LE RILEVAZIONI

Cybersecurity, la certificazione Iso un “antidoto” agli hacker

Secondo il report Accredia-Cini le imprese dotate del “bollino” Uni 27001 sono meno esposte agli attacchi informatici. In Italia 3.500 le realtà passate all’azione, +21% in un anno

Pubblicato il 15 Nov 2022

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Le imprese dotate di certificazione accreditata per la sicurezza delle informazioni sono più sicure e meno esposte ad attacchi informatici rispetto a quelle non certificate.

È quanto emerge dall’Osservatorio Accredia “Cybersecurity e protezione dei dati: il ruolo della certificazione accreditata”, realizzato insieme al Cybersecurity National Lab del Cini, nell’ambito dell’Osservatorio congiunto “Cybersecurity e certificazione”.

Le due analisi

Per valutare contributo e benefici della certificazione, sono state condotte due analisi: una di tipo qualitativo e una quantitativa.

Dalla prima, che ha coinvolto alcune grandi aziende italiane, tra cui Poste italiane e Gruppo Bcc Iccrea, certificate per la sicurezza delle informazioni Uni Iso/Iec 27001, è emerso come lo sforzo di adeguare l’organizzazione alla certificazione abbia prodotto, nel medio e lungo periodo, un miglioramento profondo dei processi aziendali (omogeneizzazione, monitoraggio, valutazione delle prestazioni, auditing, etc.) e una crescita della cultura della sicurezza, con benefici duraturi e non limitati alla migliore gestione del rischio informatico.

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La seconda analisi ha esaminato due campioni di organizzazioni pubbliche e private italiane, uno dotato di certificazione per la sicurezza delle informazioni Iso/Iec 27001 e l’altro di sola certificazione per la qualità Uni Iso 9001.

Da queste analisi è emerso che le aziende certificate Iso/Iec 27001 sono meno esposte al rischio di attacchi rispetto a quelle con sola certificazione Iso 9001: delle 1.207 vulnerabilità sui servizi web riscontrate, 524 erano nel primo campione (43%) e 683 nel secondo (57%).

Gli strumenti a disposizione

L’Osservatorio ha evidenziato come uno degli strumenti a disposizione di Imprese e Istituzioni, per garantire un’adeguata sicurezza informatica, è la certificazione accreditata, rilasciata cioè da Organismi e Laboratori valutati competenti e imparziali da Accredia.

Oggi in Italia sono 3.474 le aziende dotate di certificazione Iso/Iec 27001 (cresciute del 21% in un anno), rilasciate dai 20 Organismi di certificazione accreditati (dati Accredia), 5 i Laboratori di prova, accreditati per eseguire Vulnerability assesments e 687 i professionisti certificati come Responsabili della protezione dei dati personali (Dpo).

Il Decreto Legislativo n.123 del 3 agosto 2022, che recepisce il Titolo III del Regolamento Ue n. 881/2019, ha previsto che alcune tipologie di certificazioni in ambito cybersicurezza potranno essere rilasciate da Organismi di valutazione della conformità accreditati da Accredia, che lavorerà insieme all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale nel monitoraggio e nella vigilanza delle attività di tali Organismi.

La Convenzione Accredia-Acn

A valle dell’evento, il Direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e il Presidente di Accredia hanno quindi firmato la Convenzione per gestire gli accreditamenti degli organismi di valutazione della conformità (organismi di certificazione, di ispezione e laboratori di prova) che operano per garantire la cybersicurezza verso soggetti pubblici e privati.

“Le certificazioni di cybersicurezza sono il mezzo per aumentare il livello di sicurezza dei prodotti e dei servizi informatici a disposizione dei cittadini e delle imprese, all’interno del mercato italiano ed europeo. L’Europa sta predisponendo i primi schemi di certificazione di servizi cloud e delle tecnologie 5G e l’Italia si deve far trovare pronta a questo appuntamento – ha commentato il direttore di Acn Roberto Baldoni – La convenzione di oggi dà attuazione alle disposizioni del Cybesecurity Act europeo in materia di accreditamento della rete di laboratori nazionale di certificazione”. Baldoni si è riferito alla rete di laboratori dedicata ai prodotti del mercato europeo che si aggiunge a quella dei “laboratori di prova” previsti all’interno del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Queste due reti saranno l’ossatura del sistema di certificazione e valutazione nazionale.

“Come documentato nell’Osservatorio Accredia presentato oggi, la cibersicurezza è problema complesso. L’accelerata innovazione tecnologica in atto ne amplia il perimetro problematico: nei dettagli tecnici, nella normativa, per le risposte che si si dovranno dare a livello istituzionale – ha dichiarato il presidente di Accredia, De Felice – Accredia mette a disposizione competenze e standard per la verifica efficace della qualità di apparati e processi; e per diffondere – con piani di formazione – la cultura del controllo del cyber risk. Attività che si rafforzano all’interno dell’Infrastruttura per la Qualità, alla quale partecipiamo, tra gli altri, insieme a Uni e alle Associazioni dei soggetti che valutano la conformità.”

“L’accordo sottoscritto col professor Baldoni, la collaborazione col Cini, i legami con l’Università aprono rilevanti probabili linee di sviluppo: sulle nuove fisionomie di “incidente informatico” indotte dalla cosiddetta “intelligenza artificiale”, e in generale dall’utilizzazione delle Corporate Technologies, che si vanno diffondendo nelle imprese e nelle istituzioni. Sono temi che ci dovranno vedere impegnati, che potranno interessare anche l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale; su cui potremmo chiedere ausili di competenze alla Sapienza, sino a coinvolgere, con nuovi profili, le problematiche della responsabilità nelle decisioni, e della privacy.”

“L’Osservatorio sulla cybersicurezza presentato oggi è un’ottima base per individuare linee di azione da intraprendere, utili per le imprese, il mercato e le istituzioni -ha commentato la Rettrice dell’Università Sapienza di Roma, Antonella Polimeni – La rete di collaborazione tra Sapienza Università di Roma, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Cini e Accredia garantirà proficue sinergie e grandi opportunità. La Sapienza metterà a disposizione le proprie competenze disciplinari e “trasversali”, negli spazi di confine tra discipline giuridiche, ingegneristiche, economiche, finanziarie e attuariali, in ambito medico e sanitario. Insieme potremo potenziare i piani di formazione, grazie alla nostra esperienza didattica, per favorire un’ampia conoscenza sui rischi connessi all’utilizzo di strumenti digitali e diffondere specifiche competenze in materia di cybersecurity. Credo ne possa trarre vantaggio l’economia nazionale tutta”.

“Siamo fermamente convinti che una più stretta sinergia tra accademia, istituzioni e comparto privato sia indispensabile per rafforzare la sicurezza del ‘sistema Italia’, inteso come la complessità delle sue infrastrutture informatiche che costituiscono un vero e proprio asset strategico per il paese – ha evidenziato Paolo Prinetto, direttore del Cybersecurity National Lab – In tal senso va la collaborazione del Laboratorio con Accredia: un altro passo avanti concreto verso la prevenzione degli incidenti informatici e la creazione di un Paese sempre più resiliente agli attacchi nel cyberspace”.

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