L’espansione delle reti 5G rappresenta una delle sfide più importanti per le aziende delle telecomunicazioni in Italia e nel mondo. Mentre le aree urbane tendono a essere servite abbastanza rapidamente, portare connettività veloce, affidabile e a bassa latenza in zone rurali, montane, nelle isole e in mare aperto è molto più complesso, per ragioni tecniche, geografiche ed economiche.
Le telco, insieme agli enti governativi e con il sostegno dei fondi europei e nazionali, stanno esplorando soluzioni complementari per colmare il divario digitale, garantendo una copertura capillare ovunque.
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Il 5G: un salto generazionale
Il 5G è la quinta generazione della tecnologia per le reti mobili, che promette velocità di picco molto superiori rispetto al 4G, latenza più bassa e possibilità di collegare un numero molto più elevato di dispositivi.
Questa tecnologia rende possibili applicazioni come auto a guida autonoma, streaming di altissima qualità, realtà aumentata, e l’Internet of Things (IoT) su larga scala, che collega oggetti e macchinari.
Le caratteristiche distintive: velocità e latenza
Le velocità del 5G arrivano fino a 10 Gbps teorici per il download, con miglioramenti anche in upload. Anche la latenza è un aspetto importante: le reti 4G tipicamente presentano latenza nell’ordine di decine di millisecondi (30-50 ms o più), mentre con il 5G si punta a tempi di risposta di 1-10 ms, anche se le prestazioni reali dipendono molto dalle condizioni di rete, dal carico e dalla distanza.
Le frequenze maggiormente impiegate (es. 3,5 GHz) permettono download a centinaia di Mbps; le bande millimetriche (mmWave) offrono potenzialità ancora maggiori, ma sono più difficili da distribuire in aree meno densamente popolate.
Altre caratteristiche distintive del 5G includono una densità molto maggiore di dispositivi connessi per km², efficienza energetica migliorata, abilità di “network slicing” per dedicare parti della rete a usi specifici (industrie, servizi critici, IoT).
Una delle innovazioni più significative è l’introduzione dell’architettura 5G Standalone (SA). Questa architettura rappresenta il pieno potenziale del 5G, poiché permette a una rete 5G di funzionare completamente in autonomia, senza dipendere da infrastrutture 4G. Le sue principali caratteristiche includono bassa latenza, capacità aumentata, maggiore sicurezza e efficienza energetica.
Nuove opportunità di business: dall’industria 4.0 alla smart city
Le reti private 5G (o dedicate) sono la scelta sempre più frequente per le imprese che hanno bisogno di elevate garanzie di latenza, banda e sicurezza, come le fabbriche connesse (le smart factory) di Industria 4.0, i poli logistici, la sanità, il trasporto avanzato e la smart agriculture.
Secondo l’ultimo report di Polaris Market Research, il mercato globale del 5G enterprise si sta rapidamente espandendo, spinto dalla domanda di connettività altamente affidabile e a bassa latenza per IoT e tecnologie dell’Industria 4.0. Il tasso di crescita previsto (Cagr) per le reti private 5G delle imprese è del 58,8% dal 2025 al 2034, pari a un aumento di valore da 8,84 miliardi di dollari nel 2024 a 897,59 miliardi tra dieci anni.
Le applicazioni avanzate – inclusi l’AI, la realtà virtuale e aumentata e i sistemi autonomi – unite alla necessità di connettere una forza lavoro sempre più mobile continuano ad alimentare l’adozione in un numero crescente di settori industriali in piena trasformazione digitale.
Anche le smart city beneficiano del 5G, che, con le sue prestazioni, abilita applicazioni come monitoraggio ambientale, gestione della mobilità, sistemi di sicurezza urbana, infrastrutture connesse, realtà aumentata per vari servizi.
L’integrazione di 5G e IoT ottimizza i risultati permettendo di :
- gestire il traffico in tempo reale, con semafori intelligenti che riducono la congestione.
- attivare un’illuminazione pubblica più efficiente, con lampioni che si regolano in base alla presenza di persone.
- effettuare un monitoraggio ambientale continuo, per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua.
- ottimizzare i servizi pubblici, come la raccolta dei rifiuti e la gestione energetica.
