Cisco presenta la sua offerta Sovereign Critical Infrastructure e si aggiunge alle crescenti offerte di cloud sovrano che arrivano sul mercato europeo per rispondere alle esigenze di imprese sempre più attente all’autonomia delle loro infrastrutture e al controllo sui loro dati.
Sovereign Critical Infrastructure di Cisco è definita come “una proposta configurabile che i clienti possono utilizzare nei loro ambienti fisici on premise e air-gapped; l’offerta ricomprende soluzioni core Cisco di routing, switching, connettività wireless, collaboration e una serie di dispositivi endpoint dotati delle più avanzate funzionalità di sicurezza e osservabilità proposte da Cisco e Splunk”.
Ma che cosa è il cloud sovrano? E quanto è forte la spinta di aziende e pubbliche amministrazioni verso la sovranità digitale?
Indice degli argomenti
Cloud sovrano, perché è diventato un’esigenza in Europa
Oracle definisce il cloud sovrano come un ambiente cloud che aiuta un’organizzazione a soddisfare i propri requisiti di sovranità digitale. Nella maggior parte dei contesti di sovranità, le organizzazioni cercano di proteggere le informazioni personali degli individui. Tuttavia, a volte l’ambito di applicazione è più ampio e comprende la proprietà intellettuale, il software, i metodi di business, i dati finanziari, le informazioni sull’infrastruttura It e persino i metadati che descrivono quanto è grande un set di dati e quanto velocemente sta crescendo. Un cloud sovrano può essere ospitato in una struttura di proprietà di un provider di cloud computing e accessibile dagli utenti e dai sistemi It non cloud di un’organizzazione tramite Internet o collegamenti di comunicazione dedicati non connessi a Internet.
Un cloud sovrano può anche essere configurato come un’installazione “cloudlike” separata all’interno del data center di una grande organizzazione; l’installazione agisce come un ambiente cloud ed è gestita dal provider di servizi cloud, ma è fisicamente isolata dal mondo esterno.
Le iniziative dell’Europa per la sovranità nel cloud
Per i governi nazionali e la Commissione europea la questione del cloud sovrano è divenuta più pressante alla luce delle nuove preoccupazioni geopolitiche, ma anche prima il cloud sovrano era un concetto al centro dell’agenda dell’Ue per motivi di competitività tecnologica ed economica.
Le iniziative lanciate da Bruxelles per costruire un’infrastruttura cloud autonoma, regolata da norme europee, non soggetta a leggi extraterritoriali e in grado di garantire fiducia e interoperabilità, sono, infatti, numerose. Tra queste, Gaia-X ha rappresentato fin dall’inizio il simbolo più visibile della volontà di creare un cloud sovrano, ma ce ne sono molte: Dome, IPCEI-CIS, 8ra, la European Alliance for Industrial Data, Edge and Cloud, lo European Open Science Cloud, le Ai Factories, e altre ancora.
Una delle proposte più recenti che riguardano l’Italia è quella di Assinter per la Pubblica Amministrazione. L’associazione, che riunisce aziende di Regioni e Province Autonome, di Enti Locali e di diversi Enti pubblici centrali che operano nel settore Ict, ha suggerito di affiancare al Polo Strategico Nazionale (Pan) una rete di data center certificati e sicuri implementati dalle in-house regionali. Questo permetterebbe di unire le risorse per affrontare le esigenze di prossimità e di potenza di calcolo dell’edge cloud e dell’intelligenza artificiale.
Sovereign Critical Infrastructure, la nuova offerta di Cisco
Le caratteristiche principali di Cisco Sovereign Critical Infrastructure per l’Europa sono l‘implementazione on-premise, la licenza air-gap, le certificazioni (che consentono ai clienti di rispettare i requisiti di compliance) e l’offerta personalizzabile.
Questa infrastruttura di Cisco assicura alle organizzazioni governative che i sistemi mission-critical siano strettamente sotto il loro controllo. Banche, fornitori di servizi sanitari e aziende di altri settori regolati hanno più scelta per raggiungere i loro obiettivi di sovranità e compliance. E gli innovatori e i soggetti coinvolti nella realizzazione delle Ai Factory europee possono costruire i data center su cui fondare l’infrastruttura Ai sovrana del continente.
“I nostri clienti vogliono controllo sulle loro infrastrutture e i loro dati, ma anche la libertà di scegliere i modelli di implementazione adatti alla loro operatività, alla postura di security e ai loro obiettivi strategici”, ha commentato Gordon Thomson, presidente di Cisco Emea. “Ciò che presentiamo oggi serve proprio a proprio questo: assicura ai clienti la tecnologia e la flessibilità necessarie per costruire sistemi digitali sicuri e resilienti”.
