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Cybersecurity, le Pmi italiane muovono i primi passi

“Il mercato è in pieno movimento”, sottolinea Mario Capellari, presidente di Axians Italia, l’azienda che ha acquisito Saiv. La sfida ora è sulle competenze: “Cooperazione pubblico-privato per assicurare un ecosistema favorevole alla crescita del mercato”

Pubblicato il 02 Feb 2018

Mario Dal Co

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“La realtà italiana è in movimento: anche il settore delle Pmi, tradizionalmente meno attento alla protezione dei propri dati e delle proprie reti, comincia a percepire l’importanza della difesa”. E’ quanto sostiene Mario Capellari, presidente di Axians Italia, azienda del Gruppo Vinci – la holding da 38 miliardi di fatturato e 183.000 addetti – che ha acquisito Saiv e che punta a crescere proprio nel mercato della security.

“Come risulta da una interessante indagine della Banca d’Italia, pubblicata a dicembre 2017, solo l’1% delle aziende non prende alcuna misura per difendersi dagli attacchi cyber. Due terzi delle aziende mette in campo programmi di formazione per i dipendenti sui temi della cybersecurity e oltre la metà delle imprese effettua l’analisi e la gestione delle vulnerabilità: c’è ancora molto cammino da fare, ma è proprio questo il momento per sviluppare un’offerta attenta ai bisogni di questo mercato”, sottolinea Capellari. “Lo ripeto, è un mercato in pieno movimento, che deve recuperare rapidamente livelli di affidabilità e di sicurezza per raggiungere gli standard richiesti dalla globalizzazione. E non dimentichiamo che l’Italia, se da un lato è paese fortemente caratterizzato dalle Pmi, dall’altro lato è un grande esportatore, e quindi si trova sempre più impegnato a raggiungere e garantire gli standard di sicurezza richiesti dal mercato globale. Nel 2016 il mercato -secondo le stime della Banca d’Italia, che essa stessa considera molto prudenti, supera i 600 milioni di euro nel solo settore privato”.

Dalla survey di Banca d’Italia – ricorda il presidente – emerge una forte correlazione tra investimenti in sicurezza e dimensione aziendale. Nelle microimprese il rischio di attacco è modesto e questo spiega la mancanza di spesa. “Ma l’inerzia delle altre Pmi sta svanendo: la crescita che porta al superamento della fase di crisi economica, impone un cambio di passo. Emerge anche una bassa propensione delle aziende italiane ad adottare la crittografia per proteggere i propri dati e la privacy: è un risultato che stride con la gravità dei rischi -si pensi ad esempio alla sanità- anche perché la crittografia non è un servizio particolarmente oneroso da adottare. Nell’analisi di questa apparente anomalia, la survey attribuisce la causa di ciò al lato dell’offerta dei servizi di cybersecurity. Sarebbero cioè le aziende che offrono i servizi di difesa a costituire il lato più forte di questo mercato (supply driven direbbero gli economisti) sia per le maggiori competenze disponibili sia per le conoscenze sviluppate sul mercato globale, che i clienti in genere non hanno. Sarebbero quindi le aziende del settore della sicurezza a proporre e suggerire le soluzioni, ponendo quelle di minor valore economico, come la crittografia dei dati, in un secondo piano”. Secondo Capellari la via deve essere quella di una stretta partnership e di uno sviluppo delle competenze del cliente, “che come Axians intendiamo percorrere con determinazione nell’ampliamento delle nostre attività in Italia. Crediamo che questo approccio sia quello giusto anche per portare le PMI ad investire maggiormente in sicurezza”.

L’acquisizione di Saiv comporterà per Axians una serie di attività volte allo sviluppo del mercato e alla maturazione di competenze. “Il livello della preparazione fornita dalle università italiane, in materia di cybersecurity, tutela della privacy, crittografia, è di assoluta eccellenza.  Questo processo è ora animato e guidato da un assetto istituzionale e da organismi pubblici che si muovono in modo coordinato, assicurando un terreno di cooperazione pubblico-privato che promette di assicurare un ecosistema favorevole alla crescita di questo mercato”, evidenzia il presidente.

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