Le telco non possono più contare solo sulla connettività. La techco transformation è diventata l’orizzonte strategico per la sopravvivenza e la crescita degli operatori, spinti dalla necessità di differenziare i ricavi e trasformarsi in fornitori di servizi digitali. Lo conferma il nuovo report “The state of play in techco transformation and revenue diversification”, realizzato da Circles in collaborazione con Mobile World Live, che fotografa un settore consapevole della svolta ma ancora alle prese con barriere interne e complessità di execution.
Secondo lo studio, il 75% degli operatori a livello mondiale ha già avviato il percorso di trasformazione in techCo, ma solo il 24% è riuscito a portare sul mercato servizi digitali in grado di generare ricavi. La maggioranza resta ferma a progetti pilota o è ancora alla ricerca di partner strategici. Una lentezza che rischia di penalizzare le telco in un contesto di margini stagnanti e forte concorrenza da parte di player digitali.
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TechCo transformation, un processo inevitabile ma lento
Il modello tradizionale delle telecomunicazioni si basa su un business che oggi è sempre più commoditizzato. La crescita dell’Arpu è ferma, la pressione competitiva si accentua e i servizi di base – voce e dati – pur rimanendo una fonte stabile di ricavi, non sono più sufficienti a garantire sostenibilità di lungo periodo. Da qui l’urgenza di evolvere in digital lifestyle brand capaci di offrire servizi che vanno dal banking all’e-commerce, dalla mobilità alla sanità.
Il report mette in luce come l’evoluzione sia in corso ma con tempi lenti: il 32% degli operatori ha servizi pilota in partnership, mentre un altro 22% è pronto a lanciare nuove iniziative grazie ad accordi già siglati. Ciononostante, resta ancora un 22% fermo alla fase preliminare, segno che la trasformazione, pur inevitabile, non ha ancora trovato una scala industriale.
Le barriere interne che frenano l’evoluzione
Il principale ostacolo è rappresentato dalle strutture interne. Ben il 57% dei manager intervistati individua nei processi legacy e nella rigidità organizzativa il vero freno al cambiamento. Sistemi complessi, siloed e poco flessibili si scontrano con le esigenze di agilità richieste da un modello digitale.
Accanto a questo, emerge con forza il tema delle partnership: il 45% dei rispondenti sottolinea la difficoltà di trovare interlocutori adatti con cui avviare nuove linee di business. Senza alleanze solide, infatti, la techco transformation resta incompiuta. Non a caso gli operatori dichiarano che i due interventi prioritari sono aumentare le risorse interne dedicate e ricercare partner strategici, mentre marketing e espansione geografica vengono solo in seconda battuta.
Customer centricity e intelligenza artificiale come leve di crescita
Nonostante le difficoltà, la ricerca segnala segnali incoraggianti. Il 68% delle telco ha già lanciato almeno un’iniziativa di diversificazione dei ricavi, trovando nella customer centricity il fattore decisivo di successo. Offrire servizi personalizzati e intelligenti è la leva per creare valore e ridurre il churn.
Le aree più promettenti riguardano l’innovazione centrata sul cliente (60%), l’uso dell’AI per l’engagement (54%) e la digitalizzazione dei processi di onboarding (46%). A fare la differenza è anche il sostegno del top management: il 54% degli intervistati ritiene che la sponsorship dei vertici sia determinante per la buona riuscita dei progetti.
Non-telco revenues, una crescita attesa nei prossimi cinque anni
Oggi le entrate extra-telco rappresentano ancora una quota limitata: per il 39% degli operatori non superano il 10% del fatturato, e solo il 13% dichiara di superare il 50%. Ma lo scenario è destinato a cambiare.
Secondo le previsioni raccolte dal report, entro il 2030 il 32% degli operatori si aspetta di generare dal 25 al 50% dei ricavi da servizi non-core, con una quota crescente di player – il 17% – che ipotizza di oltrepassare la soglia del 50%. Particolarmente ottimisti risultano gli operatori sudamericani, convinti che il potenziale di crescita sia significativo nei prossimi cinque anni.
Le partnership nei settori strategici
Per diventare techco, gli operatori guardano con interesse a comparti come finanza (50%), trasporti e logistica (46%), manifattura (43%) e sanità (39%). Si tratta di mercati complessi, con modelli di business differenti, sistemi difficili da integrare e culture organizzative lontane da quelle delle telco.
Questi ostacoli ricordano le difficoltà iniziali incontrate con l’Iptv, quando i modelli di revenue sharing con i broadcaster sembravano incompatibili. Col tempo, gli operatori hanno trovato formule sostenibili e oggi l’offerta video è parte integrante del portafoglio. È la dimostrazione che, con le giuste alleanze, anche le sfide più complesse possono essere vinte.
La centralità della rete e il legame con la banda ultralarga
In questo scenario, il ruolo delle infrastrutture resta centrale. La banda ultralarga è la condizione abilitante per qualsiasi evoluzione digitale, dal cloud all’IoT, dalle piattaforme fintech ai servizi sanitari digitali. Le telco che investono in reti ad alte prestazioni possono sfruttare al meglio la spinta verso la diversificazione, trasformando la connettività da commodity a leva di innovazione.
Per approfondire le applicazioni e le opportunità legate alla banda larga, CorCom ha dedicato uno speciale disponibile a questo link.
Un ecosistema per scalare la trasformazione
Il report conclude che la vera chiave del successo è costruire un ecosistema ampio e diversificato. Le telco devono imparare a collaborare con attori di settori differenti, a integrare modelli e culture e a fare leva su partner tecnologici capaci di accompagnarle nella trasformazione interna.