IL REPORT

Digital economy, la burocrazia ha un “prezzo” di 100 miliardi di euro

La mancata semplificazione normativa costa cara allo sviluppo. Per l’e-commerce la partita vale il 30% del business e le attività legate alla compliance stanno lievitando generando ulteriori difficoltà. “Procedure troppo complesse, a rischio la crescita del single market”

Pubblicato il 21 Lug 2020

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Costa 100 miliardi di euro la complessità normativa al mercato digitale europeo. Lo rivela uno studio di B2B international realizzato per Stripe secondo cui solo il 33% dei player dell’e-commerce è sicuro della conformità della propria azienda agli standard normativi: il 64% degli intervistati dichiara che sarebbe attivo in almeno 10 Paesi se le normative fossero meglio armonizzate e le aziende potrebbero aumentare le proprie entrate del 30%, se non fossero gravate dalla necessità di gestire normative e procedure di conformità ritenute eccessivamente complesse.

Secondo il white paper le incoerenze normative rappresentano un ostacolo chiave alla visione di un mercato unico digitale per molte aziende europee che operano online, in quanto alle prese con richieste sempre più complesse nel quadro regolamentare.

Quanto costa essere compliant

Lo studio, condotto tra 500 imprenditori europei a capo di imprese che operano online da B2B International per conto di Stripe, ha rilevato che solo 1 azienda su 3 (33%) è attualmente certa di essere conforme agli standard normativi e meno di una su 4 (24 %) è sicura di comprendere quali normative la riguardino.

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Tre quarti (72%) degli imprenditori intervistati ritiene che il rispetto di tutti i requisiti normativi internazionali necessari stia rallentando la loro crescita, con un 30% che afferma che si tratta di “una grande sfida” e un 42% concorde sul fatto che la conformità stia diventando sempre più difficile. Ciò ha anche un impatto diretto sulle ambizioni commerciali oltre frontiera: il 41% delle imprese che stanno attualmente ritirando la propria presenza online sui mercati internazionali lo fa perché le normative sono aumentate da quando si sono espanse in alcuni Paesi.

Per far fronte a questa crescente complessità, anche il “costo della conformità” è in aumento: il 44% delle aziende che operano online paga già consulenti o professionisti esterni e il 41% assume direttamente nuovo personale per gestire le sfide normative. Inoltre, le aziende online stanno già impiegando direttamente in media 2-3 dipendenti a tempo pieno per lavorare sulla conformità normativa per un costo complessivo stimato del personale di  250.000 euro all’anno. In media tra le aziende di tutte le dimensioni, circa il 5% del monte salari complessivo viene speso per la conformità.

Semplificazione per sbloccare la crescita

Consentendo alle imprese di ogni tipo e dimensione di ottemperare alle regole UE in un modo più semplice ed economicamente sostenibile, esisterebbe il potenziale per sbloccare una crescita significativa. Due terzi (64%) dei dirigenti d’azienda intervistati affermano che sarebbero attivi in ​​almeno 10 Paesi se le normative o i regimi fiscali fossero meglio armonizzati in tutta l’Unione.

Queste stesse aziende stimano anche che potrebbero aumentare le entrate del 30% senza la necessità di gestire normative e procedure di conformità eccessivamente complesse. Se tale numero si applicasse a tutte le attività di eCommerce B2c nell’Unione Europea, il Pil online europeo potrebbe crescere di oltre 100 miliardi di euro in questo segmento.

La maggiore disponibilità di tecnologia e strumenti online negli ultimi 5 anni è stata citata come il fattore numero 1 nel rendere più facile la vita degli imprenditori europei, che sono in particolare alla ricerca di modalità che supportino la conformità, con un 70% delle aziende online che già utilizzano strumenti tecnologici a questo fine (una percentuale che sale all’82% tra gli intervistati italiani). Tuttavia, il panorama degli strumenti online è frammentato e la tecnologia, proprio come i regolamenti, è vista come troppo specifica e legata al singolo Paese per essere veramente efficace.

“Per liberare tutto il potenziale del mercato unico digitale – dice Matt Henderson, responsabile commerciale Emea di Stripe –: la conformità normativa e la gestione fiscale oltre confine devono essere semplificate per le imprese che operano online. Questo non è un tema puramente politico, anche la tecnologia può aiutare. Stripe ha una comprovata esperienza nell’aiutare le aziende online a muoversi nella regolamentazione e siamo attivi nella ricerca di ulteriori modalità di supporto”.

Secondo Tom Wehmeier, Partner e Head of Insights di Atomico”c’è stata una profonda autoanalisi sulle modalità con le quali l’Europa può creare un numero sempre più alto – e di dimensioni sempre maggiori – di aziende ‘campioni’ dell’hi-tech all’interno dei propri confini. Quantificando le sfide quotidiane che le aziende tecnologiche europee si trovano ad affrontare oggi, questo rapporto invia un messaggio chiaro e pratico: dobbiamo fare di più per alleviare le barriere quotidiane nascoste che impediscono alle imprese tecnologiche europee innovative di crescere e accelerare in tutta l’Ue”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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