I DATI

Cybersecurity, Italia secondo Paese in Europa per attacchi hacker

Secondo le rilevazioni di Check Point Software Technologies ammontano a oltre 900 a settimana, +36% in un anno. Il ransomware la forma di minaccia più utilizzata

Pubblicato il 07 Ott 2021

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Italia sempre più nel mirino degli hacker: secondo i dati diffusi in occasione del mese europeo della cybersecurity da Check point research, divisione Threat intelligence di Check Point Software Technologies, quest’anno nel nostro Paese la percentuale di cyberattacchi verso le organizzazioni è cresciuta del 36% rispetto al 2020. Il dato vale il secondo posto, solo dietro alla Spagna, nella speciale classifica, dalla quale si evince anche che settimanalmente le aziende italiane hanno subito 903 attacchi informatici. Come in tutti i Paesi, il ransomware è stato la forma di attacco più utilizzata e, in Italia, la percentuale di organizzazioni colpite da ransomware ogni settimana nel 2021, è del 1.9%.

L’indagine svolta dal fornitore di soluzioni di cybersecurity rivela che, in tutto il mondo, gli attacchi informatici verso le aziende sono cresciuti del 40%, a settimana rispetto al 2020. Dopo una piccola diminuzione nelle settimane precedenti, da marzo 2020, c’è stato un significativo aumento nel numero medio settimanale degli attacchi registrati dalle aziende di mese in mese, incluso il 2021. A settembre 2021 il numero medio di attacchi settimanali ha raggiunto il picco di oltre 870 casi: questo numero è più del doppio rispetto a quello di marzo 2020.

L’Africa la regione più colpita al mondo, ma in Ue il maggior aumento

Se l’Africa è l’area maggiormente presa di mira, l’Europa e il Nord America sono alle prese con il più grande aumento del numero di attacchi tra il 2020 e il 2021. Le aziende in Africa hanno registrato il più alto volume di attacchi fino a ora nel 2021, con una media di 1615 attacchi alla settimana per azienda. Questo rappresenta un incremento del 15% rispetto allo scorso anno ed è seguito dalla regione AsiaPacific con una media di 1299 attacchi settimanali per azienda (incremento del 20%), dall’America Latina con una media di 1117 attacchi settimanali (aumento del 37%), dall’Europa con 665 (incremento del 65%) e il Nord America con 497 (57% di crescita).

I settori che vedono il maggior numero di attacchi informatici sono l’istruzione/ricerca con una media di 1468 attacchi alla settimana per organizzazione (e un incremento del 60% rispetto al 2020), la pubblica amministrazione/esercito con 1802 (incremento del 40%), e la sanità con 752 (incremento del 55%).

Inoltre, Cpr ha notato che a livello globale nel 2021, in media 1 azienda su 61 viene colpita una volta a settimana da attacchi ransomware, con un incremento del 9% rispetto al 2020. Il settore ISP/MSP è quello più colpito dal ransomware quest’anno. Il numero medio settimanale di organizzazioni colpite in questo settore nel 2021 è 1 su 36 (con un incremento del 32% rispetto al 2020). La sanità è al secondo posto con 1 organizzazione colpita su 44 (incremento del 39%), seguita dai vendor di software al terzo posto, con 1 organizzazione su 52 (incremento del 21%).

La regione APAC vede il più elevato volume di tentativi di attacchi ransomware con una organizzazione su 34 colpite ogni settimana nel 2021. Questo rappresenta una diminuzione del 10% rispetto al 2020. Segue l’Africa con 1 su 48 organizzazioni colpite (diminuzione del 7%) e l’America Latina con un’azienda su 57 (incremento del 6%).

Necessario un approccio di prevenzione

“Essendo il mese della cybersecurity, questo è il momento per ricordare il ruolo che ciascuno di noi ricopre nel garantire la sicurezza informatica, sia a livello locale che globale”, ha detto Omer Dembinsky, Data research group manager, Threat intelligence and research organization di Check point software technologies. “Da quando è esplosa la pandemia, i cyber criminali sono entrati in azione approfittando delle opportunità che si sono aperte. Con la continua crescita degli attacchi informatici, Check point software consiglia alle organizzazioni di adottare un approccio di prevenzione alla sicurezza informatica, invece di dover correre ai ripari dopo che il danno è stato fatto”.

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