La sfida della copertura: ostacoli e soluzioni
Secondo l’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano, in Italia gli investimenti nel 5G industriale (reti private, dedicate, applicazioni specifiche) restano relativamente modesti: per il 2024, la spesa stimata è di 14,5 milioni di euro, pur con una crescita del 70% rispetto al 2023.
Inoltre, in tutto il Paese, a livello sia business che residenziale, le aree “bianche” – territori con mercato privato non redditizio – restano un problema: molte gare per copertura 5G in aree a fallimento di mercato sono sottofinanziate, o non attraggono gli operatori.
Il Piano “Italia 5G – Densificazione”, parte della Strategia italiana per la banda ultralarga, prevede la realizzazione di nuovi siti radio base (1.385 aree) per garantire almeno 150 Mbit/s in downlink e 30 Mbit/s in uplink in zone che ora non hanno connettività adeguata.
Il gap tra copertura e utilizzo: l’Italia in ritardo?
Secondo il rapporto Digital Decade 2025, la copertura in fibra ottica Fttp ha raggiunto il 70,7% del territorio italiano, con un balzo netto rispetto all’anno precedente. Sul fronte mobile, la rete 5G copre circa il 99,5% delle zone abitate in Italia, collocando il nostro paese tra i best performer in Europa per percentuale di popolazione raggiunta.
Tuttavia, “copertura” non significa “disponibilità effettiva” per tutti: il rapporto Desi 2024 evidenzia che la disponibilità del servizio 5G attivo per utenti che hanno dispositivi e tariffe compatibili è ancora bassa, circa il 17%.
Per le aree rurali, la situazione è molto più critica: secondo FuturLab / I-Com, la copertura Vhcn (Very high capacity networks – cioè fibra ultraveloce + 5G ad alte prestazioni) nelle aree rurali italiane è del 37% contro una media europea di circa il 56%
Reti private 5G per le aziende: una soluzione su misura
Le reti private permettono alle imprese di avere controllo diretto su parametri come latenza, sicurezza, affidabilità e segregazione del traffico dati.
Tuttavia, in Italia esistono alcuni ostacoli: la difficoltà nel giustificare il ritorno economico sugli investimenti, la concorrenza di altre tecnologie ritenute “abbastanza buone” (come Fwa, 4G e, se disponibile, la fibra ottica), e un contesto normativo / regolatorio frammentato che rallenta le implementazioni.
In Italia le reti private sono già in costruzione o sperimentazione nei distretti industriali, nei porti, nelle aree produttive dove c’è domanda chiara con applicazioni che giustificano l’investimento. Ma la diffusione resta bassa rispetto al potenziale: le imprese faticano spesso a far tornare i conti, specie in zone dove la densità è bassa.
Superare gli ostacoli: il ruolo del Pnrr e delle istituzioni
Il Pnrr ha stanziato risorse importanti per infrastrutture, banda ultralarga, reti mobili, backhauling in fibra per siti radiomobili, soprattutto nelle aree in cui il mercato privato non può investire. Tim, ad esempio, ha vinto diversi lotti nei bandi “Italia 1 Giga” e “5G Backhaul” per intervenire su migliaia di siti nei territori a fallimento di mercato.
Il Piano Italia 5G, con attività come il rilegamento in fibra di stazioni radio base, sta producendo risultati: al febbraio 2025, è stato completato oltre il 66% degli obiettivi sul rilegamento in fibra per circa 9.500 stazioni radio base.
Il piano “Italia 1 Giga” (parte del Pnrr) e altri bandi per le aree bianche mirano a portare connettività Vhcn dove il mercato privato non investirebbe. Tuttavia, Italia a 1 Giga sta scontando forti ritardi.
Progetti come “rilegamenti in fibra ottica di siti radiomobili” per aree comunali hanno un contributo pubblico via Pnrr per aiutare ad abbattere il costo di infrastrutturazione.
Le gare pubbliche per copertura 5G nelle aree bianche rappresentano strumenti essenziali, sebbene affrontino anche qui delle difficoltà: alcune gare sono andate deserte, o hanno subito slittamenti.
