“Il potere del Web sta nella sua universalità. L’accesso da parte di tutti, indipendentemente dalla disabilità, è un aspetto essenziale”. Tim Berners-Lee con questa frase alla fine dello scorso millennio lanciava le prime regole di accessibilità per il web (WCAG 1.0, 5 maggio 1999). Berners-Lee ha sottolineato l’importanza dell’accessibilità per garantire che il web, da lui inventato, fosse uno strumento democratico e universale. La frase nasce dalla sua visione di un web che non escluda nessuno, in particolare le persone con disabilità, e dal suo lavoro per promuovere standard tecnici che rendano i contenuti digitali accessibili a tutti, indipendentemente da limitazioni fisiche, sensoriali o cognitive.
Da quel momento la strada dell’accessibilità è stata spianata: a livello globale il tema dell’inclusione digitale è diventato da un tema di nicchia ad una necessità normata, con regolamentazione orientata esclusivamente ad impedire la creazione di prodotti e servizi che possono discriminare utenti con disabilità. Una delle ultime iniziative, che entrerà formalmente in vigore nel mercato Europeo dal 28 giugno 2025, è l’European Accessibility Act, che impatta anche (e molto) nel settore TLC.
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L’European Accessibility Act: un passo verso l’inclusione
L’European Accessibility Act (EAA), adottato dall’Unione Europea nel 2019, è una direttiva volta a migliorare l’accessibilità di prodotti e servizi per le persone con disabilità, promuovendo un mercato più inclusivo. Entrata in vigore il 28 giugno 2025, la direttiva stabilisce requisiti minimi di accessibilità per una vasta gamma di prodotti e servizi, tra cui smartphone, computer, e-book, servizi bancari, e-commerce e trasporti. Senza il rispetto di tali requisiti, i prodotti non possono essere immessi nel mercato europeo, con alcune deroghe, tra cui tempistica sino al 2030 per specifici prodotti già presenti sul mercato.
L’obiettivo principale dell’EAA è garantire che le persone con disabilità, inclusi anziani e individui con limitazioni funzionali, permanenti, temporanee o situazionali, possano accedere a beni e servizi in modo autonomo e paritario. La direttiva si applica sia al settore pubblico che privato, obbligando le aziende a progettare prodotti e servizi dedicati al consumatore conformi a standard di accessibilità, come interfacce user-friendly, sottotitoli per i contenuti audiovisivi e compatibilità con tecnologie assistive.
L’EAA rappresenta un passo significativo verso l’inclusione, allineandosi agli obiettivi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, la sua implementazione pone sfide per le imprese, soprattutto per le PMI, che devono adeguarsi ai requisiti senza gravare eccessivamente sui costi. Gli Stati membri dell’UE sono responsabili di monitorare la conformità e applicare sanzioni in caso di violazioni.
L’European Accessibility Act non solo migliora la qualità della vita delle persone con disabilità, ma promuove anche un mercato unico più equo e accessibile, rafforzando il principio di uguaglianza in tutta l’Unione Europea.
L’European Accessibility Act e le telecomunicazioni: verso un accesso universale
L’European Accessibility Act (EAA) ha un impatto significativo sul settore delle telecomunicazioni (TLC). La direttiva impone requisiti di accessibilità per prodotti e servizi TLC, come smartphone, tablet, servizi di telefonia e piattaforme di comunicazione online, per garantire che siano utilizzabili da tutti, incluse le persone con disabilità.
L’EAA si applica ai servizi di comunicazione elettronica, che includono:
- Telefonia vocale (tradizionale e via internet, come VoIP).
- Servizi di messaggistica (SMS, email, app come WhatsApp).
- Accesso a internet e relative infrastrutture.
- Comunicazioni di emergenza al numero unico europeo 112.
- Dispositivi per comunicazioni elettroniche, come smartphone, tablet e apparecchi VoIP.
Questi servizi e prodotti devono rispettare i requisiti di accessibilità definiti nell’Allegato I della direttiva e nello standard europeo EN 301 549, che attualmente incorpora i principi delle WCAG 2.1 livello AA per l’accessibilità digitale ma che è in fase di aggiornamento. La task force di cui faccio parte ha concluso il suo lavoro di sviluppo della norma aggiornata, che ora ha un iter di approvazione che ne prevede il rilascio non prima di giugno 2026. Nonostante questo ritardo dovuto a diverse motivazioni tecnico-organizzative, la Commissione UE ribadisce che i requisiti dell’EAA indicati nell’Allegato 1 sono autoesplicativi e pertanto già applicabili, anche in assenza di una norma specifica.
