Pagamenti elettronici: aggiornare le normative e i modelli di business

Aeit e Aict accendono i riflettori sulle “transazioni innovative”. Appuntamento giovedì 13 marzo, dalle 14 alle 18, presso l’aula Leonardo dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, via del Politecnico 1 – Roma

Pubblicato il 10 Mar 2014

Giovedì 13 marzo, dalle 14 alle 18, Aeit (Associazione italiana di elettrotecnica, elettronica, automazione, informatica e telecomunicazioni) e Aict (Society Aeit per la tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni) organizzano a Roma, all’Università di Tor Vergata, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e l’Associazione Italiana degli Istituti di Pagamento (Aiip), una giornata di studio (qui il programma) in cui raccogliere e mettere a confronto le posizioni di rappresentanti di tutte le componenti dell’eco-sistema e dell’area payment: operatori di telecomunicazione, fornitori di apparati, giuristi, fornitori di servizi, operatori over the top (Ott), ordini professionali, regolatori, associazioni di consumatori.

“E’ un approccio innovativo – spiega Maurizio Mayer, presidente Aict- che trascende i consueti limiti di eventi riguardanti di volta in volta esclusivamente gli aspetti propri di ciascuna categoria e che sta suscitando un notevole interesse fra gli addetti ai lavori. Ne è testimonianza il fatto che le conclusioni del Convegno verranno tratte dal Presidente di Confindustria Digitale Stefano Parisi”.

L’adozione su vasta scala in Italia dei pagamenti elettronici incontra notevoli resistenze per vari motivi: diffidenza, disinformazione, complessità, inadeguatezza delle normative. “D’altra parte – aggiunge Mayer – un qualsiasi sistema di pagamento elettronico comporta l’interazione di soggetti / imprese di caratteristiche, estrazioni e metodiche di lavoro completamente differenti con conseguenti difficoltà d’implementazione”.

Negli ultimi anni i sistemi di pagamento stanno subendo una rapida evoluzione che mira al superamento del trasferimento fisico di denaro contante per l’acquisto di beni e servizi, da sostituire con transazioni in forma elettronica (e-payment).

Per abilitare gli acquisti tra venditore e cliente, attraverso una rete di telecomunicazioni, inclusa internet, occorrono precise normative che stimolino il business del settore e invoglino le aziende ad investire in knowledge e infrastrutture. Il mobile payment impiega terminali mobili (smartphone, tablet,ecc.) e coinvolge vari soggetti, da operatori di reti mobili a fornitori di apparati, da istituti bancari a società finanziarie, senza escludere gli Over the top (Ott), che operano da intermediari in internet.

“La giornata di studio romana – conclude Mayer – mira a far emergere spunti e suggerimenti per rilanciare la discussione sul tema anche a livello di istituzioni centrali e governative. Sia il legislatore che i ministri competenti devono attivare nei prossimi mesi tutti quei meccanismi tesi ad assecondare gli sforzi innovativi, ma al momento scoordinati, degli operatori impegnati nel settore dei pagamenti elettronici”.

Maurizio Pimpinella, presidente di Aiip, ha dichiarato: “Gli strumenti di E – Payment in Italia sono in crescita, in media i cittadini effettuano circa 71 operazioni all’anno, ma il 90% delle preferenza va ancora al contante, il cui costo, purtroppo, ammonta a 10 miliardi di euro all’anno, circa 200 euro per cittadino. Un maggiore utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici garantirebbe risparmi annui per 40 miliardi di euro, pari a 3 punti di PIL, oltre ad andare a contrastare quel mondo del sommerso che nel nostro Paese raggiunge un totale di 270 miliardi di euro secondo le stime della Guardia di Finanza. Per diffondere i pagamenti elettronici bisogna lavorare sulla comunicazione e sulla formazione. L’esperienza di acquisto si sta sempre più digitalizzando e questo processo va promosso. Per diffondere la moneta elettronica non bisogna standardizzare i canali di pagamento, ma puntare sulla differenziazione: contactless, mobile, Nfc, wallet. Bisogna divulgare la cultura digitale anche nelle scuole, promuovendo ad esempio il Mobile Payment per gli acquisti quotidiani anche nelle Università come ad esempio smaterializzare il buono mensa attraverso un wallet sul mobile. La grande diffusione degli smartphone soprattutto tra i giovani facilita la predisposizione all’utilizzo dei digital payments”.

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