete Inwit, che oggi conta oltre 25.000 torri mobili distribuite in più dell’82% dei comuni italiani, con un impatto che si estende su ambiente, occupazione, Pil e coesione territoriale.
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Impatto sul Pil: 1,3 miliardi nel 2024, con ricavi reinvestiti oltre il 30%
Nel solo 2024, il modello di business di Inwit ha generato 1,3 miliardi di euro di Pil attraverso un effetto combinato di valore aggiunto diretto, indiretto e indotto.
- Il valore aggiunto diretto (cioè quello prodotto dall’attività interna) è stato pari a 969,1 milioni di euro,
- quello indiretto (proveniente dalla filiera dei fornitori) ha superato i 261 milioni,
- mentre l’indotto (derivante dai consumi attivati attraverso salari e acquisti) ha generato oltre 40 milioni di euro.
Nel periodo 2020–2024, l’impatto cumulato ha raggiunto 5,3 miliardi di euro.
Particolarmente rilevante il tasso di reinvestimento dei ricavi: Inwit ha destinato il 30,5% dei ricavi del 2024 agli investimenti, contro una media del settore telco pari al 15,5%, e quasi tre volte il valore medio dell’economia italiana (11,3%).
Impatto occupazionale: 3.200 posti sostenuti e un moltiplicatore 9,7x
Nel 2024, INWIT ha sostenuto circa 3.200 posti di lavoro su scala nazionale. Di questi, una quota minoritaria è rappresentata dai dipendenti diretti, ma per ogni addetto INWIT si attivano altri 8,7 posti lungo la catena del valore.
Il moltiplicatore occupazionale complessivo è pari a 9,7x, uno dei più alti nel comparto infrastrutturale. Si tratta di occupazione trasversale a manifattura, costruzioni, manutenzione, telecomunicazioni, servizi professionali e commercio, coinvolgendo oltre 550 fornitori italiani, con 272 milioni di euro in acquisti e subforniture.
Significativo anche il dato sulla parità di genere: il 40% della forza lavoro di Inwit è composto da donne, ben al di sopra della media del settore Tlc e della media nazionale.
Impatto territoriale: presenza in 3.160 comuni fragili e 82% di copertura nazionale
INWIT ha portato le proprie torri in 3.160 comuni classificati da ISTAT ad alta vulnerabilità sociale ed economica, che rappresentano oltre il 70% dei territori svantaggiati in Italia e ospitano il 91% della popolazione residente in queste aree.
Questo è stato possibile anche grazie al protocollo firmato con Anci, Uncem e Infratel nel quadro del Piano Italia 5G, con cui l’azienda si è impegnata a coprire 1.385 aree a fallimento di mercato, cioè non servite spontaneamente dal mercato privato.
Il presidio territoriale di Inwit si estende:
- al 62% dei comuni montani
- al 67% delle aree rurali
- al 68% delle aree interne
Garantendo copertura e continuità digitale anche nei luoghi più remoti, a beneficio di circa 30 milioni di italiani.
Impatto ambientale: 2,5 milioni di tonnellate di CO₂ evitate e boom del fotovoltaico
L’impatto ambientale del modello condiviso è altrettanto rilevante. Dal 2015 al 2024, sono state evitate 2,5 milioni di tonnellate di CO2, grazie alla riduzione delle infrastrutture duplicate e all’ottimizzazione dei consumi.
Nel solo quinquennio 2020–2024, INWIT ha registrato:
- un risparmio energetico pari al consumo annuo di oltre 11.000 famiglie italiane,
- emissioni evitate per 86.860 tonnellate di CO2, equivalenti all’assorbimento di 766.000 alberi.
Importante anche la crescita del fotovoltaico: dal 2021 a oggi, gli impianti sono aumentati di 20 volte, raggiungendo 650 installazioni attive per una potenza cumulata di 3 MWp, con una produzione annua di quasi 3 milioni di kWh. L’obiettivo è arrivare a 60 MWp entro il 2030, coprendo oltre il 90% del fabbisogno energetico aziendale da fonti rinnovabili.
Benchmark internazionale: il disaccoppiamento spinge Pil e occupazione
Lo studio Teha include un’analisi comparativa dei settori telco, energetico e ferroviario in Paesi che hanno separato infrastrutture e servizi. Il dato è chiaro: nei cinque anni successivi al disaccoppiamento, si registra in media
- +1,6 punti percentuali di crescita del Pil,
- +1,4 punti di crescita occupazionale.
Questo modello consente maggiore focalizzazione strategica, creazione di mercati competitivi per le infrastrutture, qualità e innovazione dell’offerta da parte degli operatori di servizi. Inwit rappresenta oggi un caso di eccellenza di questa logica: infrastrutture condivise, neutralità tecnologica, sostenibilità finanziaria e ambientale.