DATA PRIVACY DAY

Antonello Soro: “Protezione dati diritto universale”

Il presidente dell’Autorità Garante: “Frontiera cibernetica sempre più terreno di scontro fra Stati. No al perseguimento di interessi nazionalistici: bisogna restituire alla persona la centralità perduta, il potere dell’algoritmo non può vincere sull’uomo”

Pubblicato il 29 Gen 2019

27/11/2008 ANTONELLO SORO

“Quella cibernetica è la frontiera su cui si sta spostando sempre più e in misura più pervasiva la dinamica delle conflittualità tra Stati e tra soggetti. Ancora una volta, contro ogni rischio di espropriazione del diritto da parte della tecnica, è proprio questa proiezione, nella dimensione digitale, dello Stato e della sua stessa sovranità a dimostrare come la protezione dati possa divenire presupposto di sicurezza, promuovendo quella resilienza indispensabile per la difesa della democrazia nel rispetto della sua identità e con mezzi, dunque, democratici”. È un invito a tenere alto, sempre più alto, il livello di attenzione sulla questione della protezione dati quello del Presidente dell’Autorità Garante per la privacy Antonello Soro. In occasione delle celebrazioni della Giornata europea della privacy, alla Camera, Soro in un lungo discorso (qui la versione integrale) ha affrontato punto per punto le sfide che ci attendono e soprattutto quelle che verranno, non nascondendo preoccupazione su alcuni dei fronti aperti.

“Le innovazioni connesse alle tecnologie digitali sembrano scardinare le coordinate del diritto: a partire dal principio di territorialità e dalla nozione di sovranità, fino alla stessa soggettività giuridica, in un contesto in cui si discute della responsabilità civile del robot”, ha esordito il Presidente, sottolineando che “viviamo in un tempo nel quale la tecnologia digitale concorre alla definizione di criteri valoriali e orienta sempre più le decisioni private e pubbliche”.

Privacy e sicurezza devono essere sempre più considerate parti di una stessa medaglia: “Possiamo affermare di aver dimostrato, nel nostro Paese, come la disciplina di protezione dati, interpretata nel rispetto del canone di proporzionalità, risulti non già ostativa ma sinergica rispetto alla tutela della sicurezza nazionale. Tale circolarità tra protezione dati e democrazia spiega perché, proprio su questo terreno, l’Unione europea abbia inteso affermare la propria sovranità digitale, in senso assai diverso da quella rivendicata dalla Cina in chiave nazionalistico-autarchica ed egemonica: bensì per la garanzia dei diritti della persona rispetto a chiunque ne gestisca, con i suoi dati, l’identità. Affermando così non la supremazia nazionale, ma la libertà, anche oltre quei confini territoriali superati dalla rete”. Secondo il Garante l’Europa costituisce un modello di riferimento “cui si stanno progressivamente ispirando un numero crescente di ordinamenti”, ma anche “uno dei pochissimi campi nei quali l’Unione mantiene da tempo una posizione comune, che si sta peraltro dimostrando vincente nella governance della società digitale”.

Il caso Cambridge Analytica (Facebook) ha rappresentato per gli Usa un nervo scoperto, a causa – sottolinea Soro – “di una disciplina della privacy troppo lacunosa”.

Disinformazione e propaganda mirata in rete le altre due armi di quella che è ormai considerata una vera e propria “guerra mondiale dell’informazione”, una corsa ad “armamenti in continua evoluzione”. Se fino ad oggi i riflettori sono rimasti puntati sugli interessi nazionali, il presente e il futuro si giocano su altri orizzonti, ha detto Soro, “quelli dell’affermazione progressiva della protezione dati come diritto universalmente tutelato, per restituire alla persona quella centralità che da tempo sembra aver perso”.

Questo è il ruolo più significativo che l’Europa potrà giocare “in un contesto geopolitico così fortemente segnato dal potere dell’algoritmo, ridisegnando, a partire dalla protezione dei dati, i confini del tecnicamente possibile alla luce di ciò che è giuridicamente ed eticamente accettabile”. Va in questa direzione – ha ricordato il presidente – il recente impegno delle istituzioni europee per un uso etico dell’intelligenza artificiale. “Ci piace pensare che se il valore di questo straordinario diritto riuscirà ad affermarsi anche in ordinamenti in cui l’ideologia del controllo sembra oggi aver ridotto la persona ad un fascio di informazioni illimitatamente acquisibili,  allora –  in questo tempo  tanto complesso quanto affascinante – potrà dirsi vinta la più importante delle sfide lanciate  all’idea di libertà dalla sinergia di tecnologia e potere”.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE ANTONELLO SORO

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