IL CASO

Anonymous infiamma la cyberprotesta contro le trivelle: la PA lucana sotto attacco

A pochi giorni dall’iniziativa di LulzSec Italia, che ha sottratto dati sensibili all’Università della Basilicata, il gruppo di hacktivisti rivendica l’attacco sferrato a una serie di enti pubblici della Regione per denunciare lo sfruttamento petrolifero del territorio

Pubblicato il 17 Feb 2020

D. A.

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Nuova campagna all’insegna dell’hashtag #OpGreenRights, che denuncia lo sfruttamento petrolifero del territorio e il suo inquinamento. Questa volta gli hacktivisti di Anonymous Italia hanno colpito in modo diffuso le strutture IT della Regione Basilicata.

L’entità dell’attacco di Anonymous

Sono stati infatti raggiunti i database di giunta, consiglio, azienda regionale di promozione del territorio e dei comuni della Val D’Agri. L’attacco non ha portato solo alla pubblicazione, su una lavagna volante, di 250 righe di tabelle dei database degli enti, ma anche alla divulgazione di nomi, cognomi, username, password ed email degli amministratori, oltre che delle credenziali di quasi 200 aziende lucane. Nei database della giunta pubblicati erano presenti anche nome, email, telefono, sito web, partita Iva e codice fiscale di 198 organizzazioni private. Tra i dati divulgati ci sono infine login e password dei siti istituzionali di alcuni comuni che potrebbero subire danni dalle attività di estrazione petrolifera come Pietra Pertosa, Rionero in Vulture, Missanello, San Martino d’Agri e Nova Siri.

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Le minacce degli hacktivisti

La rivendicazione è arrivata via Twitter. Parlando delle trivellazioni, Anonymous sottolinea che si tratta di “uno scempio firmato dall’italiana Eni”. L’attacco, in questo senso, serve a denunciare “le persone che hanno avuto e che hanno tuttora un ruolo in questa situazione disgustosa, sia per il disastro ambientale, sia per la corruzione che regna sempre sovrana nel nostro Paese, e delle decine di processi in cui non si è mai trovato un colpevole soprattutto dopo essere venuti a conoscenza di dati falsificati, consentendo così guadagni miliardari per l’Eni e per i vari politici autoctoni e non solo”.

L’operazione era stata preannunciata in un comunicato pubblicato qualche giorno fa sul blog ufficiale di Anonymous, e con ogni probabilità non sarà l’ultima, visto l’invito alla ribellione esteso da Anonymous all’intera popolazione lucana: “Dove si sono addormentati i ‘Briganti‘? Dov’è finito quell’orgoglio di una Basilicata che anni fa tutta si mobilitò contro il sito unico di score nucleari a Scanzano?”

Come sottolinea Repubblica, l’hacking segue di pochi giorni un altro attacco, simile ma ancora più aggressivo, portato a segno da un gruppo parallelo agli Anonymous, quello di LulzSec Italia, che ha sottratto dati, informazioni e credenziali di due Università del sud, Uniparthenope in Campania e quella della Basilicata, ma anche dell’Università di Roma Tre. Databreach che, tranne nel caso dell’università napoletana, non sarebbero stati notificati agli studenti, ma che fonti informate del Garante della Privacy confermano essere state segnalate in ottemperanza della legge.

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