5G e sicurezza: come affrontare le preoccupazioni delle aziende
La sicurezza è uno dei temi più citati quando si parla di 5G, in particolare per le reti private. La percezione del rischio è alta, anche in assenza di incidenti noti. Le aziende richiedono trasparenza su protocolli, privacy dei dati, modalità di autenticazione, crittografia, responsabilità in caso di attacchi.
Con l’arrivo del 5G, infatti, la rete non è più monolitica, ma segmentata in “slice” virtuali dedicati a servizi diversi. Ogni slice ha requisiti specifici di latenza, capacità e sicurezza. Le telco stanno progettando politiche di controllo accessi, isolamenti e rilevamento anomalie che sono in grado di gestire ambienti dinamici e multi-tenant.
I vantaggi del 5G in termini di cybersecurity
Il 5G include di base tecnologie più aggiornate a livello di autenticazione, cifratura, isolamento delle varie componenti (anche tramite slicing). Ciò consente di segmentare traffico sensibile e critico, riducendo l’esposizione generale.
Inoltre, l’intelligenza artificiale, i modelli di machine learning e gli algoritmi predittivi stanno diventando centrali nella prevenzione delle minacce e nella gestione degli alert.
Le reti private 5G, a loro volta, permettono un controllo ancora maggiore sui dispositivi, sugli endpoint, sul routing interno e riducono la dipendenza da infrastrutture condivise.
L’opportunità per le telco europee
Gli operatori in Europa, come Orange, Telefonica, Veon, Deutsche Telekom, BT, Telenor e Vodafone, stanno investendo in nuove reti 5G, ma con un approccio cauto, che Stl Partners definisce il “ciclo 5G go slow”. La prudenza finanziaria prevale anche perché le telco continuano a investire anche nelle loro reti Lte e adottano un percorso graduale verso la quinta generazione mobile.
Di conseguenza lo sviluppo del 5G si presenta come uno scenario a macchia di leopardo e non tutti i casi d’uso saranno disponibili in commercio allo stesso tempo. Al tempo stesso alcuni settori industriali esprimono una forte domanda di applicazioni 5G – ad esempio, la manifattura.
Questo rende vantaggioso l’approccio che coniuga 5G ed edge computing, secondo un’analisi di Stl Partners: le telco possono sfruttare l’edge per creare più velocemente gli ecosistemi 5G e abilitare nuovi servizi ovunque.
5G Fwa per risolvere i problemi di copertura
Le telco usano il 5G per superare il digital divide investendo in infrastrutture che offrono maggiore velocità, latenza inferiore e copertura estesa, soprattutto in aree non coperte dalla fibra, grazie all’uso di tecnologie come il Fixed Wireless Access (Fwa).
Queste nuove reti consentono di fornire connettività a persone e imprese precedentemente escluse, anche grazie all’ottimizzazione delle prestazioni tramite intelligenza artificiale e al potenziale di servizi innovativi.
Il 5G Fwa è una soluzione per colmare il divario digitale in Italia e raggiungere gli obiettivi di connettività del nostro paese anche secondo Opensignal. I dati della società mostrano che la transizione dal Fwa basato su Lte al 5G Fwa ha migliorato significativamente la velocità e la qualità del servizio per gli utenti di questa tecnologia di accesso. Inoltre, 5G Fwa e fiber-to-the-home (Ftth) forniscono livelli di qualità del servizio statisticamente equivalenti, entrambi sostanzialmente superiori ad altre soluzioni sul mercato.
Il futuro è già qui: 6G e oltre
L’economia globale della connettività si prepara a una trasformazione profonda con l’arrivo della sesta generazione mobile. Secondo un report di MarketsandMarkets, il mercato del 6G crescerà da 11,4 miliardi di dollari nel 2030 a 110,46 miliardi nel 2036, con un tasso medio annuo del 46%. È un dato che segna l’avvio di una nuova fase per il settore telco, in cui le reti mobili di sesta generazione non saranno soltanto un’evoluzione tecnologica, ma un motore di innovazione per industrie, città e società digitali.
Il 6G promette di superare la dimensione del “semplice” potenziamento delle performance, tipica del passaggio da 4G a 5G, per entrare nel campo dell’intelligenza di rete, dove AI, cloud distribuito e comunicazione olografica si intrecciano per abilitare nuovi modelli economici e sociali.