“L’It on premise ha bisogno di connettività. Per questo motivo non si può sottostimare l’importanza della sovranità sulla rete, specialmente laddove si sia responsabili di infrastrutture nazionali critiche. La resilienza operativa in questi contesti è essenziale: hanno bisogno di controlli extra, protezioni, autonomia che possono essere offerti da vere soluzioni per la sovranità digitale. Ciò è ancor più vero quando si tratta di sovranità sulla rete -una sfida che pochi fornitori di infrastrutture di rete, finora, hanno potuto affrontare”, commenta Rahiel Nasir, Research Director for European Cloud & Lead Analyst for Worldwide Digital Sovereignty, Idc.
Cloud sovrano, mercato in fermento in Europa, occasione per le telco
Solo ieri Amazon Web Services (Aws) e Sap hanno ufficializzato i piani per rendere disponibili le funzionalità di Sap Sovereign Cloud su Aws European Sovereign Cloud, la nuova infrastruttura cloud indipendente per l’Europa sostenuta da un investimento pianificato di 7,8 miliardi di euro da parte di Amazon.
Aws European Sovereign Cloud, che lancerà la sua prima Region Aws nel Brandeburgo, in Germania, entro la fine del 2025, è progettato per offrire ulteriori opzioni alle organizzazioni del settore pubblico e ai clienti in settori altamente regolamentati. L’offerta punta ad aiutare queste organizzazioni a soddisfare le specifiche esigenze di sovranità digitale, dai requisiti di residenza dei dati, all’autonomia operativa e resilienza.
L’annuncio conferma il fermento sul mercato del cloud sovrano. Non più di due settimane fa, Deutsche Telekom ha presentato T Cloud, una piattaforma cloud concepita per offrire soluzioni sovrane, scalabili e sicure, tutte sotto un unico tetto. La piattaforma è frutto della collaborazione tra Telekom Deutschland e T-Systems e si propone come alternativa concreta ai grandi hyperscaler americani, con un approccio multi-cloud che integra infrastrutture proprietarie e servizi di partner selezionati.
Anche BT sta ampliando la sua attività nel campo del cloud sovrano, con la la piattaforma Global Fabric, confermando che il settore è percepito come grande opportunità dalle telco, che hanno una possibilità di fare concorrenza alle big tech Usa e riprendersi ampie fette di un mercato di valore.
L’instant book di Tim. Labriola: la sovranità digitale è una necessità
Il cloud sovrano fa ormai parte anche del dibattito industriale e geopolitico italiano: Tim ha per esempio pubblicato un instant book che ambisce a essere al tempo stesso strumento didattico e manifesto politico-economico. “Viviamo in un’epoca in cui i dati sono il nuovo petrolio. Alimentano l’economia digitale, guidano le decisioni strategiche e definiscono il vantaggio competitivo delle nazioni. Ma, come il petrolio, i dati hanno bisogno di infrastrutture per essere verificati, raccolti, trasformati e distribuiti in sicurezza. Oggi queste infrastrutture si chiamano cloud”, scrive l’amministratore delegato Pietro Labriola, sottolineando come la sovranità digitale non sia più un’opzione, ma una necessità.
L’instant book nasce con un obiettivo preciso: spiegare cos’è il cloud sovrano, perché è strategico, quali modelli esistono, quali benefici può portare e quali sfide comporta.
I vantaggi (e le sfide) del cloud sovrano in Italia
I benefici del cloud sovrano, sottolinea il documento, non si esauriscono nella protezione delle informazioni sensibili. Un’infrastruttura sovrana rafforza la capacità di innovare, sostiene la trasformazione industriale, favorisce la nascita di nuovi servizi e applicazioni, attrae investimenti e offre alle imprese strumenti per crescere senza dipendere da fornitori esteri. Significa garantire proprietà intellettuali, sviluppare ecosistemi nazionali e promuovere un’innovazione che sia anche sostenibile dal punto di vista giuridico e tecnologico.
Resta il tema delle sfide: elevati costi di realizzazione, necessità di competenze specialistiche, interoperabilità tra sistemi nazionali e internazionali, rischi di lock-in tecnologico, tempi lunghi di ritorno. Ma la direzione, sottolinea Labriola, è ormai tracciata: “Il cloud sovrano è la risposta a una sfida che riguarda sicurezza nazionale, autonomia strategica e competitività industriale. La sovranità digitale non è più un’opzione, ma una necessità”.
Il white paper afferma che il percorso italiano, se portato avanti con determinazione, può diventare un modello di riferimento europeo. In particolare il Polo Strategico Nazionale, se gestito con successo, non sarà solo un’infrastruttura per la PA, ma una piattaforma per l’intero sistema economico e sociale. In gioco c’è la capacità dell’Italia di difendere i propri dati, sviluppare la propria economia digitale e posizionarsi come leader in una sfida che segnerà il futuro dell’Europa.