IL CASO

Black out informatico in Cassazione: sistema in tilt da 5 giorni

All’origine ci sarebbe la sostituzione di tre hard disk. Deposito delle sentenze congelato per evitare il decorrere dei termini dal 13 settembre. “Bloccati” circa 800 tra avvocati e assistenti di studio

Pubblicato il 17 Set 2018

A. S.

Cassazione

Quinto giorno di sistemi informatici bloccati alla Corte di Cassazione: da mercoledì scorso è impossibile ritirare e depositare sentenze, e durante le udienze la verbalizzazione viene eseguita a mano. Per evitare il decorrere dei termini il deposito delle sentenze, inoltre, è “congelato” mentre gli uffici stanno facendo quanto è nelle loro possibilità per fare fronte agli impegni che non possono essere rimandati.

Al lavoro per risolvere il problema ci sono i tecnici della Cassazione e del Ministero della Giustizia, insieme a quelli della Direzione generale dei sistemi informatici e della ditta incaricata dell’assistenza al server.

I problemi sarebbero nati, secondo la ricostruzione più accreditata al momento, dalla sostituzione di tre hard disk, con il sistema di emergenza che non sarebbe entrato in funzione come invece avrebbe dovuto.

In cassazione non è ancora entrato in vigore il processo telematico, per cui tutti gli atti vengono depositati in cartaceo, in sede civile con originale del ricorso corredato di sette copie, mentre nel penale i ricorsi arrivano per posta inoltrati dalle corti d’appello.

Sarebbero circa 800, intanto, gli operatori della giustizia tra avvocati, assistenti di studio e parti in causa, che non hanno potuto ritirare gli atti di cui avevano bisogno.

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