Il 5G come ponte verso le reti del futuro
Il 5G, dunque, non è solo un fine, ma una piattaforma di transizione: tecnologie come network slicing, edge computing, infrastrutture di rete virtualizzate, radio accesso flessibile sono componenti che saranno fondamentali anche per il 6G.
Le ricerche internazionali segnalano già esperimenti e prime definizioni di standard 6G per bande molto alte, utilizzo diffuso di intelligenza artificiale nella gestione della rete, connettività integrata satellitare e terrestre, e comunicazioni ultra-affidabili.
Paesi come Cina, Corea del Sud, Giappone, India e Singapore stanno già investendo in ricerca e sviluppo, assegnazioni di spettro, testbed e collaborazioni pubblico-private.
Il report di MarketsandMarkets cita i principali programmi governativi: dal K-Network 2030 della Corea del Sud alla Bharat 6G Vision dell’India, passando per i piani di finanziamento del Giappone. In parallelo, le istituzioni regionali stanno costruendo una governance condivisa per favorire la standardizzazione internazionale e l’allineamento con le iniziative dell’Itu.
I principali operatori mondiali – AT&T, Ntt Docomo, Orange, Jio, Vodafone, SK Telecom, Deutsche Telekom, Verizon, China Mobile, Telefónica, Rakuten, Singtel, Kddi e e& – stanno lavorando su prototipi e test di rete sperimentali, collaborando con produttori di chip, vendor e istituzioni accademiche.
Le prossime sfide per l’innovazione
La diffusione del 5G e, in prospettiva, del 6G, dipenderà da alcuni fattori cruciali:
- La disponibilità di spettro adeguato e ben regolamentato, anche nelle bande alte, per permettere prestazioni elevate.
- L’impiego di infrastrutture alternative: Fwa, satelliti, sistemi ibridi per “ultimo miglio” laddove la fibra o le torri non siano praticabili.
- Il superamento dei limiti normativi, ambientali e locali (autorizzazioni, emissioni, vincoli paesaggistici) che rallentano l’installazione delle antenne.
- Garantire che la diffusione del 5G non lasci indietro le aree più difficili da raggiungere e servire, per esempio attraverso finanziamenti mirati, partenariati pubblico-privati, modelli di utilizzo condiviso dell’infrastruttura.
- Preparare l’ecosistema: dispositivi compatibili, competenze tecniche adeguate, operatori pronti a investire non solo in infrastruttura ma in servizi che giustifichino innovazione.
5G, l’Italia tra primati e sfide
L’Italia è stata pioniere delle implementazioni 5G e i numeri sulla copertura ci collocano in cima ai Paesi europei. Ma restano molte zone remote, rurali, montane che non beneficiano pienamente del servizio, in termini di prestazioni o di disponibilità effettiva. E, in generale, il takeup è basso.
Il paradosso riguarda tutta l’Europa: secondo le rilevazioni presentate di recente da Alessandro Gropelli, direttore generale di Connect Europe, la copertura del 5G in Europa è ormai vicina al 90%, con performance particolarmente rilevanti in Paesi come il Lussemburgo. Tuttavia, il quadro cambia se si guarda al 5G standalone, cioè alla versione pienamente evoluta della tecnologia: la copertura riguarda appena il 40% della popolazione europea e l’adozione effettiva si ferma al 2%.
La discussione sul futuro delle reti non si limita alla diffusione tecnica, ma tocca la capacità di renderle strumenti concreti di competitività. Le tre direttrici richiamate da Gropelli – deregolamentare, scalare e innovare– sintetizzano l’approccio che l’Europa dovrà adottare per affrontare la fase “post-5G” e “post-Ftth”.
Il tema del 5G in Europa non riguarda soltanto la connettività mobile, ma rappresenta una leva decisiva per l’industria digitale, i servizi avanzati e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Le infrastrutture già costruite pongono le basi: la sfida è trasformarle in valore effettivo per l’economia e la società.
La maggior parte degli osservatori di mercato concorda: per vincere la sfida serve una strategia integrata, che metta insieme strumenti tecnologici, investimenti privati e regia pubblica. Solo così si potrà raggiungere davvero l’obiettivo europeo di copertura gigabit e 5G totale entro il 2030.