L'INTERVISTA

Round da 10 milioni per uFirst-Qurami. Barletta: “Le startup italiane siano ambiziose”

Il founder di Alchimia scommette sul merger fra le due app e guarda al 2020 come anno chiave. Internazionalizzazione e partnership le leve per far lievitare i numeri passando da 600mila a oltre 1 milione di utenti. Si lavora a un convertibile entro giugno 2019

Pubblicato il 01 Feb 2019

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Fare di uFirst-Qurami una app di calibro internazionale, in grado di movimentare capitali importanti e di generare un round di finanziamento di almeno 10 milioni di euro. È questo l’ambizioso obiettivo a cui punta Paolo Barletta, giovane imprenditore italiano, ceo del Gruppo Barletta e founder del veicolo di investimento Alchimia, che ha deciso di portare a bordo Qurami, la app gratuita salta-file, per integrarla con uFirst, la app premium per il fast track in luoghi quali aeroporti, musei e altre location turistiche.

“Le due app sono totalmente complementari e vanno a rafforzarsi l’una con l’altra. Peraltro non ci sono praticamente reali competitor sul mercato a livello internazionale al netto di QLess che seppur con un business model differente e una tecnologia molto più acerba della nostra, ha messo a segno un round da 10 milioni. Ma noi vorremmo battere questa cifra”.

Barletta un round di 10 milioni sarebbe praticamente un unicum in Italia per una startup “digitale”.

Sì, ed è arrivato il momento anche nel nostro Paese di alzare l’asticella. Come venture capital la prima domanda che ci facciamo è come fare a far crescere le aziende che decidiamo di aggiungere al network spingendone le potenzialità al massimo. Ma soprattutto ci domandiamo quale può essere l’utilità reale di una app o di un servizio. Si parla tanto del valore dei dati, ma per “monetizzare” un dato bisogna dare qualcosa in contropartita all’utente. Oramai tutti si sono buttati sul business dei dati, ma a vincere sono le realtà che stanno offrendo in chiave digitale servizi legali alla old economy concreti ed essenziali per la vita quotidiana. L’utente ottiene qualcosa in cambio. Peraltro c’è un altro tema di cui si discute molto nel nostro Paese ma che nel passaggio dalla teoria alla pratica non combacia con le intenzioni: quello delle competenze. In Silicon Valley quando si acquisiscono startup o piccole aziende quel che si valuta maggiormente sono le risorse umane. Perché è il know how l’asset più importante che si acquisisce. Invece nel nostro Paese non funziona così: si acquisisce per far scomparire dal mercato un avversario oppure perché si ritiene il prodotto finale interessante. E una volta fatta l’acquisizione nascono forti problemi di integrazione e le risorse portate a bordo non sono adeguatamente utilizzate. Ecco perché poi nel nostro Paese non si fanno grandi exit o non si sfornano grandi idee.

Quali saranno i prossimo step della nuova uFirst-Qurami?

Dal mese di febbraio le due piattaforme saranno completamente integrate e l’obiettivo numero uno è consolidare il mercato sia sul fronte freemium sia premium. Sono in corso trattative con importanti operatori di carte di credito e guardiamo con interesse anche alle telco. E vogliamo passare dagli attuali 600mila utenti a oltre un milione entro fine 2019. A fine anno puntiamo inoltre allo sbarco di Qurami all’estero dove uFirst è già presente con oltre 200 partner affiliati in Europa in oltre 150 città. In 24-30 mesi poi prevediamo un’ulteriore crescita attraverso altre acquisizioni o anche valutando un’eventuale exit. Stiamo valutando inoltre di collocare un convertibile entro giugno 2019 per poi progettare il round entro giugno del 2020.

Cos’altro ha in ballo Alchimia per il 2019?

Stiamo guardando con grande interesse al settore aerospace, un settore in Italia molto forte. Ci sono alcune iniziative interessanti sul fronte delle nanotecnologie per lo spazio e dei servizi spaziali. Tante le aziende che stanno nascendo per “innovare” ulteriormente il settore con servizi a valore aggiunto. E anche in questo caso ci siamo posti l’obiettivo di valorizzare l’italianità: sono molti i veicoli stranieri, spesso appoggiati o sostenuti da governi, che stanno investendo per imbarcare talenti. In Italia non c’è un venture specializzato nell’aerospace e sarebbe auspicabile un’iniziativa di Stato, ossia che vedesse il governo impegnato nel sostenerla.

Cosa ne pensa delle misure del governo dedicate alle startup e alla nuova imprenditoria?

Penso che si tratti di iniziative senza dubbio lodevoli, ma che dovranno essere ben implementate rispetto ai decreti attuativi. Ad ogni modo, i contributi e l’immissione di denaro nel sistema saranno uno stimolo enorme ed una grande opportunità. Credo inoltre che vada aperto un dibattito serio sulle figure manageriali. In Italia quando si parla di lavoro ci si riferisce perlopiù alle assunzioni di giovani alla prima esperienza per le quali nel corso degli anni sono stati previsti sgravi fiscali per le aziende. Nessuno però si è mai posto il problema delle competenze ai vertici, quelle che di fatto consentono di “trainare” lo sviluppo e la crescita delle aziende stesse. Servirebbero incentivi anche per le assunzioni delle figure manageriali che peraltro rappresentano il carico di costo maggiore per un’azienda e che spesso non possono essere adeguatamente retribuite proprio per le difficoltà nel sostenere costi più elevati. E così i giovani manager capaci poi ce li facciamo rubare dalle aziende estere. Bisogna capire che i nuovi talenti rappresentano il futuro del Paese e che per “svecchiare” le aziende tradizionali serve una commistione in grado di favorire il ricambio generazionale e accompagnarlo nella maniera più soft e più corretta. Insomma serve un cambio culturale anche su questo fronte se davvero si vuole affrontare con serietà e profitto il tema delle competenze. Da parte nostra con il Myllennium Award – Premio Raffaele Barletta (il padre di Paolo nonché patron del Gruppo Barletta scomparso qualche anno fa, ndr), quest’anno alla quinta edizione, puntiamo a premiare i talenti imprenditoriali under 30, la generazione Y o dei Millenials, che già rappresenta il nostro presente e porrà le basi per il nostro futuro. Al momento sono aperti i bandi e tutte le informazioni sono disponibili su www.myllenniumaward.org.

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