Nel contesto delle TLC, l’EAA richiede che dispositivi e servizi siano progettati con interfacce intuitive, compatibili con tecnologie assistive come ad esempio screen reader. Di seguito alcuni esempi per comprendere meglio l’ambito di applicazione al settore delle TLC.
Se pensiamo al mercato della telefonia, un produttore di smartphone deve garantire che il dispositivo supporti screen reader (come VoiceOver o TalkBack) per utenti non vedenti. Inoltre, l’interfaccia deve essere navigabile tramite comandi vocali o gesti semplificati per persone con limitazioni motorie. Ma non solo: Il dispositivo deve includere opzioni per ingrandire il testo, regolare il contrasto o utilizzare feedback aptico, rendendo l’uso intuitivo per tutti
Una piattaforma di videoconferenza come Zoom o Microsoft Teams deve integrare sottotitoli automatici o trascrizioni in tempo reale per utenti non udenti o con difficoltà uditive. Questi servizi devono garantire che i sottotitoli siano precisi e disponibili in più lingue, con opzioni per personalizzarne la visualizzazione.
Se consideriamo inoltre che gran parte degli operatori TLC ha dei servizi e-commerce dedicati al consumatore, anche tali servizi hanno necessità di adeguamento ai dettami della direttiva.
Il recepimento italiano: le sanzioni e le linee guida AgID
L’European Accessibility Act è stato recepito in Italia con il Decreto Legislativo n. 82 del 27 maggio 2022 (entrato in vigore il 16 luglio 2022), che prevede tra l’altro l’emanazione di linee guida AgID per la parte relativa ai servizi. Per i prodotti, invece, non sono previste linee guida ma la vigilanza da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Le linee guida AgID sono state oggetto di consultazione pubblica (terminata il 14 giugno 2025) a cui hanno partecipato diverse realtà associative con critiche alla struttura del documento, ma soprattutto con richiesta di delucidazioni anche perché la tematica prevede sanzioni.
Le multe per operatori economici (produttori, distributori, fornitori di servizi TLC) vanno da 5.000 euro a 40.000 euro per violazione, a seconda della gravità e dell’estensione dell’inosservanza, fermo restando che le aziende con un fatturato superiore ai 500 milioni di euro di media nell’ultimo triennio che erogano servizi tramite siti web e applicazioni mobili sono soggette alla Legge “Stanca” e rischiano una sanzione che può arrivare al 5% del fatturato.
Il massimo sanzionabile è il ritiro del prodotto e/o servizio dal mercato. Prodotti TLC non conformi, come smartphone, possono essere ritirati dal mercato o soggetti a divieto di vendita, con conseguenti perdite economiche significative. Servizi TLC, come piattaforme di messaggistica o videoconferenza che non offrono, ad esempio, sottotitoli in tempo reale o accesso ai servizi di emergenza (es. 112 tramite testo), possono essere sospesi fino all’adeguamento.
Conclusioni, anzi un inizio!
Il 28 giugno è alle porte, le modalità per lavorare in modo accessibile esistono da tempo e le stiamo già utilizzando. Gran parte dei prodotti ICT oggetto dell’EAA sono già nativamente predisposti a garantire l’accessibilità digitale, altri stanno via via migliorando e che ne possiamo accorgere quotidianamente. Chi di noi non ha beneficiato della trascrizione dei vocali di Whatsapp? Oppure di poter seguire un webinar senza ascoltare l’audio, seguendo con i sottotitoli? E chi di noi non ingrandisce il testo per leggere meglio dei contenuti (magari dei documenti contrattuali in PDF)? Queste sono solo alcune dimostrazioni reali per cui le regole di accessibilità che scriviamo portano beneficio a tutti, e non devono essere visti come una “onerosa concessione” per le persone con disabilità quanto una occasione per migliorare la qualità dei prodotti e servizi digitali, espandendo pure il mercato degli utenti perché – oggi – un utente pone la caratteristica dell’accessibilità come qualcosa che si aspetta e che se non trova passa oltre, al fornitore successivo.