STRATEGIE

Dalla robotica al cyberspazio, la corsa delle potenze militari all’Intelligenza artificiale

In crescita gli investimenti mondiali sulle applicazioni di AI mirati alla difesa nazionale. Usa, Cina, Russia in prima linea nella ricerca. Ma il potenziale di rischio è alto

Pubblicato il 23 Mag 2018

Giampiero Rossi

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L’IA, o intelligenza artificiale, sta diventando una tecnologia che fa gola a moltissimi settori, anche ai giganti tecnologici come Amazon, Google e Microsoft che la offrono spesso come servizio per semplificare i processi da parte delle aziende.

Nel recente report “Forecast: The Business Value of Artificial Intelligence, Worldwide, 2017-2025”, stilato da Gartner, nel 2018 si prevede, addirittura, un giro d’affari da 1.200 miliardi di dollari, con un incremento del 70% sul 2017, cifra che triplicherà nel 2022, raggiungendo i 3.900 miliardi di dollari, sottolineando come l’importanza degli strumenti che ottimizzeranno le risorse aziendali renderanno i processi sempre più efficienti riducendone i costi.

L’intelligenza artificiale, tuttavia, è un campo in rapida crescita di sviluppo tecnologico, con implicazioni che vanno oltre l’uso comune commerciale e che, anzi, sono, potenzialmente, significative per la sicurezza nazionale.

Vedendo il report fatto al Congresso degli Stati Uniti dal titolo “Artificial Intelligence and National Security” si capisce il perché il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DOD) stia sviluppando applicazioni IA per una serie di funzioni militari.

Principalmente sono in corso ricerche d’intelligenza artificiale nei settori della raccolta e analisi di intelligence, della logistica, delle operazioni del cyberspazio, del comando e controllo e di una varietà di veicoli militari autonomi.

Si evince, poi, che, come nel settore commerciale, anche nel militare non sono solo gli Stati Uniti interessati a questa tecnologia, ma anche nazioni come la Cina, uno dei principali concorrenti in questo senso e che sta cercando di diventare leader nello sviluppo dell’IA, o come la Russia, molto attiva nello sviluppo militare dell’IA, con un focus primario sulla robotica.

Molti, però, sono i dubbi che l’IA ha fatto sorgere, soprattutto in questi ultimi anni, in cui se ne è potuta constatare tutta la potenza, ma anche la pericolosità; tra i più guardinghi ci sono da segnalare Elon Musk, fondatore di Space X, e Sergey Brin, co-fondatore di Google, che invitano sempre di più a controllare meglio i rischi derivanti da questo nuovo settore.

Da tutti gli interessi in gioco si può ben capire come l’IA sarà un grande business del futuro che dovremo sempre più tenere d’occhio: il fulcro sarà capire come svilupparla senza che diventi un pericolo per l’uomo.

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